giovedì 28 marzo 2013

Spring style

E' primavera? Così pare.
Io però ho un freddo che sto per morire. Come gran parte della gente in Italia. Primavera, where are you? Son stufa di mettermi maglioni di lana.

A questo proposito, ammetto di essere indietrissimo. Riguardo cosa? Riguardo il guardaroba primaverile/estivo. Non ho comprato NIENTE. O quasi. Non è da me.
Ho preso solo un maglioncino di cotone con le maniche a tre quarti. E delle scarpe ROSA (e la colpa è tutta sua).

Quindi è tempo di aggiornarsi.
Capiamo quali sono le tendenze per questa primavera DUE-ZERO-UNO-TRE (su le maniiii). O, almeno, quelle che io credo tali.

- Righe bianche e nere: camicie a righe, pantaloni skinny a righe. Per me sono tendenzialmente un sì, anche se fanno un po' carcerato. Ma anche juventino, quindi, a maggior ragione è un sì. Non ho ancora provato niente, ma una camicia potrei proprio valutare di prenderla.

Zara presenta La Carcerata
- Scarpe col tacco medio/grosso: io dico sì ad entrambi. Perché le scarpe col tacco altissimo le compro, sì, ma poi va a finire che le lascio dove sono. Poi, essendo alta, del tacco 12 posso benissimo fare a meno.
Zara

- Salopette: santoddio. Ma davvero? Ma siete sicure? E' di nuovo il millenovecentonovantasei? C'è Ambra con il suo zainetto dietro l'angolo? Questa cosa delle salopette che tornano di moda mi provoca dei conati di vomito. Ammetto di averle messe in passato, ne avevo una della Lee (esiste ancora?) che mi stava un amore, ma porca miseria, avevo 12 anni. E consideravo la mia borsa della Onyx con la bambina seduta sulla vespa il massimo del trendy. Ci siamo capiti.
Ma Asos e Zara ci dicono salopette. Io dico NO.

Asos
Asos
- Magliette corte: mi dicono che adesso si chiamano crop top. Ma dico, STIAMO SCHERZANDO? Vi sembro Pamela Petrarolo? O Brenda Walsh? La pancia fuori?? Ma io non so. Sono indignata. Eravamo state brave. Ce ne eravamo liberate. Ma poi, dove cavolo dovrei andare a 29 anni con l'ombelico a vista?
Asos

Asos. Che taglia avrà questa qui? La 34? Aiuto.
Zara. A me sembra una presa in giro.
- Gonne lunghe: andavano già l'anno scorso, lo so, ma io arrivo sempre dopo. Comunque mi piacciono. Anche se, col fianco largo, non so se sia il caso. E non mi piacciono con la maglia lunga e larga sopra, mi fa molto vecchia zingara.

- Occhiali da sole tondi: ma stanno davvero bene a qualcuno?
Asos

- Pencil skirt: potenzialmente sono un sì, di fatto non saprei quando/dove/perché metterle. Quindi diciamo ni.

H&M

- Pantaloni stampati: H&M ce ne offre di ogni tipo. Alcuni decenti, altri agghiaccianti. Dico sempre un NO fortissimo a quelli a fiori. Tendenzialmente meglio quelli con disegni piccoli. Ma non si può mai dire.

H&M. Forse sì.
H&M. NO.
Che fatica. Mi sa che, alla fine, non comprerò niente.
Forse.

venerdì 22 marzo 2013

Collezionismo

Ciao, mi chiamo Laura e sono una collezionista.
- Ciao Laura.

E' così. Fin da piccola ho sempre provato gusto per l'accumulo compulsivo di roba di una stessa categoria.
Credo che siano stati i miei genitori ad attaccarmi la mania del collezionismo, ma non sapevano che la cosa sarebbe poi degenerata.

Credo che esistano due tipi di collezioni. Quelle che decidi di fare (collezione consapevole) e quelle che ti trovi ad avere senza quasi rendertene conto (collezione inconsapevole).

In principio furono le Barbie. Sono arrivata ad averne una ventina circa. Comprese le tre gloriose Barbie Gran Galà, di cui una ancora integra nella sua scatola chiusa. Ancora bellissima come se non fossero passati... ehee? Vent'anni?
Comunque, le Barbie sono un classico esempio di collezione inconsapevole.

Barbie Luce di Stelle. Non era la più bella di tutte?


Poi sono arrivati i Paciocchini, i Gemellini e i ciucciotti. Qui parliamo di collezioni consapevoli e ancora ancora sensate. [Beh, i ciucciotti sono stati una cosa allucinante. Tutte ad andare in giro con 'sti catenoni con attaccati chili di ciucci colorati. Alcuni anche smangiucchiati (non i miei).]



Perché dovete sapere che, durante gli anni delle elementari, ho dato inizio a delle collezioni dementi di cui una volta ho anche parlato su twitter. E le mie compagne di classe mi hanno seguito a ruota come delle cretine. Si trattava della raccolta di:

- punte di matite colorate e non, che hanno provocato amputazioni senza pietà dei pastelli più rari tipo il verde acqua e il lilla e sgridate fenomenali da parte delle maestre;

- residui della cancellatura con la gomma: via tutte a cancellare come forsennate per costruire, con i resti, la Gomma Definitiva. (e perché non incollavate direttamente le gomme insieme, mi chiederete voi. Eh, boh);

- cannucce dei succhi di frutta. Queste CE LE HO ANCORA. Lo schifo. Lo so.

Poi sono passata a cose abbastanza trash.
I campioncini di profumo.
Questa è stata una collezione consapevole, nata dal tentativo dei miei di corrompermi.
Dovete sapere che a loro piaceva da matti andare, la domenica, ai mercatini dell'antiquariato. Tutte le domeniche uno diverso, erano dotati di calendario, organizzatissimi. E io odiavo andarci. Mi annoiavo da matti.
Però, ai suddetti mercatini, si potevano troavare anche banchetti che vendevano campioncini di profumo. Ma non le schifezze che ci danno adesso in profumeria, vere e proprie miniature dei profumi in formato normale. E io li amavo alla follia. Li cercavo come un cane da tartufo. Così i miei mi promettevano di comprarmene uno o due se fossi andata via con loro senza rompere le palle.
E quindi collezione fu.
E ancora resiste nella mia camera.
Ci sono affezionata. (Ecco la foto. Non giudicatemi.)


Alle superiori sono partita con cose più serie. Smalti e borse.
Di qualità per lo più infima.
Avevo almeno una trentina di borse a dir poco orrende a guardarle adesso, ma ne ero così orgogliosa. Erano il mio vanto.
"Ma quante ne hai?" Eh, sapessi.

Per ciò che riguarda gli smalti, la collezione ha avuto due fasi, con in mezzo un periodo di nulla totale.
Verso la terza/quarta superiore il cattivo gusto l'ha fatta da padrone, e il mio talento trash si è svelato quando compravo smalti blu con brillantini, verde smeraldo, solo brillantini coloratissimi (comprati a Londra ed invidiatissimi), uno che si illuminava con le luci della discoteca, ricordo anche un Deborah edizione capodanno 2000 con brillantini di tre colori, bianco rosso e verde, solo al pensiero rabbrividisco.
Comunque ne avevo un beauty-case pieno. Non credo di averli mai contati, ma erano tanti.
Poi c'è stato il periodo della french. Oh, andava di moda, erano i primi anni 2000, era socialmente più che accettata. Doveva ancora arrivare l'ondata tamarra delle ricostruzioni.
Io però ho smesso di comprare smalti.
Per un periodo non li mettevo neanche più.
Fino a quando, nell'estate 2010, all'aeroporto di Barcellona, tipo illuminazione sulla via di Damasco, ho comprato il Particuliere di Chanel. E lì è stato l'inizio della fine.
Sono rientrata nel tunnel. Pesantemente. Perché, se una volta mi accontentavo di smalti Deborah e l'Oreal, ora non più.
E, senza rendermene conto, è finita così:



Questa è stata decisamente una collezione incosapevole. E in realtà ne mancano, le foto sono di qualche tempo fa. Lo so che alcune ragazze ne hanno molti più di me, ma a me sembrano già tantissimi.

Madre sostiene che io abbia anche una collezione di calzini da matta, ma io non sono d'accordo.

Ultima in ordine di tempo, la collezione delle tazze di Starbucks, le city mug.
Alcuni la riterranno anche questa discretamente tamarra, ma cosa volete farci, io le amo.
In realtà è ancora piuttosto scarna, ma io ne vado lo stesso orgogliosa.
Il problema è che, rispetto al passato, viaggio meno. E quindi è più difficile averne di nuove.
Aggiungete poi che io non voglio rompere le palle alla gente chiedendo che me le portino a casa dai loro viaggi. Ma l'amica pazza l'ha fatto lo stesso, anzi, ha commissionato l'acquisto, così ora ho anche le tazze di Dubai e degli Emirati Arabi. Peccato che sono piccole, ma sono bellissime lo stesso.



Ogni tanto mi metto su internet e guardo le collezioni di mug altrui. Sono matta, lo so.

Ma poteva andare peggio.
Avrei potuto collezionare palle con la neve.
Invece per fortuna no.
Ma non si sa mai.

martedì 19 marzo 2013

Amarezza

Eccomi, ci sono ancora.
Forse.
Nella mia testa ci sono diversi post simpatici da scrivere, ma non ce la faccio. Non ci riesco perché non ho tempo, ma non ce la faccio neanche con la testa.
Mi sento in una buca.
E non sto neanche facendo niente per uscirne.
Poi mi capitano delle stronzate, tipo spezzare l'ombrello Burberry che i miei mi avevano portato da Londra nella portiera della macchina, e mi viene da piangere.
Tipo organizzare un'uscita con delle ragazze che ormai mi sento di chiamare amiche e poi salta tutto. (Con questo non voglio farvi sentire in colpa, eh. Lo so che avevate buone ragioni per non venire).
Poi penso che tra quattro mesi compio trent'anni e la mia vita non è proprio un granché. Per essere gentili.

Ok, i post tristi non piacciono a nessuno, ma in questo momento va così. 
Magari domani andrà meglio.

venerdì 8 marzo 2013

Il mio progetto #3

Bene, è tempo che io aggiorni l'automarchettone con le novità che ho creato di recente.
Questa volta sono stata brava, ho pensato anche ai disgraziati come me che il moroso/morosa/compagno di vita/marito/moglie/convivente non ce l'hanno. E' ora di finirla di discriminare la gente solo perché non è in coppia.
Quindi, ecco qua, il quadretto per ricordare il vostro Luogo del Cuore.


Scegliete lo stato, la città per voi importante e la didascalia. Et voilà, il gioco è fatto!
D'accordo, in questo quadro ci sono i nomi di una coppia (fittizia, non ho nessun fidanzato che si chiama Federico)(magari ce l'avessi), ma è un caso.
Nella didascalia potete scrivere quello che volete, dal vostro nome, ad una data in particolare, ad una frase che ricorda il vostro luogo del cuore.

Potete utilizzare questi quadretti per ricordare un viaggio particolare, il luogo della vostra prima casa, quello dove è nato vostro figlio, il posto dove Lui vi ha chiesto di sposarlo, il vostro viaggio di nozze, l'Erasmus, il Paese dove vi siete sposati, il vostro primo viaggio sole con un'amica, la città dove avete fatto l'università e che vi è rimasta nel cuore (questa non so se sia credibile, sento tanti che odiano la città dove hanno fatto l'università. Beh, in realtà io no). Oppure un luogo a voi caro per qualche altro motivo, devo dirvi tutto io? :)


Lo sfondo si può fare del colore che volete (anche se sul sito ci sono delle scelte già predisposte) e vi manderò una bozza prima di andare in stampa.
I quadretti sono disponibili in tre diversi formati: quadrato (25x25 cm), rettangolare grande (25x34 cm) e rettangolare piccolo (21,5x27,5 cm). Le cornici possono essere o bianca o nera.
Trovate tutto qui.


Spero che anche questa serie di quadretti vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate!

mercoledì 6 marzo 2013

Spazio handmade

Da quando mi sono messa a produrre i miei quadretti ho iniziato a sentire particolarmente vicine tutte quelle ragazze che, come me e spesso meglio di me, costruiscono oggettini con le loro mani e li vendono tramite blog, siti, etsy.com, social network ecc.
Io le osservo con particolare attenzione perché da chi ha più esperienza si può sempre imparare qualcosa.
Oggi ve ne voglio presentare due.

La prima è Esprit a vivre.
Nuova nel campo quasi quanto me.
Ma sta già facendo un successone.
Fa con le sue mani e poi vende dei bracciali bellissimi e degli oggettini in pannolenci per bimbi, ma non solo.




Ma soprattutto, beccatevi questi. Io li vorrei tutti.




La potete trovare sul suo blog, nel suo negozio Etsy L'Angolo di Viola, oppure su instagram, cercando rabbitsweetears. Per altre info, scrivetele a espritavivre@gmail.com.

La seconda di cui vi voglio parlare è Iaia di That's Mine.


Lei produce bijoux già da un po' (dal 2007) ed è bravissima! Mi dimentico sempre che nella realtà è un ingegnere... 
Il suo blog, poi, è molto curato ed organizzato oltre che molto bello, trovare quello che fa per voi è semplicissimo.
In questi giorni sono uscite delle novità e le mie preferite sono queste (ultimamente ho la fissa per le collane "importanti")(mi dicono si chiamino statement necklace):




Ma c'è anche molto altro!




Ecco qui, queste sono le due ragazze che volevo presentarvi oggi, visitate i loro blog/negozi/social, ne vale proprio la pena!

Chissà, forse questa diventerà una rubrica, forse no... Vedremo se troverò altri blog/negozietti on line di cui vale la pena di parlare! I suggerimenti sono ben accetti. 
Intanto, adios!

venerdì 1 marzo 2013

Una lunghissima settimana

Questa settimana mi sono innamorata due volte.
No, aspettate, forse non è successo tutto la stessa settimana, ma questo è il mio dodicesimo giorno lavorativo consecutivo e inizio a non capire più una fava.
Dicevamo.
Doppio amore a prima vista.
Il primo è stato uno dei poliziotti dei seggi. (Hai il mio numero, chiamami!).
Il secondo è il mio nuovo fisioterapista.
Non c'è molto altro da dire.
Ma andiamo con ordine.

Prima vi racconto brevemente le elezioni.
E' stato abbastanza un delirio.
Vi ricordate che nello scorso post mi auguravo di avere degli scrutatori non completamente deficienti? Ecco, non mi è andata tanto bene.

Scrutatore Numero Uno: dell'età di Padre, ho pensato bene pure di nominarlo vice presidente. Vai a pensare che questo non avrebbe fatto niente, ripeto, NIENTE, tranne fare i timbri sulle schede elettorali e consegnare le schede quando io non c'ero. Stop. Ho provato ad insegnargli cosa doveva fare per registrare gli elettori, poi ho lasciato perdere. Non parlava, non si capiva cosa pensava, un incapace.

Scrutatore Numero Due: donna, parlava quasi solo in dialetto, parlava tanto, parlava sempre. Non sapeva l'alfabeto, quindi non trovava mai gli elettori negli elenchi, non sapeva contare. Facevo controllare le schede rimaste per essere sicura che fosse tutto a posto, lo faceva lei e i conti non tornavano MAI. I colpi che mi sono presa non potete capirli. E invece era solo lei che non era in grado di contare.
Mi ha raccontato tutto il suo parto minuto per minuto, cosa fanno sua figlia, suo marito, il moroso della figlia, i suoceri della figlia. Che sua figlia, se fosse stata un maschio, l'avrebbe chiamata Anthony. O Kevin. Molto bene.
Le ho detto che avevo male al collo e voleva mettersi a farmi un massaggio là, in mezzo al seggio, con la gente che veniva a votare.
La morte proprio.

Scrutatore Numero Tre: una ragazza che già conoscevo, senza infamia e senza lode, almeno ha fatto il suo lavoro.

Scrutatore Numero Quattro: il mio vicino di casa, forse futuro magistrato, grazie al cielo c'erano lui e mio fratello, altrimenti non so cosa avrei fatto.

Durante i due giorni di votazioni non sono successe cose degne di nota, a parte gente che si lamentava a caso, gente che urlava "Lecca la matita!" (bleah), io che, per il nervoso, mi sono buttata giù un paio di Imodium.
E poi c'era il mio amore poliziotto, così carino e alto e porca miseria, io non ho mai avuto tempo di andar là a chiacchierare come invece ha fatto Fratello. Quindi non so neanche come si chiama. Che tristezza.
Lo spoglio è andato via liscio, temevo che mi arrivassero lì settantadue rappresentanti di lista, invece fissi da me ce ne sono stati solo due.
Nelle schede non c'era scritto niente di particolarmente creativo (delusione), un "vaffanculo", un "Vergognatevi!", un "mona" (che potrebbe essere interpretato in almeno due modi*), mi pare anche un "Andate a lavorare".

E insomma anche queste elezioni sono andate.
A maggio mi toccheranno le comunali, che prevedono la possibilità di dare non una, ma DUE preferenze. Che Iddio mi aiuti.

Ma parliamo del mio nuovo fisioterapista.
Figo. Ma figo. Ma figo! E anche simpatico.
E sposato.

GAME OVER.

Peccato.
Peccatissimo.
E non vi dico l'imbarazzo di farsi massaggiare da uno così figo.
In realtà mi ha anche fatto molto del male. Infatti stamattina ci sono tornata ed ero terrorizzata, ma sono ancora viva, per fortuna.
Vi ho già detto quanto è figo? E che lo sognerò tipo per sei mesi?

Mamma mia, son proprio messa male.


*stupido e organo sessuale femminile

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...