martedì 25 dicembre 2012

Merry Christmas (#titolioriginali)

Sono arrivata in montagna dopo due giorni devastanti passati a cucinare chili di radicchio, antipasti di forme sospette e soprattutto a fare questo:




È un panettone. E l'ho decorato io. Da sola.

Oggi pranzo in famiglia con mia cugina di sette anni che continuava a chiamarmi Laurina Grassina (stronzissima, io NON SONO GRASSA), ma, a parte questo, tutto bene.

Ora io ceno perché ho fame di nuovo, poi collasserò finalmente a letto.
In ogni caso, buon Natale!

lunedì 17 dicembre 2012

Foto a caso

Tutte a fare fotopost, adesso allora ne faccio uno anch'io. Oh là. E ci sarà anche il gran finale.

Ma iniziamo.


Una vetrina a Cortina, ovviamente in mio onore.



Continuo a comprare cose estremamente utili. Tipo questi stampi ad espulsione per esercitare la mia nuova fiorente attività di cake designer.



La marmellata di cachi appena fatta. Ormai mi sono data anche alla produzione di marmellate. Per ora la migliore è quella mele e cannella. Quella di cachi prevedeva l'aggiunta di liquore, però FORSE ho esagerato, quando apro il vasetto rischio di cadere a terra ubriaca.



Ho fatto altri macarons. ROSA. Molto rosa. Sono molto fiera di me.




Compro solo cose adatte alla mia età.

E, rullo di tamburi, torna a bomba la rubrica "Cattivo gusto da Intimissimi".
Questa volta non ho potuto fare finta di niente.


Capite? Hanno attaccato LÌ un alberello che SI ILLUMINA E CAMBIA COLORE.
Chapeau.
Peggio di così non possono proprio fare. Quindi io mi inchino a tale idiozia.
Magari vibra anche.
No, non voglio neanche pensarci.

mercoledì 12 dicembre 2012

Amavo Julian Ross

Era forse il 1988, io guardavo i cartoni animati tranquilla, mi piaceva Holly e Benji anche se parlava di calcio e mi avevano detto che il calcio non era da femmine. (Avrebbero dovuto vedermi, quindici anni dopo, allo stadio). Comunque, un bel giorno mi sono resa conto di una cosa. Avevo trovato il mio primo amore. Lui era Julian Ross.
Chi era Julian Ross??


Lui era il più figo di tutti, il capitano della Mambo, con quella maglietta gialla brillante e con i suoi problemi cardiaci. Sì, perché lui era un campionissimo, ma poteva giocare solo dieci minuti a partita. Altrimenti il suo cuore faceva crack. E lo faceva davvero. Ricordo quelle scene strazianti di lui per terra sul campo mentre pioveva (pioveva SEMPRE quando lui stava male) con una mano al petto e un fermo immagine del cuore che si spezzava. Povero Julian, quanto stavo in pena per te!



Poi è stato il turno di Shiro Takiki. Ah, Shiro, per te ho cominciato a giocare a pallavolo. Non ho mai capito se fosse davvero innamorato di Mila (poi, neanche un limone in duemilasettecento puntate?).



E Terence. Quello stronzo di Terence di Candy Candy. Lo so, lo so, alcune di voi preferiscono Anthony, ma volete mettere? Era una pippa. E poi muore anche.



Non voglio neanche parlare di Johnny, è quasi magia Johnny. Povero piccolo, sempre preso per il culo da quel troione di Sabrina. Stronza. E gli toccava stare con Tinetta. E che nome è Tinetta?



Poi, lo shock. Il cartone Prendi il mondo e vai. Mi piaceva tanto, TANTO, Kim, il gemello di Tom, quello che giocava a baseball, quello bravissimo bellissimo intelligentissimo. E lui muore per salvare un bambino. MUORE. Che dramma. Che disgrazia. Che dolore. Non mi sono mai ripresa.



Come potete capire, non stavo tanto bene neanche da piccola.
Forse sono l'unica malata che si innamorava dei cartoni animati.
Mandatemi da uno psichiatra.

venerdì 7 dicembre 2012

Regali senza senso

Tutti a fare liste di regali da fare e da ricevere... Forse la farò anch'io, chi può dirlo. Quella dei regali PER ME, ovviamente. Per gli altri non ho idee. Zero assoluto. Vuoto pneumatico.
Ma qui si vuole parlare d'altro.
Si vuole parlare di regali senza senso.
Non necessariamente brutti, sono quei doni che quando li apri sei talmente stupefatto che non riesci neanche a fare la faccia falsa da "Ohoo, è proprio quello che volevo".

Il primo regalo senza senso che ricordo me l'hanno fatto i miei.
Avrò avuto cinque anni, forse sei.
Io non ho mai avuto particolare propensione per la musica, nè desiderio di suonare, magari cantare sì (per questo il Cantatu con le cassettine è stato un regalo azzeccato), ma suonare mai. Tanto meno a cinque anni. E, paf, loro mi hanno regalato una pianola. Una roba enorme, pesantissima, quando la accendevi buttava fuori aria (?) e faceva rumore ancora prima di iniziare a schiacciare i tasti. Niente basi preregistrate, in fondo era il 1988, non esageriamo con la tecnologia.

Ho preso questa immagine da Google, ma è proprio lei!
Poi c'era mia zia. Che ogni anno, OGNI MALEDETTO ANNO, mi regalava un puzzle. Di un milione di pezzi. E a me non sono mai piaciuti i puzzle. Mi annoiano. Mi stufo subito. E lei andava avanti imperterrita. "Ecco, il tuo regalo, vedrai quanto ti piacerà". Sì, proprio tantissimo.


Pochi anni fa, quando avevo ancora uno straccio di moroso, lui mi ha lasciato basita.
Mi ha regalato un cestone per i panni sporchi di stoffa arancione. A parte il fatto che io ODIO l'arancione di un odio viscerale da sempre. Ma per Natale mi regali un cestone per i panni? Ero talmente stupefatta che non riuscivo a spiccicare parola. Capite perché è finita.

Ecco, così, però ARANCIONE

E' giunto poi il turno di Padre. Che un anno si è sognato di regalarmi una cravatta della Juve. Ok, io sono tifosa e tutto, ma una cravatta? Ma perché? Cosa me ne faccio?
Questa è nuova, la mia è a righe. Un classico che non muore mai.

E potrei andare avanti con la lista, ma ve la risparmio.
Ma, per capire, i regali senza senso li ricevo solo io?
Sono curiosa.
Chissà se ne riceverò anche quest'anno.
Attendo fiduciosa.

lunedì 3 dicembre 2012

Contraddizioni

Venerdì sono andata al controllo numero uno dalla dietologa.
Pare che sia stata brava, ho perso un po' di più di un chilo e mezzo, guadagnato massa magra, migliorato l'idratazione e diminuito la ritenzione idrica. Io speravo di aver perso di più, ma pace.
E comunque io ho la dietologa più assurda del mondo. Le ho detto: "Sto cercando di fare più movimento, mi rendo conto che non è sufficiente" e lei "Ma no, ma va', NON È NECESSARIO". Boh. Stranezze.

Sabato, invece, in nome della coerenza che la settimana scorsa mi ha fatto fare i macarons mentre sono a dieta, sono andata ad un corso di cake design.
Tralasciando il fatto che l'insegnante era un incrocio tra Mussolini ed Hitler, è stato piuttosto figo.
Tralasciamo anche il fatto che partecipava al corso anche una delle stronze più stronze che facevano acquagym con me l'anno scorso. Mi guarda e mi fa con un sorriso ebete: "Ci siamo viste da qualche parte? Per lavoro, vero?" "No, bottana, facevamo acquagym insieme l'anno scorso" "Ah, acquagym. Ma anche quest'anno, giusto?" "No, VACCA, non vengo più in piscina da SEI MESI. Stronza.". Che nervi. Continua a scuotere la tua chioma bionda. E tagliati i capelli che hai cinquant'anni, non venti. Fine del momento acidità.

Torniamo al corso.
Abbiamo decorato una torta finta e un mini panettone.
È stato bellissimo.
E io, IO, ho prodotto questo:


Non mi pare ancora possibile.
Sono la regina della pasta di zucchero.
Progetto già di investire tutti i miei averi in pasta colorata e stampini a forma di farfalla e stellina.


Ecco, preparare una torta e poi decorarla è un casino. Ci vuole tipo una settimana. Ma prima o poi lo farò.
Magari prima proverò con i cupcake.

Buddy, vai a nasconderti.

domenica 25 novembre 2012

Vittorie: macarons

Ce l'ho fatta.
Al terzo tentativo ce l'ho fatta.
Ho fatto i marcarons.
E MI SONO VENUTI BENISSIMO.


Ladurée, suca.
Lo so che esistono dolci più buoni, più soddisfacenti e migliori, però avevo un conto aperto con 'sti cosi francesi.

Vi avevo narrato i miei fallimenti rovinosi e posso dirvi che l'errore di base che ho fatto è stato quello di scegliere la ricetta sbagliata. Ho voluto seguirne un paio di facili, approssimative, e quindi è stata la disfatta totale, Caporetto al confronto una lotta a cuscinate.
Quindi, io ve lo dico, Giallo Zafferano is the way.
Ho fatto ESATTAMENTE tutto quello che prevedeva quella ricetta e sono venuti. Ho perfino comprato un termometro per dolci. Che è fondamentale, mi dicono.
Però mi hanno spacciato la ricetta come a difficoltà bassa, tempo di lavorazione 40 minuti. 40 minuti?? TRE ORE!
La ricetta non sto a riscriverla, se la volete è questa.

Prima fase, bianchi montati a neve più sciroppo di zucchero (temperatura 118 gradi, mi raccomando):


Mischione di zucchero a velo e farina di mandorle:


E poi miliardi di palline sul coso apposito del kit che avevo comprato e sulla carta da forno.






E poi bisogna aspettare che si faccia il macaronage o come cavolo si scrive. In sostanza bisogna attendere finché la superficie non è più appiccicosa. Io all'inizio pensavo di aver aspettato a sufficienza. Invece no.


Disastro.
Quindi ho spento il forno e ho aspettato. Ancora e ancora. E sta maledetta pellicina si è formata. Era quasi una crostina. Più umidità c'è nell'aria, più bisogna aspettare.

Ma alla fine l'impresa è riuscita.
Ero quasi commossa.
Ho esultato come quando abbiamo vinto i mondiali.
Ma che fatica.
Ho fatto anche il ripieno, crema al limone.
Non ero mai arrivata a fare il ripieno.


Ecco, tutto sto tribolare, ma io sono a dieta.
Quindi non li mangio.
Che idiota, eh?
Lo so.



lunedì 19 novembre 2012

Ho capito tutto

Stavo pensando che c'è un motivo se io sono così fissata con i vestiti, le scarpe, le borse.
E' così evidente, eppure ci sono arrivata solo adesso.
Bisogna tornare alla mia infanzia, all'infanzia di tutte noi, agli anni '80.
E pensare a quelle tre parole magiche: GIRA LA MODA.


Pensateci bene. Siamo entrate nel tunnel dello shopping compulsivo ancora prima di rendercene conto. Tutti quei vestitini da disegnare, le fantasie degli abiti da colorare in modi sempre diversi... quel "Da grande voglio fare la stilista", poi ti rendi conto che non sai disegnare e allora bisogna risolvere in altra maniera e inizi a COMPRARE.

Per non parlare de LA MAGICA MAGLIERIA DI BARBIE.


Altro strumento del diavolo.
Ti prometteva di farti diventare la più figa delle stiliste, ti faceva credere di poter confezionare milioni di vestitini diversi per le tue Barbie, di poter fare sciarpe e miliardi di accessori per te. Sulla scatola c'era scritto "E' così facile!". E invece. 
Invece ti ritrovavi con una collezione sconfinata di TUBI di lana, perché si riusciva a fare solo quelli. Spesso avevano anche dei buchi. 
E la Magica Maglieria si incastrava. Si incastrava sempre. La lana si annodava. E tu, piccola bimba innocente, iniziavi ad aprire la mente ad espressioni che neanche nei peggiori bar di Caracas.
E quindi i vestitini per le Barbie e gli accessori per te li volevi comprare.
Dando inizio ad un circolo vizioso che ti avrebbe portato a possedere settantadue borsette prima dei sedici anni.

E a non uscire dal tunnel dello shopping MAI PIU'.


mercoledì 14 novembre 2012

E yoga fu

Sono andata a fare una lezione prova di yoga.
Ero curiosa, ma non sapevo bene cosa aspettarmi.
In realtà non lo so bene neanche adesso.


Comunque arrivo in palestra, aspetto di capire a chi chiedere informazioni, magari ad un'insegnante donna, piccolina, magrolina e molto figa. Invece. Invece mi trovo davanti un omaccione alto 1 e 90, mezzo calvo e piuttosto strano.
Eravamo in tre nuove, ci chiede i nomi e alle altre due domanda anche l'età "Perché si può ancora chiedere, vero?". A me no. Quindi io sono vecchia. Cominciamo bene.
Poi tutti avevano il tappetino. Lo sapevo, LO SAPEVO che mi mancava qualcosa. Ma me ne hanno prestato uno marcio in dotazione della palestra, evviva.
Oh toh, c'è anche qualche uomo. E diverse vecchie. E la figona di turno che vuole fare la prima della classe, già la odio.
Comunque, dopo che l'insegnante ha fatto una breve introduzione snocciolando parole incomprensibili in sanscrito (?), si comincia. Alza le braccia, inspira, piegati, espira, tirati su sulle punte inspira, torna giù, espira. Bon dai, ce la posso fare. Eh eh. Sì sì.
Per la seconda (posizione? movimento? oh, non lo so, sono una novizia) bisognava mettersi a coppie davanti al muro. Uno con i piedi divaricati, si torceva in modo da trovarsi con la testa in giù e la schiena schiacciata sul muro (i piedi sempre per terra eh). L'altro doveva comodamente dargli una palpata sul culo con tutte e due le mani e spingere. Alè. Benvenuta nel magico mondo dello yoga.
Dopo la posizione (?) della palpata a due mani la lezione è continuata abbastanza tranquillamente. A parte il fatto che stavo per rotolarmi per terra dal ridere quando mi sono resa conto che l'insegnante parla come Rocco Siffredi. O meglio, come l'imitazione che ne fa Nicola Savino di Rocco.
Altro momento di panico quando avevo gli occhi chiusi, mi son messa ad annusare l'aria... "Oddio, andiamo a fuoco, al fuoco, al fuoco!". INCENSO.
Abbiamo fatto altre fantastiche cose tipo il cane con la testa boh, il cane con la testa in un altro modo, il guerriero. Sono state dette molte altre parole in sanscrito.
Alla fine l'insegnate fa: "Copritevi, ora resteremo fermi per un po'". E tutti gli altri hanno tirato fuori LE COPERTE! Di lana, di pile. Ma è normale? Mi dovrò portare anch'io la coperta? E poi cosa, le pantofole Defonseca a forma di cagnone?
Alcune indossavano calzini antiscivolo. Io sto valutando, per la prossima volta, se portare i miei calzettoni antiscivolo con la pecora gigante.
Sì, penso che tornerò.
Sono disposta anche a rifare quella cosa delle mani sul culo, basta che mi mettano in coppia con il figone dell'ultima fila. Altrimenti nisba.

lunedì 12 novembre 2012

Fall/Winter

Le tendenze per questo autunno/inverno.
Parliamone.
Di alcune almeno.
(E forse alcune esistono solo nella mia testa).
Partiamo a bomba:

- Borchie
Sono sempre stata contraria. Non sono tipa da borchie io. Tranne un breve periodo nel 1998 in cui sono stata fieramente in possesso di una cinturona beige con tre file di borchie comprata su una bancarella. "No, no, per carità, non mi ci vedrei proprio, per l'amordiddio". Sì, appunto:


Però basta così.
No borchie a punta.
No collari da mastino.
No qualsiasi altra cosa che abbia le borchie.
Giuro.

- Colletti gioiello
Bingo. Questi sono ASSOLUTAMENTE da me. Ne ho comprati due. Per ora. Ho perfino pensato di farmeli da sola. Pensato, eh. Ho girato per la rete cercando DIY. Poi mi sono resa conto che, come dire, non so usare una macchina da curire.
Quindi ho preferito affidarmi a due vecchi amici, H&M ed Asos.com, e ad un'amica sempre sincera, la sobrietà.





- Slippers
Sono partita con "Oddio, bleah, che orrore, nononono non le vorrò mai".
Poi "Mmm. Dai, forse non fanno schifo".
Infine: "Penso proprio di volerle. Sì, le voglio." Colpa vostra, amiche di twitter, ve le siete comprate e adesso le voglio anch'io. Ma non così tanto. Nel senso che ne avrei trovate diverse paia che mi piacciono, ma sono rimaste al negozio. Principalmente perché in inverno io ho freddo ai piedi. Tanto freddo ai piedi. Mi diventano blu. E queste scarpe non mi sembra proprio che tengano caldo.



- Bordeaux
Aspettate, adesso non si chiama più così, si chiama burgundy. BURGUNDY? Ma davvero? Siete serie?
Comunque forse qui arrivo tardi, forse la moda del rosso bordò è già passata. In ogni caso, per me è tendenzialmente un no. Anzi, un sì, ma solo sulle unghie.
Ricordo ancora l'unica cosa che ho avuto di questo colore, cioè dei pantaloni a zampissima di Benetton, si parla del 2002 forse (aspettate, il 2002 è stato DIECI ANNI FA? No no, vi sbagliate. Non è possibile.). Ne andavo abbastanza fiera. Riguardandoli adesso provo lo schifo. Ma lo schifo proprio. Però erano di una taglia che mi fa venire da piangere. Del tipo che adesso non mi andrebbero più su della caviglia.

Oddio. Aspettate. Fermi tutti. Io ho qualcosa di questo colore anche adesso. Il mio cappello, comprato l'anno scorso. Ci ho anche scritto un post! Oddio, SONO FESCION!



- Parka
Lo so, LO SO che il parka piace a tutti. Che è comodo, che è caldo, che tutte cercano quello perfetto.
Ma a me fa disperatamente cagare.
Sarà il color verde marcio, sarà la forma, non lo so. Non ce la faccio proprio.


- Sneakers con la zeppa interna
Non serve neanche che ve lo dica, vero? VERO?
Guardate che se voi continuate a mettervele, io tiro fuori le mie Fornarina da battaglia, direttamente dal millenovecentonovantanove.



- Felpe
Forse sono io a non aver capito come funzionano.
Come si dovrebbero abbinare? Con i jeans farebbero subito Sharon Zampetti de "I ragazzi della terza C", quindi no. Ma quindi? Spiegatemi. Perché io non sono mica convinta.


Bene.
È tutto.

mercoledì 7 novembre 2012

La manicure definitiva


Dopo anni di ricerca, dopo che molto sudore è stato versato, dopo mille sacrifici, ci sono riuscita.
Ho messo a punto la combinazione perfetta, la manicure definitiva.
Sono finiti i tempi in cui mi ritrovavo con lo smalto sbeccato dopo mezza giornata. Oppure in cui rimanevo senza smalto sulle unghie perché non avevo tempo di metterlo.
Ora è semplice. Faccio la manicure il sabato mattina. E mi dura TUTTA LA SETTIMANA. E a volte è ancora perfetta. Cose dell’altro mondo insomma.

Alla base della svolta innanzitutto ci sono i prodotti Essie. Sono una bomba. Sono stati una scoperta fantastica per me, piccola drogata di smalti. Costano relativamente poco (11 euro) e durano per sempre.
Quindi ho deciso di prendere anche la base di questa marca, si chiama Rock Solid e serve a indurire le unghie e ad evitare che si spezzino. Beh, funziona. Io avevo tutte le unghie che si sfaldavano, ora non più.
Dunque la manicure definitiva ha inizio proprio con questa base.


Poi è il turno dello smalto. E ho trovato anche lo smalto definitivo: Sand Tropez, numero 79, sempre Essie. L’ho comprato quest’estate e ho già fatto fuori mezza boccetta. Non mi era mai capitato di usare così tanto uno smalto. Forse il Particuliere, toh. Ma neanche. Su twitter abbiamo fondato un club di drogate di Sand Tropez, ormai non so neanche più quante siamo.
Tra l’altro è molto simile al Frenzy di Chanel. Vira un pelo di più verso il beige. E dura il doppio di un vostro normale fustino. (Ah, se vi state chiedendo se ci serve il Frenzy, per me è un no).
Di Essie ho preso anche Madmoiselle (uguale a Ballerina di Chanel che avevo finito)(sì! Sono riuscita a finire uno smalto!), Navigate Her e Recessionista. Grandi acquisti. Durano perfino sulle unghie di Madre che è solita pulire e lavare la qualunque senza guanti.


Recessionista dopo QUATTRO giorni
Comunque, arriviamo al tocco finale, il top coat.
Qui cambiamo marca, si va su Essence. Non ci credevo neanche io, ma Better than gel è una bomba. Si asciuga in pochissimo tempo ed è lucidissimo.
Fa durare anche gli smalti peggiori.
E costa pochissimo, tipo 3 euro.
Per questo motivo è difficilissimo da trovare. 
Io tento invano di fare scorta da un po’, ma sembra scomparso. Mi auguro che non lo abbiano messo fuori produzione. Ho ucciso per molto meno.



Quindi ecco qua. Smalto perfetto per sette giorni. Non mi era mai successo prima, pensavo fosse una leggenda.

Adesso andate e diffondete il verbo. 

venerdì 2 novembre 2012

Una donna chiamata tisana


Sono a dieta.
Dieta vera.
Dieta con una dietologa che mi segue.
Ho preso il coraggio a due mani e il 25 ottobre sono andata.
Non tanto per dimagrire. Beh, in realtà anche per dimagrire. Ma comunque per darmi una regolata e mangiare decentemente, visto che movimento ne faccio abbastanza poco (male, molto male, lo so) e avevo iniziato a prendere sempre più peso.


Sono andata dalla dottoressa, mi ha pesato e non volevo guardare. In realtà è andata meglio del previsto.
Mi ha dato una dieta. Basata sull’indice glicemico dei cibi. “No, ma tranquilla, non faremo tante modifiche rispetto a come mangi adesso”. Ah beh, allora… Allora da una settimana sto facendo i conti con LA FAME NERA. (Potrebbe essere una nuova carta dei tarocchi. LA FAME NERA.)
E devo bere acqua. Tanta acqua, perché mi ha trovato molto disidratata. Io d’inverno non riesco a bere tanta acqua perché ho freddo. Sono già ghiacciata di mio, non posso abbassare ulteriormente la temperatura bevendo roba fredda, altrimenti mi spengo. Che fare? “Berrò delle tisane”. Quindi ora l’alimento base della mia dieta sono le tisane. Tipo un litro e mezzo al giorno. Se per caso mi facessi un taglietto non uscirebbe sangue, ma tisana al mirtillo. Ho anche comprato un thermos per poterle bere in ufficio. I miei colleghi crederanno che sia improvvisamente diventata incontinente, dato che vado in bagno ottantadue volte al giorno.
Poi la dottoressa mi ha detto che se sto proprio per morire di fame anche dopo aver fatto merenda, posso mangiare delle mandorle o delle noci. Ora, io sono un po’ perplessa riguardo questa cosa. Ho sempre saputo che la frutta secca ha un miliardo di calorie. Boh. Mi voglio fidare, ma boh.

Comunque è dura.
La gente mangia le castagne e io guardo e soffro.
Madre fa il purè e io muoio dentro.
Il pane… quanto mi manca il pane.
E sono passati pochi giorni.
Mah, speriamo che funzioni.
Io cercherò di tenere duro.
Speriamo bene.

martedì 30 ottobre 2012

Verde... forse.

L'altro giorno ho aperto il mio mobiletto del bagno e mi sono resa conto di una cosa. La moda dei cosmetici green ha contagiato anche me. Quelli senza robaccia dentro. Io. Cose dell'altro mondo.
A me, che non è mai importato più di tanto quello che mi schiaffavo in faccia o sui capelli.
Ho anche iniziato a seguire canali youtube di pazze complete che si fanno i cosmetici in casa. Ecco, quello magari no.

Comunque, tutto ha avuto inizio con Lush. E lo so che non è davvero ecobio, ma non stiamo qui a fare le puriste. Lush per me è stata la svolta. (Ultima scoperta, la maschera fresca Settimo cielo, provatela, fatevi del bene). Ma magari a tutti i prodotti di questa marca che ho provato dedicherò un post apposito. O forse anche due. O un'enciclopedia a fascicoli che uscirà in edicola ogni settimana.


Dopo Lush è stato l'olio di argan
Andavo in piscina (ora non più, shame on me), capelli disastrati dal cloro, cosa faccio, cosa non faccio? Chiedo in giro, guardo sull'internét, poi l'illuminazione: impacchi di olio di argan puro. Fatalità lo trovo su una bancarella ad una fiera. E funziona. 
L'impacco è da fare sulle lunghezze inumidite e da tenere su il più possibile. Poi shampoo normale.
Ecco, l'unico problemino è dato dal fatto che non ha un odore eccezionale. Ma si sopravvive, giuroh.


Sempre in tema capelli, ho scoperto il balsamo I Provenzali al karitè. Quello dovrebbe essere eco bio. (O si scrive ecobio tutto attaccato? boh.)
Sarà l'olio di argan, saranno i ventisei shampoo Lush diversi che uso abitualmente, sarà il balsamo, fatto sta che non ho mai avuto capelli così belli da quando ero bambina.

Ah, dimenticavo, una volta ho anche provato a fare una maschera per i capelli da sola!
Un disastro.
Tipo con lo yogurt e il miele e forse qualcos'altro.
Una brutta storia.


Sempre vagando per la rete son venuta a sapere che il Labello è il male. Perché conterrebbe della robaccia, tipo dei derivati del petrolio. Io sono sempre stata drogata di Labello. Ma, per non saper né leggere né scrivere, ho pensato fosse meglio provare qualcos'altro. E sono incappata nella linea Vivi Verde della Coop. Ho preso il burrocacao e anche il gel detergente per il viso. Costano poco. E io li trovo davvero validi, anche se all'inizio ero perplessa. Tutta salute, considerato anche quanto pagavo prima il detergente viso Clarins! 


Poi ho sentito parlare di marche misteriose come Bjobj o Lavera. Dicono siano ottime. Io non sono ancora arrivata ad ordinare roba su internet. Ma non si può mai dire.
A dire il vero mi sembra che sia diventata un po' una moda quella dei cosmetici naturali. Addirittura L'Oreal sta facendo una linea verde. 


Sì, comunque, bella la natura, siamo tutti amici, bravi tutti, però io continuo ad usare il mio fondotinta Nude di Dior e lo amo come se fosse un figlio. Siamo qui per essere incoerenti, cosa credete.

lunedì 22 ottobre 2012

A good day

Oggi è stata una buona giornata.
Anche se è lunedì.
Mi sono alzata e ho controllato i barattoli di marmellata mele e cannella che ho fatto ieri sera, e son riuscita a fare il sottovuoto. E la marmellata è una bomba. Ne farò ancora. Ci hanno regalato una tonnellata di mele.
Sono andata verso Padova per lavoro e faceva caldo.
Visto che era ormai ora di pranzo, sono andata a mangiare all'Ikea, cosa che non avevo mai fatto. Polpettine, i love you. E anche salsa di frutti rossi e purè, i love you.
Poi, visto che ero lì, ho fatto anche un giro per il negozio.
E avrei voluto comprare delle tazze rosa, delle pentole antiaderenti, delle cornici, degli stampini per i biscotti.
Invece ho comprato un'orchidea per la mia mamma.
E un portapenne fuxia per me.
E sono tornata a casa guidando col sole e ho messo su il cd dei Backstreet Boys e ho cantato fortissimo, ed è stato il 1997 per qualche minuto.
(Sì, i Backstreet Boys. Non siete più mie amiche, vero? Uno dei miei talenti è fare tutte le voci di All I have to give. Invidiose, eh?).
Ora vado a lavarmi i capelli con il mio nuovo shampoo alla cannella. Poi saprò un po' di Natale.

Vorrei che ci fossero più giorni così.

martedì 16 ottobre 2012

Inutilità e shopping

Ecco, parliamo di cose più leggere.
Anzi, parliamo proprio di cose inutili. Tipo di me che sono tornata a fare shopping sabato con il mio primo stipendio.
E del fatto che sono stata molto giudiziosa.
Ha aiutato anche il fatto che da Zara non ci fosse NIENTE. Neanche una felpa con la tigre (che comunque non avrei comprato). Neanche un colletto con le perline (che invece vorrei fortissimamente).
Comunque, ho preso questa da H&M:


Sono molto soddisfatta.
Di solito trovo solo robetta da H&M. Invece questa giacca è bellissima e rifinita anche molto bene. E non costa neanche tanto.

Poi avevo uno sconto di Sephora da usare.
E sono stata BRAVISSIMA. Niente smalti. Niente Naked 2 che mi ha tentato tantissimo.
Solo l'acqua micellare e questo:



Io mi sono fidata di voi eh, se non funziona mi altero.
Per chi non lo sa, è un solvente per unghie. Si infila dentro il dito, si gira e voilà, lo smalto viene via.
Mi auguro che duri abbastanza, visto che non è economicissimo.
Non vedo l'ora di provarlo, ma non voglio togliermi lo smalto perché è ancora perfetto. I drammi della vita.

Ultima cosa.
Ho visto una borsa.
È da maggio 2011 che non mi compro una borsa.
Da quando ho preso lei.
Però sarebbe ora che ne prendessi un'altra, no?
E perché non questa?


Dovrei comprarla, vero? VERO?
Attendo consigli.

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