giovedì 20 gennaio 2011

Storia di un anno: 2010

Di solito sotto capodanno mi capita di fare un bilancio dell'anno trascorso, o quanto meno di ripensare a cosa ho combinato e a che danni ho fatto. Quest'anno no. Niente. Nada. E mi sono chiesta il motivo. E' andato così dannatamente male? Scopriamolo.

Premessa: io non sono una di quelle persone che si ricordano tutto. O meglio, mi ricordo le cose inutili, tipo come ero vestita il primo giorno della mia terza media (felpa nera dell'Hard Rock Cafè di Copenaghen, camicia bianca, jeans neri) e il primo giorno di liceo (maglione azzurro di ciniglia (sì, andava la ciniglia), camicia azzurra, jeans blu) oppure tutte le canzoni della Sirenetta e i nomi dei sette nani (Mammolo, Pisolo, Cucciolo, Eolo, Brontolo, Dotto, Gongolo).
Ma di solito scrivo per ricordarmi le cose. Scrivo liste, appunti, biglietti, file word, per quasi tre anni ho scritto un blog, per molto tempo anche un diario. Però è un po' che non scrivo.
All'inizio del 2010 ho provato a riprendere, mi sono comprata un'agenda, ma ho scritto fino a marzo, poi ho smesso. Non capisco il motivo, non c'è un motivo vero. Adesso ci riprovo. Quindi... eccoci.

Cos'ho fatto nel 2010?
Qualche esame, di questo sono sicura. Ah, bei tempi quelli in cui ancora davo esami.
Un paio di concorsi pubblici. Non si sa mai che riesca a passare... ovviamente NO, non sono riuscita ad entrare nel magico mondo della pubblica amministrazione. E chissà se lo volevo davvero.
Ho cambiato colore alla mia camera. E chi mi conosce lo sa che non è stato un passo da poco.
Ho detto addio al mio canarino... povero Giovanni, ci manchi, nonostante tutte le volte che ho minacciato di ucciderti io stessa perchè facevi troppo casino.
Mi sono tagliata i capelli. Ma non il mio solito taglio "Mmm, sì, un paio di centimetri giusto per togliere le doppie punte... no, meno... ho detto meno!", ma IL taglio, cosa che non avevo avuto il coraggio di fare da... beh, non avevo mai avuto il coraggio di fare.
Sono stata a Barcellona a trovare una mia amica che abita lì e ho deciso che non riuscirei mai a viverci. A Barcellona, non con la mia amica. Ho anche capito che in Spagna la gente si veste tendenzialmente male.
Ho passato uno dei peggiori compleanni della mia vita. Forse il peggiore in assoluto.
Stavo per trascorrere un anno intero senza prendere antibiotici. Ovviamente non ci sono riuscita.
Ho trovato una nuova squadra di pallavolo. Ormai però si saranno anche dimenticati di me, dato che tra una cosa e l'altra non ci vado da 2 mesi.
Sono tornata a casa dopo 3 anni vissuti in un'altra città. E' stata dura. E' ancora dura. Per fortuna che c'è Charles (il mio nuovo canarino). E i siti di telefilm in streaming.
Sono entrata nel meraviglioso mondo delle promoter. "Scusi signorina, questa Coca Cola è nostrana? perchè io lo so che quella che fanno in Spagna e in Francia non è buona". Poi, quando lavoravo per i decoder del digitale terrestre, la presa scart è diventata presa start, starter, smart, sdar, scarter, stam, scarmer. Che meraviglia lavorare a contatto col pubblico. Non ti annoi mai.
Ho guardato molti telefilm. E con molti intendo MOLTI.
Ho scoperto il fenomeno delle fashion blogger che mi lascia francamente allibita. Dove cavolo lo trovano il tempo ste ragazzine di farsi fotografare TUTTI I GIORNI in posti diversi con vestiti diversi? E poi... che senso ha?
Ho litigato parecchio, ma non con tante persone. Sempre le stesse a dire il vero. E questo mi ha stremato.
Sono andata a un numero imprecisato di sagre, ma non per mia volontà. Poi ci si domanda perchè non metto quasi mai i tacchi.

Qualcosina l'ho fatta, ma mi pare di aver combinato ben poco.
Ho voglia di fare cose. Ho voglia di concludere quelle lasciate a metà. Ho voglia di spazzare via questa pigrizia patologica che mi assale da quando sono nata.

Forza 2011, sorprendimi.
O forse sono io a dover sorprendere te.

1 commento:

  1. Io invece a Barcellona ci andrei anche oggi (qui a Milano non è che si vestono meglio).

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