mercoledì 30 dicembre 2015

2015

Per la prima volta dopo tanto tempo, forse da quando ho aperto questo blog, mi trovo a fare un bilancio dell'anno che sta per finire pensando che non è stato proprio male.
Anzi, diciamo che i primi sei/sette mesi sono stati un disastro totale, fatti di ansia e di angoscia. Di buio totale. Ho passato un compleanno pessimo, forse il peggiore (ma se la gioca con quello del 2014), ho pianto parecchio e credevo davvero di non venirne più fuori. Ho letto pochissimo per i miei standard, non avevo la forza di fare nemmeno quello. Ho smesso di scrivere sul blog per un periodo abbastanza lungo. Sono ingrassata parecchio.

La seconda parte dell'anno, invece, ha decisamente dato una svolta alla mia vita.
L'anno scorso ho fatto una lista delle piccole cose belle che mi erano capitate. Nel 2015 ce ne sono state solo due di cose belle, ma davvero grosse. Enormi.

Per prima cosa ho realizzato il sogno di una vita e sono andata a New York. E questo lo sapete, perché ho scritto a riguardo circa 2500 post. Ci sono andata da sola ed è stato davvero il viaggio della vita. Quindi il mio consiglio è: non abbiate paura e viaggiate anche da soli. Se nessuno viene con voi, alzatevi, preparate la valigia e partite lo stesso. Sarà fantastico.

La seconda cosa enorme che è successa nel 2015 è che ho cambiato lavoro. Ed è come se mi avessero tolto un macigno dalle spalle. Anzi, due macigni. Anzi, una montagna. Quello nuovo non è un lavoro che durerà per sempre purtoppo, ma per il momento va bene così. Mi ha reso finalmente serena. A volte non mi sembra neanche vero.

Adesso vorrei trovarmi una casa mia. Sarebbe decisamente ora. Ma prima non potevo neanche pensarci. Ora sì.

Non faccio propositi, non ne ho voglia e non hanno neanche tanto senso.
Vi ricordo di scaricare il mio calendario per il 2016 perché è bellissimo (che modesta). Dai, mandatemi qualche foto se lo usate. Lo avete scaricato già in parecchi comunque, ne sono felice.

Per quest'anno chiudo qui, ci si sente nel 2016.
Auguri!

venerdì 25 dicembre 2015

Premio peggior regalo di Natale - IV edizione

Signore, signori, buon Natale!
State morendo causa cibo? Molto bene, così vi voglio.
Guardate che dovete anche cenare, sennò non vale.

Ma bando ai convenevoli, è tempo di pensare anche quest'anno alle cose importanti, cioè ai regali brutti. Negli scorsi anni abbiamo avuto borsette a forma di cane, creme per le rughe da fidanzati, bigiotteria dei cinesi, coperte con le maniche.
Dico già che se qualcuna di voi ha ricevuto una O Bag ha vinto tutto.
Però sono aperta anche ad altro. Stupitemi.

Che regali brutti avete ricevuto?
Quest'anno nei commenti si possono anche caricare le foto, approfittatene. Fateci vedere.

E tanti auguri.

martedì 22 dicembre 2015

The Old Pink Calendar 2016

Buongiorno signori.
Ebbene sì, anche quest'anno vi ho fatto un regalo.
Quindi vi presento The Old Pink Calendar 2016.


Sono stata molto discontinua nella pubblicazione dei post in questi ultimi mesi, alcuni probabilmente si sono dimenticati di me e del mio piccolo blog, ma a quelli (che sarebbero, quelle, chi vogliamo prendere in giro) che sono rimasti voglio fare questo regalino.

Questa volta ci sono tutti i giorni per esteso, con le festività evidenziate ed il posto per scrivere annotazioni. Ve lo dico, è stato un lavorone. Di cui sono piuttosto soddisfatta.

Fatemi sapere se lo scaricate, se fate foto mettetele sui social e taggatemi, così capirò se vi è piaciuto :)
Ah, e ditemi qual è il vostro mese preferito.

E ora cliccate qui. Poi su "Scarica" e "Download diretto".

Buon Natale!

venerdì 18 dicembre 2015

Di quando ho ricominciato a guardare telefilm

C'è stato un lungo periodo in cui non ho guardato telefilm. Ho semplicemente smesso. Io, che ne guardavo 325 contemporaneamente. Alla fine erano rimasti solo Grey's Anatomy (e sapete benissimo com'è andata a finire) e The Big Bang Theory (che ho mollato senza motivo).

Poi sono caduta come una pera nel trappolone. Il trappolone Netflix. Come una cretina ho pensato "Ma sì, lo provo gratis per un mese, cosa vuoi che sia." BRAVA DEFICIENTE.
Alla scadenza del mese non avevo finito di vedere una serie così mi sono detta "Cosa vuoi che siano 9 euro e 90?" e quindi temo di essere entrata in un loop infinito.

Ma diamo un senso a questa nuova dipendenza.
Parliamo delle serie che ho guardato/sto guardando.

ORANGE IS THE NEW BLACK
Perché io arrivo sempre dopo. Vent'anni che è fuori e io l'ho guardata solo adesso.
Per quei due che non lo sapessero, è la storia di una tizia piuttosto benestante che finisce in galera per un reato commesso in gioventù. E da lì vengono raccontate le sue avventure in carcere. Semplificando moltissimo. È tratto da una storia vera.
La mia opinione è la seguente: è andata come House of Cards. Prima stagione ottima, ti tiene incollato allo schermo, vedi svariate puntate alla volta. La seconda un po' cala ma è ancora valida. La terza decente ma niente di eccezionale.
Guarderò la quarta serie? Sì, perché hanno concluso con un cliffhanger e sono curiosa.
Voto 7

UNBREAKABLE KIMMY SCHMIDT
Ne avevo sentito parlare, ha anche preso diverse nominations agli Emmy lo scorso anno, erano poche puntate di mi pare 20 minuti.
È la storia di una ragazza ventinovenne che è rimasta segregata in un bunker per colpa di un predicatore pazzo da quando aveva 14 anni, viene liberata e va a vivere a New York.
La serie è stata creata da Tina Fey. [Posso dire una cosa poco popolare? A me Tina Fey sta proprio sulle scatole. È brava, per l'amor del cielo, ma io non riesco a sopportarla.]
Quando ho iniziato a guardare questo telefilm mi aspettavo qualcosa di diverso. C'è un po' troppo nonsense per i miei gusti. È una comedy, ma non ho riso particolarmente, a parte in qualche momento in cui compare Jane Krakowski. E si apprezza sempre quando ti schiaffano Jon Hamm a tradimento da qualche parte.
Non so se guarderò la prossima serie.
Voto 5/6

THE AMERICANS
Boom. Questa serie è PAZZESCA. Non capisco perché non sia più famosa. Non mi ricordo neanche dove ho letto un post in cui ne consigliavano la visione, ma vorrei ringraziare chi l'ha scritto.
È la storia di una coppia con due figli che vive a Washington negli anni della guerra fredda. Solo che sono spie russe del KGB sotto copertura, il loro matrimonio è una farsa (ma hanno comunque avuto due figli che non sanno niente delle loro vere identità) e compiono missioni assurde e pericolosissime.
I protagonisti sono Keri Russel (Felicity!) e Matthew Rhys (il fratello gay di Brothers and Sisters!). Non capisco come mai questa serie non abbia vinto dei premi. Proprio non capisco.
Voto 8

WET HOT AMERICAN SUMMER

Non ho idea del perché mi sono messa a guardare questa mini serie. Non ne ho proprio idea. Ho scoperto in un secondo momento che si tratta del prequel di un film uscito qualcosa come 15 anni fa.
È una commedia satirica che prende di mira le commedie per teenager degli anni '70/'80. MAH.
Non so se mi ha fatto ridere, ma l'ho vista tutta, compreso il film.
È un continuo nonsense. Degli attori quarantenni interpretano ragazzi di 16 anni durante il primo giorno di un campo estivo. Ah, c'è anche Bradley Cooper (che comunque a me non piace eccessivamente).
A chi piace il genere satirico potrebbe andare a genio. Io non so dare un giudizio.

Per il momento questo è quanto. Ma tranquilli, a breve inizierò altre serie e sarò costretta a continuare a pagare Netflix. Perché sono una volpe.
Ah, ovviamente si accettano consigli.

lunedì 7 dicembre 2015

Anti wishlist

E' dicembre e ora su tutti i blog partirà la gara a chi pubblica più wishlist fasulle e probabilmente pagate da aziende varie. Sì, sono polemica, ma ormai non ci credo più ai consigli disinteressati, specialmente da parte di alcune blogger.
Io invece vi dirò tutt'altro. Vi consiglierò cosa NON comprare.
Ovviamente le mie scelte saranno leggermente soggettive.

O Bag: la piaga dei nostri giorni. Sono ovunque. Ieri sono passata davanti ad un negozio che le vendeva ed era letteralmente preso d'assalto. FERMIAMO QUESTO SCEMPIO.
Coperta con le maniche: e sei subito il capo di una setta che programma un suicidio di massa. Ma che tristezza. Ma meglio una coperta normale piuttosto. Meglio ancora un regalo decente.
Bigiotteria dei cinesi (ricevuta l'anno scorso): io capisco la crisi e si vuole risparmiare e bla bla bla, ma esiste anche bigiotteria decente a pochi euro. Giuro.

Trousse di Pupa: la madre di tutti i regali generici. Un grande classico dei fidanzati senza idee, seconda solo al profumo. All'interno puoi trovarci ombretti di colori talmente idioti che non li userebbe nemmeno Clio Make Up.

A proposito di profumi, io di base li eviterei, a meno che non conosciate perfettamente i gusti della persona a cui lo regalate (molto difficile). In ogni caso questo NO. Chi è che vuole un Vetril sulla mensola del bagno se non sta pulendo lo specchio?

Creme da corpo tipo Acquolina: hanno colori che non vedresti nemmeno da strafatta di lsd, profumi che ti uccidono. No amici, proprio no. Lasciate perdere. Lo so che quelle confezioni già pronte in profumeria sembrano carine, ma non è proprio il caso.

Per ora non me ne vengono in mente altre, siete liberi di condividere altri regali da non fare assolutamente. In fondo è un servizio di pubblica utilità.

Purtroppo però è destino che la gente faccia regali orrendi, quindi anche quest'anno ci sarà il solito concorso di Natale per il peggior regalo, dove non si vince niente ma in cui si ha la soddisfazione di capire che non si è i soli ad aver ricevuto lo schifo. Dai, coraggio.

lunedì 30 novembre 2015

Piccole cose belle

Oggi è stata una bella giornata.
Non è successo niente di particolare, niente di eccezionale, solo un insieme di tante piccole cose che mi hanno fatto sentire bene.
Ok, dai forse qualcosa di anomalo c'è stato, ero a casa perché nel paesello dove lavoro oggi è il santo patrono, e forse - FORSE - questo ha un po' aiutato. Ma, a dire il vero, non sentivo particolarmente il bisogno di una pausa dal lavoro. E anche questa è una cosa buona.

Comunque mi sono svegliata relativamente presto (non riesco più a dormire fino a tardi, sono anziana), ho fatto colazione con calma, ho anche pulito un po'. Poi sono andata al mercato a piedi. Saranno stati dieci anni che non andavo al mercato. Forse di più. C'erano un freddo pungente e un sole pazzesco, sembrava quasi di essere in montagna. Ho camminato un paio d'ore, ho comprato la ricarica per il 2016 per la mia Filofax e il colluttorio per mio nonno. Sono andata a ritirare delle ricette dal medico.
Sono tornata a casa e ho preparato il pranzo.
Visto che non mi faccio per niente condizionare, ho ascoltato mio fratello e mi sono comprata questo smart band che si chiama tipo Mi Band. Non so ancora esattamente cosa faccia ma per la roboante cifra di € 14,19 ho voluto rischiare. Giusto ieri avevo detto "Vabbè, ma cosa se ne fa la gente di questa roba?". Molto bene.
Mi sono venute delle idee per post che spero di avere il tempo di scrivere.
Nel pomeriggio mi sono fatta una mug cake con la ricetta della Iaia che consiglio caldamente. Mi sono seduta davanti al camino acceso per mangiarla.
Poi sono andata a fare la spesa e ho comprato, tra le altre cose, le pasticche Leone al gusto mandarino.
Come contorno per la cena ho preparato i bastoncini di zucchine al forno (avevo trovato la ricetta su qualche blog che non ricordo) che sembrano quasi patatine fritte.
Ho fatto la doccia e ora ho l'asciugamano in testa che sembra un turbante e sto bevendo una tisana alla menta.

Ecco, tutto qui. Niente di che.
Però niente male.

A proposito di piccole cose, domani inizia anche il Ptit Zelda 2015. Una foto al giorno per tutto il mese di dicembre. Chissà se ce la farò anche quest'anno. Proviamoci.


martedì 3 novembre 2015

Shopping again

Eccoci qui, un altro inverno is coming, un altro cambio di stagione. Un altro dramma che si consuma.
Perché sì signore, tante lo dicono ma per me questa volta è vero veramente. NON HO NIENTE DA METTERMI.
I motivi sono molteplici: numero 1, sono ingrassata e non mi va più bene niente; numero 2, l'anno scorso in inverno ho iniziato a valutare il viaggio a Seattle e New York, quindi ho iniziato a risparmiare, quindi non mi sono comprata praticamente niente. Ergo, la situazione è piuttosto seria. Ho preso il coraggio a due mani, ho accettato il fatto di avere una taglia in più e sono andata per negozi.
E NON C'ERA UN CAVOLO DI NIENTE.

Ora voi mi dite chi cavolo va in giro con i pantaloni o le gonne in plasticona (fake leather lo dici a tua sorella). O la roba leopardata. O scamosciata. ZARA, MI SENTI? 
Io non ho molte pretese. Vorrei solo dei cardigan lunghi o dei maglioni di lana. Non di acrilico. E delle camicie di cotone a righe. E invece niente. Niente di niente.
Sulle camicie poi apriamo un capitolo a parte. Sono andata in un negozio delle mie parti con mia mamma. Gira e rigira, camicia a righe azzurre, se ci sei batti un colpo. Poi la vedo. È lei, bellissima, di Calvin Klein. Proprio come la volevo io. MA È DA UOMO. Beh cavolo, chissene, sembra piccola, io me la provo. Madre inorridisce. "Ma è da uomo! Ma le camicie da uomo non si possono provare! Non puoi provare le camicie da uomo!" Ma cosa dici, è anche appesa, ha le maniche arrotolate, perché dovrebbe essere vietato? Cosa possono farmi, menarmi? "MA HA I BOTTONI DALLA PARTE SBAGLIATA" OMMIODDIO AIUTO, adesso arriva la polizia del bottoni e mi arresta.
Quindi, sprezzante del pericolo e con lo sguardo di disapprovazione di Madre su di me, urlando "FUCK THE SYSTEM", sono andata a provarla. E, dopo tutto 'sto casino, mi stava male. Perché ho le spalle così strette che neanche un subumano e, evidentemente, le braccia troppo corte.
Cosa cavolo devo fare io per avere una camicia a righe da donna che non sia troppo sfiancata? Mi toccherà arrendermi e farmela fare dalla camiciaia, ipotecando preventivamente un rene.

Comunque, a proposito di sarte, mi si è aperto un mondo.
Ho scoperto che farsi fare i vestiti su misura non solo è una figata, ma costa anche poco! Forse avrò avuto fortuna io, ma ora che sono entrata nel tunnel, difficilmente ne uscirò.
Volevo tantissimo una, boh, full skirt? Midi skirt? Vi metto una foto, così ci capiamo meglio.
Questa sono io, con svariati chili in meno e cm di capelli in più
Solo che nei negozi non ne trovavo. Oppure le trovavo ma erano decisamente fuori budget.
Così sono andata in un negozio di tessuti, ho preso quello che mi piaceva, sono andata dalla sarta e BAM, gonna perfetta. 
Ho avuto bisogno di un interprete per capire le domande che la signora mi faceva ("Ma hai la doppia altezza della stoffa? E i faldoni, quanti ne vuoi? Li chiudiamo un po' sopra?" E io con lo sguardo intelligente della mucca che guarda passare il treno). Comunque, dopo due prove, ho avuto la mia perfetta full skirt. E ho anche comprato un altro scampolo ad Abilmente e me ne farò fare un'altra quanto prima.
È la svolta. Vestiti su misura. Pensateci.

Ora torno a cercare disperatamente maglioni di lana vera. Adieu.

lunedì 26 ottobre 2015

Un giorno migliore

Ti giri un attimo e ti accorgi che sono praticamente tre mesi che non scrivi sul blog.

È passato talmente tanto che sono dovuta andare a rileggermi i post vecchi per ricordarmi cosa cavolo scrivevo. Sembra quasi che il mio cervello si sia resettato.
Incredibilmente alcune di voi si sono accorte della mia assenza e mi hanno anche scritto delle mail e dei messaggi. Vi volevo ringraziare anche qui. Grazie davvero. È bello sapere che qualcuno si preoccupa per me.

Anche adesso non so bene come ricominciare, ma almeno pare che vada un po' meglio. Mi sembra quasi che qualcuno abbia sollevato il macigno che avevo sulla testa. Vabbè, non tutto. Ma una buona metà. E mi sembra di essere tornata a respirare. Non so neanche quanto tempo era che stavo trattenendo il fiato.
Si è sistemato tutto nella mia vita? No. Proprio no. Però va meglio. Voglio scriverlo in maiuscolo perché ancora non ci credo nemmeno io: VA MEGLIO.

Speriamo che duri. Speriamo davvero che duri. Crediamoci.


lunedì 7 settembre 2015

Sono ancora qui. Non sono dispersa in mare. Non sono entrata nella legione straniera (anche se forse potrebbe essere una buona idea).
Fino a luglio ero stata brava, quasi bravissima, avevo pubblicato un sacco di cose, mi piaceva avere una specie di piano, dare una cadenza ai miei post.
Ad agosto, poi, faceva caldo e la gente era tutta in vacanza, io ero in ferie, non aveva senso stare lì a sbattersi.
Avevo pensato di ricominciare a settembre. Però adesso è settembre e io non ho voglia, non ho la forza. Le idee invece forse le avrei. Però non so, non ce la faccio.
Anche adesso, sto facendo una fatica boia a scrivere queste poche righe.

Questo per dire che non so quando tornerò a scrivere qui.
Probabilmente quando andrà un po' meglio.
Speriamo presto.

martedì 4 agosto 2015

New York: giuro che è l'ultimo

Ve l'avevo detto che non avevo ancora finito... sì, lo so, siamo al quinto post, dovrei piantarla. Ma ho ancora qualcosa da dire su New York. Devo tirare un po' le somme. Tanto comunque siete tutti già in ferie e questo post lo leggerò solo io.

Innanzitutto, non ho quasi mai parlato di negozi, shopping ecc. Sembra quasi che io non abbia comprato niente. Tranquilli, non è andata così. Anche perché non comprare nulla nella Grande Mela è praticamente impossibile.

Prima di tutto: Sephora. È il paradiso. Ci si possono passare le ore dentro. C'è una marea di roba che in Italia non si trova, ma soprattutto si può provare tutto. Senza che le commesse ti rompano le palle, senza che nessuno ti chieda se ti serve qualcosa, senza nessuno che ti guardi male o che ti giudichi, in pace e tranquillità. Ci sono addirittura gli scovolini monouso per provare i mascara. Puoi andare lì struccata e uscire Moira Orfei. Io mi sono perfino messa lo smalto, ci sono le postazioni apposta. Ma mica una passata e via eh, base, due mani di smalto, gocce per asciugarlo in fretta. ED È ASSOLUTAMENTE NORMALE.
Il contro sta nel fatto che, quando provi le cose, poi te le vuoi comprare tutte.

È possibile che nei vari Macy's, Bloomingdale's, forse anche Saks, le commesse tirino fuori dal cilindro uno scontro speciale per turisti. A me è capitato ed è stato meraviglioso. Avevo preso una cosa già scontata e OPLÀ, altri soldi in meno! Magia.

Apriamo il capitolo Kate Spade. Avrei comprato TUTTO di quella marca. Borse, astucci, portafogli, agende, biglietti di ringraziamento (perché noi non mandiamo i biglietti di ringraziamento? Dovremmo.), cover, penne, matite, portachiavi. Kate Spade, io ti amo.
 Smalti OPI e Essie: li vendono nei drug store e costano sensibilmente meno che in Italia (sugli 8/8,50 dollari). Io mi sono trattenuta, ma la voglia di portarne a casa una carrettata era tanta.
I drug store sono delle trappole. Sembrano così innocui, invece ci sono cose che in Italia negli Acqua e Sapone non vedremo mai. Tipo i pennelli Real Tecnique. La Julep Mint Masque. I prodotti Eos (i burrocacao a forma di pallina!).

Ma, al di là dei negozi, e davvero per concludere, non esiste al mondo una città come New York. Alcuni chiedono "Meglio Parigi o New York?" Io rispondo che non sono paragonabili, sono talmente diverse che non si può fare una classifica.
New York è rumore, confusione, luci, gente ovunque. Se non stai attento ti può sopraffare. Non si ferma davvero mai. Non c'è mai silenzio.
O la ami o la odi, dubito che ci siano vie di mezzo.

Io, forse l'avete intuito, me ne sono follemente innamorata.

mercoledì 29 luglio 2015

Viaggio a New York - ultima parte (forse)

Eccomi arrivata a raccontarvi i miei ultimi giorni nella Grande Mela.
Finalmente sono andata nel Greenwich Village. La meraviglia. Lo splendore. Quelle vie, quelle case. La voglia di guadagnare i miliardi solo per potermi permettere di vivere lì.

E poi lì c'è il palazzo di Friends! Lo so che lo usavano solo per le inquadrature esterne e che la serie è stata girata in studio credo a Los Angeles, ma lo stesso è stato bellissimo vederlo.
Altra tappa obbligatoria, la casa di Carrie di Sex and the City. Lì invece ci hanno girato davvero e la via (Perry Street) potrebbe vincere il premio "Strada più bella di Manhattan" senza troppi problemi. Tutte le case sono stupende. E gli alberi, il verde, i mattoni rossi... mancava solo la limousine di Mr. Big.

Ho continuato a girare un po' per il Village, ho guardato le vetrine dei bellissimi negozietti (soprattutto di super marche) e ho trovato la Magnolia Bakery originale (niente di che, a dire il vero).

Mi sono poi diretta verso il Chelsea Market per pranzare. Che cos'è il Chelsea Market? È un edificio che ospita una quantità importante di posti dove mangiare al piano terra, ma anche un mercatino, degli uffici, stazioni televisive. Credo ci sia anche YouTube. In passato era una fabbrica di biscotti dove sono stati inventati i famosi Oreo.

Insomma, dovevo scegliere cosa mangiare e non riuscivo a decidermi. Troppa scelta, troppa. Carne, pesce, panini, cinese, giapponese, aragoste, pizza, anche i tortelli di Giovanni Rana. Ho girato come una trottola per un bel po', finché non ho optato per un cous cous col salmone e una mini cheesecake ai mirtilli. E dove vai a mangiare se sei al Chelsea Market? Ma sulla High Line, ovviamente. Che è una vera figata.

Li vedete i binari?
È un parco sopraelevato costruito per riqualificare una linea della ferrovia in disuso molto brutta che stava per essere smantellata. La sua conversione in parco urbano è iniziata nel 2006 e dovrebbe essere stata completata nel 2014.
 
È lunga più di due chilometri e io ovviamente l'ho percorsa tutta, facendo circa un milione di foto. È tutto curatissimo e pulito, chi l'ha progettato è un vero genio. Ci sono panchine, moltissimi fiori, brandine di legno, spalti da cui osservare la città che continua a correre sotto, sculture moderne.







Ho preso un autobus per tornare verso Midtown perché ero stanca e cotta dal sole che batteva davvero forte. Che ingenua, io credevo che a New York non servisse la crema solare.

Ho girovagato un po' senza meta, ho visto la sede del New York Times (sempre per caso e da fuori), ho fatto merenda, ho girato ancora per la 5th avenue. Volevo aspettare il tramonto per chiudere in bellezza salendo sul Top of the Rock. Ovviamente si è messo a piovere. Dopo ha smesso, ma è rimasto comunque nuvoloso. Che delusione. Ma, a dire il vero, è stato abbastanza bello lo stesso. E, con "abbastanza bello" intendo "sono rimasta senza fiato".


E pensare che avevo deciso di non salirci neanche. Povera cretina. Sul Top of the Rock dovete salirci se andate a New York. Perché si vede l'Empire State Building. E si vede Central Park che da sopra l'Empire si nota appena. È stato uno dei momenti più fantastici della vacanza. Non riuscivo a smettere di sorridere, mi stava venendo una paresi.

Sono rimasta lassù un sacco di tempo, ho visto anche i fuochi d'artificio che stavano facendo sul ponte di Brooklyn! Non mi era mai capitato di guardare i fuochi così, erano molto più in basso rispetto a dov'ero io.
Insomma, la mia ultima sera è stata speciale.

Il giorno successivo ho fatto la valigia, poi ho girato un po' per negozi, sono stata al mercato di Union Square, infine sono tornata a Times Square per l'ultima volta. Mi sembrava giusto salutare.

Vi risparmierò il racconto dettagliato di me che scendo 5 piani di scale con due valigie di, rispettivamente, 21,5 e 8,8 chili, cammino cammino cammino fino alla metro, SBAGLIO INGRESSO e mi tocca rifare le scale sempre con le suddette valigie, trovo gente di buon cuore che mi aiuta ma mi vengono lo stesso le bolle sulle mani, poi, sudatissima, prendo la metro e muoio.
Ciao cameretta
Ho mangiato l'ultimo schifosissimo panino al JFK, ho visto un bellissimo tramonto e poi sono salita sull'aereo. Quando è decollato ho pianto un po'.

Ah, ma ci tornerò. Ci tornerò sicuramente. See you soon, New York City. È una promessa.

Potete trovare la prima parte qui, la seconda qui e la terza qui.

venerdì 24 luglio 2015

Viaggio a New York #3

Andiamo avanti col racconto (che temo non finirà nemmeno questa volta).
I giorni successivi ho provato a prendermela un po' più con calma, ma - SPOILER - non l'ho fatto.
Sono stata alla NYU e ho visto la Tisch (da fuori) e mi sono comprata una felpa a cui hanno lasciato su l'anti taccheggio e me ne sono accorta solo in aeroporto (qualcuno sa come toglierlo?).
Poi sono finita praticamente per caso al Rockefeller Center e la certezza è che ci tornerò d'inverno per poter pattinare su quella pista. 
Sempre per caso mi sono trovata davanti a Saks Fifth Avenue, ovviamente sono entrata ed altrettanto ovviamente non ho comprato nulla.
È stato poi il turno del MoMa. Erano anni che aspettavo di visitare quel museo. Da quando ho iniziato a studiare storia dell'arte al liceo e me ne sono innamorata. Lì c'è tutto. La notte stellata di Van Gogh, Les demoiselles d'Avignon di Picasso, le Marilyn e i barattoli Campbell di Warhol, La danza di Matisse, Mondrian, Braque. TUTTO. Tutto quello che non avevo ancora visto in Europa era lì. È stato fantastico. Peccato che ci fosse davvero troppo casino. Io vorrei che nei musei tutti fossero obbligati a parlare piano e a spegnere i cellulari. 
Ah, lo consigliano le guide, ma ve lo ripeto anche io: iniziate a visitarlo dall'alto. Le sale più importanti sono agli ultimi piani ed è meglio affrontarle per prime.
C'era anche una personale di Yoko Ono veramente, VERAMENTE strana. Ma l'arte contemporanea io faccio un po' fatica a capirla, è un mio limite.

Sono uscita e pioveva tantissimo. Il diluvio.
Ovviamente quella sera dovevo andare a Brodway a vedere un musical, Wicked
Sono arrivata al Gershwin Theatre zuppa.
Prima di partire non sapevo se prendere o meno il biglietto per lo spettacolo perché costa parecchio. Però alla fine ho ceduto e ho fatto benissimo. È  stato una meraviglia. Tre ore di spettacolo fantastico, effetti pazzeschi e gli artisti davvero impressionanti. Pare impossibile che rappresentino lo stesso musical tutti i giorni (a volte anche due volte al giorno) e riescano a lasciare comunque la gente a bocca aperta. Quando è finito il primo atto con "Defying Gravity" è venuto giù il teatro.
Quindi il mio consiglio è: comprate meno vestiti, ma andate a vedere uno spettacolo di Broadway.

Il giorno successivo sono andata al Museo Guggenheim. Le mostre al suo interno cambiano, ma mi pare di capire che sia sempre arte contemporanea (roba molto strana anche qui), a parte una sala dedicata agli impressionisti e una a Kandinsky che ovviamente era chiusa. Vale la pena andarci? Secondo me sì, anche solo per l'edificio in sé. Non mi sarei mai perdonata di non aver percorso tutta la sua spirale fino in cima. Vi conviene comunque informarvi bene sulle mostre che ci sono e valutare se volete o meno spendere 25 dollari per entrare. Comunque è compreso nel New York City Pass.
Nel pomeriggio sono andata un po' a zonzo sulla 5th avenue, sono entrata da FAO Schwarz, il famosissimo negozio di giocattoli (la cui sede verrà spostata a breve credo a Times Square) (sperando che non chiuda definitivamente) e ringrazio il cielo di non esserci stata da piccola, altrimenti avrei voluto TUTTO. C'erano case delle bambole da 2000 dollari. Orsacchiotti giganti. Unicorni. Barbie con la divisa di FAO Schwarz. Il paradiso insomma. 
Ho anche visto il famoso Apple Store, la Trump Tower, Tiffany.

Per cena ho deciso che volevo un altro hamburger di Shake Shack, quindi mi sono diretta verso Madison Square Park e sono finita in mezzo al gay pride. Ho ballato, ho saltato e mi hanno dato anche un po' di gadget. 
Mi sono girata e mi sono trovata davanti al Flatiron. Così, sbucato dal nulla. Da sotto sembra davvero piatto! Fa impressione.
Ho cenato in mezzo al parco con le lucine sugli alberi e gli scoiattoli che saltavano qua e là.
Il lunedì è stato il turno del ponte di Brooklyn, ovviamente attraversato a piedi urlando "Sono Miranda, dov'è il mio Steve?".
Ho girato un po' per Brooklyn e per il Brooklyn Bridge Park.

Poi ho preso l'East River Ferry e sono andata a Willamsburg, un posto hipsterissimo e decisamente più tranquillo di Manhattan. Stavano addirittura girando un film, purtroppo non ho capito quale.
Improvvisamente ho deciso di andare al Museo di Storia Naturale (anche questo compreso nel NYC pass) che, ovviamente, era dall'altra parte del mondo rispetto a dov'ero io. Ecco, non ho visto tantissimo, ma non mi ha convinto molto. ROSS GELLER, PERDONAMI! Forse non è proprio il mio genere.
Per finire in bellezza sono andata a Times Square, così, perché mi andava. 

Dai, concludiamo anche questa terza puntata. Qui la prima e qui la seconda. (Finirò prima o poi eh. Portate pazienza.)

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