lunedì 26 febbraio 2018

Bruxelles e Bruges, una mini vacanza in Belgio

Con un ritardo che potrei definire siderale, mi appresto a raccontarvi di quando quest'estate sono andata per la prima volta nella mia vita in Belgio.

"Perché in Belgio, che cavolo avevi in testa?" La storia è questa: avevo pochi giorni di ferie per vari motivi e pochi soldi da spendere. Ryanair mi ha proposto Budapest o Bruxelles come città che non avevo mai visto. A Budapest avrebbe fatto troppo caldo. Et voilà, si va in Belgio! 
Stavolta non sono nemmeno partita da sola, pensate un po'. È stato quasi strano. 
Sono stata via dal 9 al 13 agosto e c'erano sui 20 gradi, una meraviglia visti i 200 gradi che c'erano a casa. Ho alloggiato in un appartamento davvero molto bello e centrale trovato su Airbnb. Unico neo: era al quarto piano senza ascensore, tutte scale a chiocciola. LA MORTE.

La prima sera sono subito andata a vedere la Grand Place e sono rimasta letteralmente a bocca aperta. È una vera meraviglia.

Il giorno successivo ho visitato il Palazzo Reale; l'ingresso è gratuito ma le visite sono permesse solo dal 21 luglio (festa nazionale) all'inizio di settembre. La famiglia reale non ci abita, ma ci sono uffici, alcuni ministeri e sale di rappresentanza per ricevere capi di stato in visita.
La sala che più mi ha impressionato è quella degli scarabei. Il soffitto è tutto ricoperto di scarabei veri! Morti, ovviamente. L'effetto è assurdo. Le foto non rendono.  

Ho poi visitato il Museo Reale delle Belle Arti (pittori fiamminghi, ovviamente) e il Museo di Magritte (sono nello stesso edificio, a dire il vero sono rimasta un po' delusa).

Poi via, in autobus al Parlamento Europeo. Naturalmente per entrare ci sono controlli abbastanza severi (e per fortuna direi), danno l'audioguida gratuita e si possono inviare cartoline gratuitamente in tutta l'UE! Ho visitato anche il Parlamentarium, una specie di museo, ma sinceramente non è niente di che.
È stato poi il giorno della gita a Bruges, io ci sono andata in treno. Attenzione, se andate durante il fine settimana non fate come me e comprate il weekend ticket, avrete lo sconto del 50%! Io ho pagato andata e ritorno da Bruxelles circa 30 euro.
Bruges è una cittadina veramente deliziosa, io poi ho beccato una giornata di sole splendido, per una volta ho avuto fortuna.
Sono andata a piedi fino al centro, dove i sono due piazze importanti: il Markt dove si trovano le bellissime case delle corporazioni e il Belfort, una torre civica medievale su cui però non sono salita (366 gradini, non ce la potevo fare), e la seconda piazza, il Burg.
 Ho visitato la Basilica del Santissimo Sangue (dove c'è una reliquia del sangue di Gesù),poi giro in barca per i canali che consiglio caldamente, dura mezz'ora e il pilota della barca fa anche da guida turistica.
Come ultima cosa ho visitato il Begijnhof, il posto dove vivevano le beghine (sì, come quello che ho visto ad Amsterdam!). Si respirava una calma estrema, c'era un silenzio incredibile.

Avevo deciso di fermarmi anche a Gent sulla via del ritorno, ma ero troppo stanca. Quindi via di nuovo a Bruxelles,tappa obbligata al famoso Manneken Pis (uno dei simboli di Bruxelles, è la statuina di bronzo di un bambino che fa la pipì. Grandi perplessità, sarà alto mezzo metro appena).

Il giorno successivo ho preso il biglietto giornaliero della metro, costava € 7,50. Serve di sicuro per andare all'Atomium, altro simbolo di Bruxelles. È stato costruito in occasione dell'Expo del 1958; non sapevo se entrare a visitarlo, alla fine ci sono andata e ve lo consiglio, ne vale la pena. Fondamentale arrivare presto appena apre, altrimenti la coda è abbastanza lunga.
Attorno all'Atomium c'è un parco, ma pioveva e quindi sono tornata in centro alla Galeries Royales St. Hubert a guardare le boutiques e le cioccolaterie che sembrano gioiellerie, poi alla cattedrale di Bruxelles, dove si tengono le incoronazioni, assomiglia parecchio a Notre Dame di Parigi.

Ultimo giorno, sono stata nel quartiere Marolles girando un po' senza meta, ho visto l'enorme palazzo di giustizia e un mercatino delle pulci.
Per concludere sono andata al mercato della domenica di Gare du Midi, dove le cose più vendute erano pannocchie, menta, spezie e avocado che costavano pochissimo.
Ultimo giro in centro e poi via a riprendere l'aereo.

Non ho parlato di cibo, ora vi lascio una lista di ristoranti/locali che ho provato e che mi sono piaciuti:

  • La Fin de Siècle, una specie di osteria che trovate in Rue des Chartreux 9. Ho mangiato la carbonade, uno spezzatino alla birra buonissimo.
  • Maison Dandoy per i waffle. Sono costosetti lì, ma sono sicuramente quelli originali belgi, molto leggeri. (Rue au Beurre 31)
  • Bia Mara, fish&chips. Sicuramente non un piatto tipico belga, ma buonissimo e non costoso. (Rue du Marche aux Poulets 41)
  • Soup a Bruges, un posto piccolo ma molto carino, ti danno un vassoio con una zuppa, mezzo panino, delle fragole e crostini. (Hallestraat 4, Bruges)
  • Nordzee: un posto assurdo dove si  mangia pesce in piedi all'aperto. È sempre strapieno. (Rue Sainte-Catherine 45)
  • Fritland, patatine. Se andate in Belgio dovete provare le patatine. Queste sono veramente tutta un'altra cosa rispetto ad altre provate durante il viaggio. Ho fatto 40 minuti di coda ma ne è valsa la pena. (Rue Henri Maus 49)
  • il mercato della domenica di Gare du Midi: ho mangiato una cosa che non so cosa fosse, pasta arrotolata tipo crepe ma non una crepe con dentro formaggio, pomodori secchi, olive e miele, una cosa eccezionale
Ho anche mangiato le mules frites, uno dei piatti tipici, si tratta di cozze con contorno di patatine. Non ho un locale specifico da consigliare, ma secondo me vanno provate.

Come negozi suggerisco sicuramente Dille & Kamille, una meraviglia dove trovate cose per la casa, cibo, cartoleria, tè, un po' di tutto. Naturalmente ci sono cioccolaterie ovunque, ma è tutto abbastanza costoso.
Attenzione, perché la domenica tendenzialmente è tutto chiuso.

Bene, eccoci arrivati alla fine. Il Belgio mi ha stupito in positivo, ci vorrò sicuramente tornare per andare ad Anversa. Se volete scappare dal caldo estivo è l'ideale, prendete un volo Ryanair a pochi euro e andate!

martedì 6 febbraio 2018

Francoforte, Paperworld e quella stronza di Clara


È capitato che un lo scorso weekend io sia stata a Francoforte. No, dai, non è capitato stavolta, era una cosa organizzata da tempo e con uno scopo ben preciso. Che non era quello di andare finalmente a vedere la città che ha dato i natali a quella stronza di Clara (l’amica di Heidi che si faceva comprare le amiche dal padre), ma di partecipare a Paperworld, la fiera della carta, della cancelleria, DELLA VITA.
Non ci sono andata a caso o perché sotto sotto sono una vera cartopazza (beh, quello in realtà lo sono, ma è un’altra storia), ma per un motivo preciso, per un progetto segreto, come dicono quelle brave. Che in realtà non è sto gran segreto, ma intanto ci stiamo lavorando. Dico “ci” perché in realtà la mente di tutto questo è mio fratello. 
Quindi siamo partiti da Treviso con un volo Ryanair, pagato la roboante cifra di euro diciannove andata e ritorno. Avendolo pagato così poco non potevamo pretendere che fosse anche in orario, quindi siamo arrivati in ritardo. Il poveretto che doveva consegnarci le chiavi del nostro Airbnb era sulle spine perché doveva tornare al lavoro, quindi una volta giunti a destinazione ci ha lanciato le chiavi, spiegato un paio di cose (tipo come scassinare la porta del bagno con un pratico coltello nel caso si bloccasse) e poi è fuggito via. E l’appartamento com’era? Posizione eccellente, molto centrale, ma era, come dire, ESSENZIALE. Del tipo che non c’era neanche un tavolo vero su cui mangiare. O degli asciugamani. Però c’erano dei calici da vino. Insomma, la vita è fatta di priorità.
Mancavano anche altre cose, ma ci arriverò più avanti.

Siamo andati a fare un giro per il centro della città e l’impressione che ho avuto è stata quella di un mix tra vecchio (non molto vecchio però, la città è stata bombardata durante la seconda guerra mondiale e quasi tutto il centro è stato distrutto) e nuovo (grattacieli con vetri a specchio, torri, centri commerciali super moderni). Abbiamo visto il Römer, il municipio caratteristico a cui non sono riuscita a scattare una foto decente perché era già buio, e la sua piazza con degli edifici davvero carini. 

Abbiamo visto da fuori anche la casa di Goethe, scoprendo che è stata presa a modello per disegnare la casa di quella stronza di Clara di cui sopra. Ma per davvero!
Dopo aver girato un po’ senza meta abbiamo puntato una sana birreria in cui mangiare e da cui salutare con la manina la mia dieta. Il locale, con molta originalità, si chiamava Paulaner e serviva carne cucinata in svariati modi, la mia scelta è ricaduta sul maiale con sopra formaggio, cipollotto e altra roba, con patate condite con altro maiale (pancetta) e cipolle, poi però un’insalatina per sgrassare. L’insalata non l’ho finita.

Prima di andare a letto avrei voluto camminare per 15 chilometri per digerire, così siamo finiti da Primark. Com’è, come non è, sono uscita da lì con una spesa del tutto sensata che mi è costata un totale di venti euro: una mascherina per dormire a forma di unicorno, un phon da viaggio color nero e bronzo e, soprattutto, un cuscino ergonomico di dimensione pari a centimetri 40x70. Perché, dovete sapere, all’appartamento mancavano anche dei cuscini decenti per dormire. Molto bene.

Il giorno successivo è stato il giorno della fiera: ho fatto il pieno di informazioni, di esclamazioni “Ma siete di Venezia? Amazing!”, di idee, di contatti, di bellezza (che Iddio benedica la cancelleria!). Con discreta mestizia devo invece ammettere che non ho fatto il pieno di omaggi. Alla fine qualcosa ho portato a casa, ma ero partita con l’idea di imbarcare una valigia apposta. Ecco, no. Ma va bene lo stesso dai. Non era quello lo scopo. 
Per fortuna non si poteva comprare niente al dettaglio, altrimenti sarebbe finita male, malissimo. Paperworld è una fiera pensata per le aziende, non per i privati, quindi non consiglio il viaggio a chi non ha un business a tema. 
 Con lo stesso biglietto si poteva anche accedere a Creativeworld (cartopazze level pro, pennini, stencil, bombolette spray, pennelli, tempere, robe) e a Christmasworld (il mio padiglione preferito è stato quello delle luminarie, dirò solo carrozza luminosa di Cenerentola alta 10 metri).
È stata un’esperienza davvero positiva.

La città di Francoforte purtroppo non l’ho potuta visitare più di tanto, il tempo era davvero ristretto. Però, se per caso vi trovate in zona, vi consiglio di prendere la Frankfurt Card per poter salire su tutti i mezzi e per sconti in musei e negozi. 

Per concludere il weekend con il brivido mio fratello ha pensato bene di dimenticarsi su una panchina dell’aeroporto una borsa (con dentro, tra le altre cose, la tazza di Starbucks per la mia collezione) e di ricordarsene subito dopo aver passato i controlli di sicurezza. Che pazze risate. Ha dovuto chiedere a un simpatico militare dotato di mitra di accompagnarlo all’uscita (“Ma poi posso rientrare con la stessa carta d’imbarco?” “Ma certamente!”), ha per fortuna trovato la borsa ma, pensa un po’, la carta d’imbarco non funzionava più per entrare. Io sono sbiancata, ho perso 8 chili, mi è venuta la tachicardia e ho cercato di escogitare un modo per farlo passare di nuovo tipo comprando un biglietto a caso per una destinazione random. Mio fratello invece è sparito per i meandri dell’aeroporto, pacifico, ed è riemerso dopo un po’ con una carta d’imbarco funzionante, mentre io l’ho chiamato tipo 80 volte nel panico.
Per fortuna è finita bene. Per fortuna non tutti sono ansiosi come me.
Io, comunque, sono riuscita a far stare nel bagaglio a mano il cuscino ergonomico di centimetri 40x70. Eroina.

Vi saluto, ci sentiamo alla prossima avventura.
Ma forse anche prima.

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