giovedì 28 novembre 2013

Single

Oggi voglio fare un appello.
Un appello serio.
Tipo quelli che fanno in tv d'estate, tipo "Non abbandonate i vostri cani" et similia.

Non abbandonate i vostri amici single.

L'altra sera sono uscita con un'amica che non vedevo da diverso tempo.
Sono proprio contenta di averla rivista, abbiamo passato una bella serata e ci siamo aggiornate riguardo le nostre vite.
E parlando parlando sono saltate fuori delle cose che non sapevo e che mi hanno fatto rimanere malissimo.
Ho scoperto che uno che credevo fosse mio amico ha fatto una festa per i suoi trent'anni e non mi ha invitato. E invece ha invitato l'ex della mia amica.
Ma porca vacca, ci conosciamo da... oddio, adesso svengo, praticamente 25 anni.
E inviti 'sto cretino che conosci da mezza giornata e me no?

Altro esempio: ho scoperto che un'amica della vecchia compagnia con cui uscivo è incinta.
Ho scoperto.
Da terzi.
Non me l'ha detto lei.
Non me l'ha detto suo marito.
Li ho sempre considerati degli amici.
Non ci vediamo spesso, è vero, ma non pensavo di essere stata tagliata fuori a questi livelli.
All'inizio, quando l'ho scoperto, ero felicissima per loro. Lo sono ancora, ma sinceramente sono anche parecchio delusa.

Non so se giustificarli, in fondo loro sono sposati (anche il tizio della festa di compleanno), io non ho neanche un ragazzo. Forse per loro questo è un problema.
Ma non lo trovo tanto giusto.
Anzi, la cosa mi fa proprio incazzare.
Da quando essere single è una malattia?
Cosa ho fatto io di male per essere lasciata da parte?
Non lo so, davvero.

Capisco che se sei sposato/fidanzato/convivente hai interessi diversi.
O no?
La cosa mi rattrista molto.
Moltissimo.

Potreste dirmi che forse il problema non è l'essere single. E' vero. Il problema potrebbero essere altri miei comportamenti (però non mi pare di aver fatto niente di male) o potrebbero essere loro che sono semplicemente degli stronzi.
Però mi resta una sensazione strana.

So che per di qua passano persone sposate.
Voi avete amici single?
Trovate più difficile interagire con loro?
Fatemi capire.
Perché io adesso ci sto abbastanza male.

lunedì 25 novembre 2013

Myboshi: and the winners are...

Eccoci, ci siamo.
Mi avete proprio messo in crisi.
Ho passato il pomeriggio di ieri stampando commenti, sottolineando e scrivendo cose su un blocco.
Poi ho coinvolto The old pink family perché stavo schizzando.
Troppa responsabilità, poi mi viene l'ansia.
Io vi avrei fatti vincere tutti (tuttI perché ha partecipato anche un uomo! Pazzesco!)
Mi vorrete ancora bene, vero? Eh?

Ok, bando alle ciance, sennò sembro la Marcuzzi quando ci metteva sette ore a dire chi usciva dalla casa del Grande Fratello.

Vincono il kit Myboshi:

Annina (perché Padre ha deciso che doveva vincere "quella del treno")
Tenebra Scarlatta (perché amica, siamo sulla stessa barca, quanto ti capisco. Mi dovrei procurare anch'io un gatto. Attendo comunque l'arrivo dei Pinguini di Madagascar. Carini e coccolosi.)
Francesca da Torino (perché Madre non ha avuto dubbi in merito. Ci sei piaciuta.)

Due di voi non hanno lasciato la mail, quindi per favore contattatemi entro domani, altrimenti sarò costretta a scegliere qualcun'altro. I signori Myboshi mi hanno dato delle scadenze.

Concludo mostrandomi la mia ennesima opera, sempre più difficile signori!


Questo sul libro è contrassegnato col massimo della difficoltà.
Ah-ah.
Solo che ci andrebbe anche il frontino che io non ho fatto perché DOVE CAVOLO VADO CON UN BERRETTO COL FRONTINO?
In ogni caso ho smadonnato abbastanza.
Una volta capito il procedimento è facile, ma prima bisogna capire il procedimento. E io non lo capivo.
Comunque lo trovo bellissimo, a parte che forse è un po' troppo rosa perfino per me.

Bene signori, anche questa è fatta, ripongo l'uncinetto del potere e torno nel mio angolino :)
Adios!

giovedì 21 novembre 2013

Pazze pazze ricette: torta di grano saraceno

Domenica mattina mi sono cimentata con la torta di grano saraceno.
L'avevo sempre solo mangiata, solitamente in rifugi in mezzo alle piste da sci del Cadore o dell'Alto Adige.
Ed è buona da far spavento.
Era un po' che avrei voluto provare a farla, ma non avevo idea di dove trovare l'ingrediente base, cioè la farina di grano saraceno.
Quindi avevo lasciato perdere.
Finché, la settimana scorsa, Madre è tornata a casa con un calendario con stampate 12 ricette di dolci tipici di montagna, ed è venuto il trip del grano saraceno pure a lei.
Quindi si è messa alla ricerca della farina perduta come una novella Indiana Jones (o come un cane da tartufo, come preferite), per poi scoprire che la vendevano nel nostro solito supermercato.

Mi telefona mentre io ero in ufficio e mi chiede che altri ingredienti ci vogliono per la torta. 
Ma io che cavolo ne so?
Quindi cerca in internet.
"Marmellata di ribes rossi. La vendono credo solo all'Ikea."
"Vabè, ascolta, lasciamo perdere."
Bene.

E invece ha solo fatto finta di lasciar perdere e ha comprato altri ingredienti A CASO.

Quindi questa sarà una ricetta un po' rivisitata.

Poi io, che sono un genio del male, ho iniziato seguendo la ricetta di Giallo Zafferano, poi ho deviato su quella che c'era scritta sul calendario, ho inventato un po' e poi sono tornata su Giallo Zafferano.
E non ho neanche combinato casini! Incredibile.




Quindi, ingredienti:

250 gr di burro (Giallo Zafferano dice 300, ma io quello avevo)
300 gr di zucchero 
300 gr di farina di grano saraceno
100 gr di farina 00
6 uova 
una bustina di vanillina
una bustina di lievito
100 gr di nocciole (che non c'entrano una fava, alcuni mettono le mandorle, ma fidatevi)
marmellata di lamponi (madre ha preso questa)

Non ricordo esattamente come è andata all'inizio.
Di sicuro vanno divisi tuorli e albumi.
E di sicuro vanno montati insieme burro e metà dello zucchero.
Si uniscono i tuorli. Credo. Sì dai.
E poi via, tutto il resto.
Ah, le nocciole vanno tritate.
E il sale! Non dimenticate il sale.
Quando avrete mescolato tutto (ma non gli albumi, che vanno montati a parte), sarete sudati fradici, perché viene un pastone durissimo che vi farà dubitare della buona riuscita del tutto.
Poi aggiungete un po' alla volta gli albumi.
Imburrate e infarinate una teglia di quelle che si aprono e schiaffate tutto in forno a 180 gradi.
La mia ci ha messo un'oretta a cuocere.
La ricetta originale mi diceva 45 minuti, ma io l'avevo bellamente buttata alle ortiche.

E' venuta perfetta.
L'ho lasciata raffreddare, poi Madre l'ha tagliata e ha messo la marmellata perché io ero fuori (a volte ho  anche una vita, pensate un po').

Insomma, era BUONISSIMA.
'Na bomba.
L'abbiamo servita con la panna montata a parte.
E' la morte sua.

Fatela.
Fidatevi.
Mi ringrazierete.

 Ah, vi ricordo che avete tempo fino a domenica per partecipare al contest Myboshi

P.S. Quanto è bello il nuovo header? Sono molto fiera di me stessa. Se vi fa schifo non lo voglio sapere.

lunedì 18 novembre 2013

Myboshi: I did it


Ebbene sì.
Ce l'ho fatta.
Ci sono riuscita.

HO FINITO IL MIO PRIMO BERRETTO MYBOSHI.
Ed è anche carino!
Sobrio NO, ma carino sì dai.


Basta con le kippah.
Basta con gli insulti al maledetto uncinetto.
Alla lana.
A me stessa.
E se ce l'ho fatta io, lo possono fare tutti, credetemi.

Ne ho anche iniziato un altro!
Per Fratello.
Un pelo più sobrio.


Una volta capito il procedimento ci vuole davvero poco per fare un berretto.
Ecco, non le due ore che prevede il libro, ma in due-tre sere si fa.
Mi hanno molto aiutato i tutorial che ho trovato su Youtube. In tedesco. Io non so il tedesco. Però ho guardato le figure.

Comunque, i signori Myboshi hanno capito tutto dalla vita e mi hanno contattato.
Per davvero!
I miei sforzi non sono stati vani.
Quando ho letto la mail ho riso come una pazza.
I miei smadonnamenti li hanno colpiti.
Mi sono sentita come He-Man quando sfoderava la spada e diceva "Per il potere di Greyskull!", solo che io ho brandito l'uncinetto e ho urlato "Madre, passami il gomitolo color lampone!"

Insomma, i signori Myboshi mi hanno dato la possibilità di regalare a tre di voi, signori e signore, la bellezza di tre kit che contengono ognuno:
- tre gomitoli di lana Myboshi
- lo strumento del diavolo aka l'uncinetto DMC numero 6
- il libro con le istruzioni per fare diversi modelli di berretto (io sto già puntando a quelli più complicati, non so come finirà. Male, probabilmente.)


I vincitori riceveranno il kit direttamente dai signori Myboshi (o, più precisamente, dalla DMC) e dovranno ovviamente fare (o provare a fare) un berretto, fotografarlo e la foto verrà pubblicata (previa autorizzazione) sulla pagina Facebook della DMC nel week-end tra il 7 e l'8 dicembre, ossia all'apertura delle piste da sci.

Cosa dovete fare per vincere il kit?
Muahahaha.
Secondo momento He-Man.
Scrivete un commento in cui mi spiegate perché vorreste avere il kit Myboshi. 
Semplice.
I tre commenti più simpatici, quelli che mi faranno più ridere, vinceranno.
Ah, mettete anche la vostra mail nel commento, altrimenti non saprei come contattarvi.
Avevo dimenticato una cosa importante, potete partecipare solo se siete residenti in Italia o se avete un recapito a cui spedire il premio in Italia.
Avete tempo fino alle 23.59 del 24 novembre.

Se vi va, pubblicizzate questo post.
Se avete voglia, mettete "mi piace" sulla pagina fb di DMC (io l'ho fatto, sono completamente dentro al tunnel) (tra l'altro DMC è un mio amico di vecchia data, dovreste vedere quanti chili di matassine per il ricamo a punto croce avevo. Le devo trovare.)
Se non avete altro da fare, seguitemi su Twitter, Instagram, Facebook (ci sono i bottoncini appositi qui in alto sulla destra.), qualche stronzata nuova viene sempre fuori.
Oppure anche no.
Vedete un po' voi.

Adesso immaginatemi vestita come i giudici di Giochi senza frontiere quando davano il via alle prove col fischietto in mano.
(Ve lo ricordate il gioco del fil rouge? Ok, sto divagando)
Trois, deux, un... fiiii! (è il rumore del fischietto)

sabato 16 novembre 2013

Telefilm, assenza di

La verità è questa.
Da quando ho cominciato a lavorare non ho quasi più tempo di guardare i telefilm.
E la cosa mi rattrista molto.
L'unico che porto avanti è Grey's Anatomy.
GREY'S ANATOMY, capite?
Lo schifo che è diventato.
La banalità e la mancanza di idee.
Quei nuovi specializzandi inutili.
Ma continuo a guardarlo.
Non so perché. Sarà l'abitudine.


In un momento di raptus ho recuperato anche Glee. A proposito di serie andate in vacca.
A questo proposito, Cory, dovevi proprio morire? Ma porca miseria.
La 5x03 mi è stata quasi letale. Siamo ai livelli di quando, in ER, è morto il dottor Green. Se ci penso mi torna il magone. La spiaggia, Somewhere over the rainbow con l'ukulele e io che mi soffocavo quasi con i singhiozzi.

Volevo guardarmi Fringe dall'inizio.
Io non ho visto le ultime stagioni e, con la programmazione a casaccio di italia 1 non sono mai riuscita a vederlo in modo sensato, solo una puntata ogni tanto quando lo beccavo.
Solo che è un'impresa titanica.
Non so se ce la farò.
Però, Peter, lo sai che io ti amo.


Se poi c'è Una mamma per amica tutte le sere su La5, come faccio?
Sì, lo so a memoria.
Sì, l'ho visto sei miliardi di volte e recito i dialoghi insieme agli attori.
Ma non resisto.
Anche se, adesso che Rory si è messa con quello stronzo di Jess, potrei tranquillamente fare a meno di guardarlo. Lo so, LO SO che voi Jess lo amate. Quel bulletto fastidioso. Ma come fate?

Poi, incredibilmente su Rai 4, il giovedì sera, stanno facendo Once Upon a Time senza cambiare programmazione ogni settimana. Quindi lo sto seguendo.
Adesso che ci penso, ho un telefilm in tv per tutte le sere della settimana.

Lunedì: White Collar sul canale 39 che adesso non ricordo come si chiama, Crime qualcosa forse. Top Crime! Ecco
Martedì: Criminal Minds, Rai 2
Mercoledì: The Mentalist, Rete 4 (in realtà però un po' mi annoia)
Giovedì: Once Upon a Time, Rai 4
Venerdì: dipende, guardavo Lie to me ma mi pare che non lo facciano più, quindi Grey's Anatomy scaricato
Sabato: incredibilmente qualche volta esco, ma so che fanno Castle, di cui ho perso il filo però.
Domenica: House, ultima stagione che sto guardando per la prima volta, ma di cui si poteva tranquillamente fare a meno.

Ciao, sono ancora una maniaca di telefilm e non me ne ero neanche resa conto prima di scrivere questo post.

Però mi manca la novità.
Mi mancano le maratone di 26 puntate consecutive.
Ah, essere adulti, brutta storia.
In ogni caso, avete qualcosa da consigliarmi?
Nonostante tutto vorrei fare un tentativo.

Dai, poi apriamo insieme una clinica per disintossicarci.
Oppure no.

mercoledì 13 novembre 2013

Myboshi: non sei tu, sono io

L'altro giorno vi ho parlato delle mie disavventure nel tentativo di fare un berretto Myboshi all'uncinetto.
Ho dato la colpa alla lana, allo schema, a Iddio.
Poco dopo Fratello è tornato a casa con quella che doveva essere la salvezza: la lana Myboshi vera e il libro con quindici schemi da seguire per fare i suddetti berretti.



Bene.
E' fatta.
Sono a cavallo.

STRONZATE.

Ho scoperto che il problema non è la lana.
Non è lo schema.
Il problema sono io.

Ieri sera ho finito un altro berretto.
E' UN'ALTRA MALEDETTA KIPPAH.
(Al riguardo dovrò parlare con il mio coniglio di peluche, anche se non mi pare convinto come l'orsetto di 'sta cosa della circoncisione.)

Trova le differenze.


Ora, il berretto in sé è oggettivamente orribile, quindi non morirà nessuno se non lo porterò, anzi, forse è proprio meglio così. Non so a cosa pensavo quando ho messo insieme quei colori.
In ogni caso, vorrei capire cos'ho sbagliato.
Ho seguito lo schema.
Ho fatto tutto per bene.
Mi è anche venuta fuori una vescica sul dito medio.
Sto facendo un callo sul pollice.
L'uncinetto è lo strumento del demonio, non c'è altra spiegazione.

Mi dicono che forse stringo troppo i punti.
Ma quanto "troppo"?
Avrei dovuto finire un gomitolo, invece me ne resta circa un terzo.

AIUTATEMI.

Aggiornamento: ho scoperto una cosa. HO DI NUOVO SBAGLIATO PUNTO. Sono una cretina.

martedì 12 novembre 2013

La torta Kit Kat e altre storie

Sottotitolo: di quella volta che ho fatto finta di essere una food blogger.
Sotto-sottotitolo: ho fatto veramente una cosa che avevo visto solo su Instagram.

Fratello compiva gli anni.
L'occasione ideale per sbizzarrirmi a fare dolci.
Festa con una ventina di ventenni famelici.
Perfetto.

Prima mi butta lì un "Mi faresti i macarons?", poi se ne dimentica.
Io ormai però ero partita come un rullo compressore.
Quindi, il venerdì sera, dopo una settimana di lavoro devastante, mi son messa a farli.
Volevano essere azzurri, son venuti grigi. Ma vabè, grigio è figo. Azzurro polvere quasi, dai.


Li ho infornati la mattina del giorno dopo.
Con cosa li farcisco?
COL CARAMELLO AL BURRO SALATO.
Come si fa il caramello al burro salato?
Boh.

Ho trovato una ricetta sull'internét.
Non mi ricordo dove. Son passati due mesi, capitemi.
Comunque, il caramello è esploso, quindi ho scoperto che a) la pentola che stavo usando non andava bene e b) la panna va versata MOLTO lentamente.
Il caramello numero uno non andava per niente bene per farcire i macarons.
Liquidissimo.

Allora trova un'altra ricetta.
Compra altro burro. Molto altro burro.
Fai tutto di nuovo, stavolta con la pentola giusta ma con lo stesso terrore di prima (e comunque mi sono schizzata lo stesso e non è una cosa divertentissima).
Aspetta che si raffreddi.
NON SI RAFFREDDA.
Mettilo nei macarons lo stesso.
Si scioglie tutto.
Aiuto.

Alla fine ce l'ho fatta.
Ma ho avanzato quasi due vasetti interi di caramello al burro salato per la gioia di grandi, piccini e della mia cellulite.


Nel frattempo ho fatto questa torta.

E la famigerata torta Kit Kat.
L'avevo vista appunto su Instagram.
Non avevo idea di come si facesse, ma era così carina.

Sembra una vasca in cui sono state buttate sei tonnellate di m&m's.

In realtà è una stupidaggine farla.

Io ho preso il pan di spagna già fatto perché sono una vile e perché avrei dovuto stare sveglia di notte per fare anche quello.

Comunque, è semplice e soprattutto leggerissima.

Si prende il pan di spagna, si imbeve di caffè+liquore al caffè nel mio caso, ma parlavano anche di latte.
Poi si prepara una crema di nutella e panna e la si schiaffa sopra.
Crema-pan di spagna-crema-pan di spagna finchè non raggiunge un'altezza notevole.


  Poi si incollano con la nutella i duemilacinquecento kit kat staccati l'uno dall'altro, sennò è troppo facile, infine si scaraventano i sei chili di m&m's sopra il tutto.


Et voilà.


Quando ho finito di fare tutto mi è venuta la febbre.
O forse era delirio da troppo zucchero, non lo so.

Sezione della torta
Gli amici di Fratello gli hanno chiesto anche quest'anno se mi affitta per feste/festini/celebrazioni.
Io la prossima volta ho deciso che mi faccio pagare.
Oh là.

venerdì 8 novembre 2013

Parole nuove: Myboshi

Oggi parleremo di un argomento di travolgente follia e soprattutto supergiuovane.
Siete pronti?
Tenetevi forte eh.

Oggi parlerò dell'uncinetto.

Un po' forte, eh?
Siete caduti per terra per lo sgomento scommetto.

Niente, mi è venuta 'sta passione adesso.
Nel marasma di hobby da giovane che ho sperimentato ci sono anche il punto croce, il lavoro a maglia (dimenticato, purtroppo), il ricamo in generale (ah, il punto a giorno, quante follie fatte insieme)(di quei pazzi pazzi centrini...).

Ora è l'uncinetto.
Avevo imparato da piccola, facevo presine per tutti, solitamente con della lana orribile color salmone (quella avevo in casa, oh). Lavoravo all'uncinetto ovunque, anche in auto durante i viaggi. Finché un bel giorno, proprio durante un viaggio in auto, ho perso l'uncinetto. E da quel giorno è finita.
Mi direte che avrei potuto ricomprarlo. Certo. Ma non l'ho fatto. Fine della passione.
E mi sono dimenticata tutto.

Quindi, quando un paio di settimane fa mi è ripresa la fissa, mi son trovata sprovvista di tutto.

Comunque non è che mi son sognata così dal niente di ricominciare a lavorare all'uncinetto.
Ho iniziato a sentir parlare di una moda che c'è ora in Germania, quella di farsi dei berretti di lana carinissimi proprio all'uncinetto. I berretti in questione si chiamano Myboshi e sono un'idea di due ragazzi, degli snowboarder (avete capito bene, UOMINI). Adesso non sto a raccontarvi tutta la storia, fatto sta che ho visto le foto e mi sono piaciuti molto. I berretti. Beh, anche i ragazzi.
Si fanno con una lana specifica (la lana Myboshi, appunto) e con l'uncinetto numero 6.
Ma si potrebbero fare anche con altra lana simile.




"Facile" ho pensato io.
Col cazzo.

Sono andata in merceria.
"Buongiorno signora merce(-rista? -rizzatrice? -rizzatora?), io vorrei fare questo e questo, mi servirebbe un uncinetto numero 6 e della lana che vada bene, mi fido di lei perché io non ci capisco una fava".
"Ma ciuerto ragazza, prendi questa lana e questo uncinetto numero 5,5"
"Ma io volevo il 6" "No, va bene il 5,5"
E già qui sentivo puzza di bruciato.

Arrivo a casa, corro da Madreh (perché è lei che sa fare, non credo che ci sarei riuscita da sola) e iniziamo 'sto berretto.
E le bestemmie. Ma le bestemmie.
La lana che mi ha dato quella stronza non va bene.
E' tutta sfilacciata e si fa una fatica sovrumana a lavorarci.
Ma questo non mi fermerà! GIAMMAI!

Imparo a fare il punto che serve, vado avanti, "Che figata! Viene qualcosa! Ma... sembra strano. Non è come nella foto. E' una presina. Madrehee, è una presinaaa!"
Avevo sbagliato punto.
Madre mi ha insegnato il punto sbagliato.


Allora disfa tutto.
Lo sconforto.

Ricomincio altre 73 volte finché, finalmente, viene fuori una parvenza di cappellino.

Ho seguito lo schema.
Dovrebbe venire giusto.

Che carino.
Però mi sembra un po' piccolo.
E' piccolo.
Molto piccolo.
E' una kippah.

Quella maledetta, MALEDETTISSIMA lana è troppo sottile e l'ha fatto venir fuori microscopico.
Avrei dovuto fare delle modifiche allo schema, ma chi cavolo è capace?

Io voglio la lana Myboshi vera.
E' bella, è colorata, dovrebbe essere facile da lavorare.
Solo che non la vendono da nessuna parte.
Il negozio più vicino a me è a Cortina.
A CORTINA.
Mi ci vorrebbero due ore per andarci.


Signori Myboshi, io son qua, eh, se vi avanza un kit me lo potete tranquillamente mandare.

Alla fine mi arrenderò ed acquisterò online tipo un tir di lana.
E farò berrettini per tutti.

Intanto questo lo metto al mio orsetto.
Diventerà un orsetto ebreo.
E vaffanculo mercerista.

mercoledì 6 novembre 2013

Come mi vesto? Fall/winter edition

E' successo un fatto strano (paraponziponizipon).
Fino circa al 20 ottobre non avevo ancora comprato niente per la stagione autunno/inverno.
Se mi conosceste, sapreste che per me non è assolutamente normale.
Di solito inizio ad agosto ad accumulare roba per la stagione successiva.
Ma stavolta niente.

La verità è che mi faceva tutto schifo.
Nei negozi non c'era NIENTE che mi piacesse.

Facciamo un piccolo riassunto.

Tartan: io l'ho sempre chiamato "scozzese", ma i miei sono retaggi degli anni '80. E soprattutto sono traumi degli anni '80. Madre mi vestiva di tartan dalla testa ai piedi. Quindi per me è un grande no.
Non ce la faccio proprio.


Similpelle: zero proprio. Mi sentirei una segretaria porca. Non fa per me.


Doc Martens: stiamo scherzando? Ne ho avuto un paio (tarocco) nel 1998 e mi basta così, grazie. Erano rosso bordeaux, agghiaccianti.


Maglioni corti: ma avete visto il mio culo? (no, lo so, ma fidatevi) Va nascosto. Coperto. Dove penso di andare con i fianchi scoperti?

Calze velate: io non riesco ancora a farcela. Sulle altre mi piacciono anche, quelle a pois più che altro. Io ho bisogno di coprire.

Belle scarpe. Molto belle.

Animalier: non so se sia una moda di questa stagione o se ci sia sempre, ma l'ho visto spuntare ovunque nei negozi. Ormai ci cascano tutte. Anche qui, io non ce la faccio. Mi fa troppo cougar. Colpa di alcuni elementi della mia famiglia che non stimo particolarmente e che lo indossano dalla notte dei tempi.

Ci sarà sicuramente altro, ma ora come ora non mi viene in mente.

Fatto sta che io ho trovato pochissimo da comprare.
Poi ho preso una decisione.
Puntiamo sulla qualità.

Voglio la lana, la lana vera. Basta poliestere.
E ho trovato sul sito di Cos un sacco di maglioni 100% lana merinos. LANA. Tutta lana. A prezzi umani! Incredibile.
E allora via di carta di credito.

Le scarpe.
Non ne trovavo.
Poi, in una settimana, gli acquisti definitivi: un paio di stivaletti di pelle morbidissima, comodi e con un tacchetto interno (di cui potevo anche fare a meno, ma c'erano solo così) e loro, le ballerine Repetto in saldo. Nere, come le cercavo da una vita. Una botta di culo, lo ammetto.
Ho speso un po' in scarpe, ma sono comode e sono sicura che mi dureranno un sacco. Quindi è stato un investimento.



Sabato sono stata a Firenze.
E ovviamente sono caduta nel tranello di Zara.
Ma sono stata brava.
Ho preso solo una collana davvero bellissima che mi serviva assolutamente e una camicia a pois di cui non potevo sinceramente fare a meno. E non è neanche di poliestere, giuro. Viscosa. Dai, poteva andare molto peggio.
Poi ho preso anche il maglione con gli ombrelli di Sisley che cercavo da un pezzo, ma alla fin fine non è una cosa "stramba", una moda che durerà 5 minuti, quindi è in accordo con la mia filosofia.



Durerò?
Mi troverete in giro con dei leggings in similpelle e una camicia plaid?
Ne dubito fortemente.
Ma magari cadrò in altri tranelli.
Staremo a vedere.

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