mercoledì 22 gennaio 2014

La donna ai tempi di twitter

Ormai sono tre anni che sono su twitter, anzi, un po' di più, dato che prima ero iscritta con il mio nome e cognome, ma poi ho capito l'andazzo e sono entrata nell'anonimato.
Seguo più che altro donne (perché sono una deficiente e rimarrò single per sempre) e ho notato delle caratteristiche ricorrenti.
Ditemi se ho torto.

La donna su twitter:

- legge solo libri impegnati. O forse DICE di leggere solo libri impegnati. (Faccio outing: ho appena finito di leggere la trilogia di Hunger Games. Intellettuale, eh?)

- ha fatto danza da piccola. Mai una che dica di aver fatto pallavolo. Ma nessuna che guardasse Mila e Shiro come me? Nessuna che abbia sognato di essere Mimì Ayuara? No. Solo io. Goccia di ciclone!

- odia la domenica. Cosa vi avrà mai fatto di male la domenica, io non lo so.

- idolatra Zara

- se vuole diventare una twitstar, ha manie di grandezza e maltratta il prossimo

- odia Fabio Volo (e qui non posso che apprezzare e condividere)

- beve latte di soia anche se non è intollerante al lattosio

- si lamenta (eccomi, presente!)

- è tendenzialmente di sinistra

- odia il fidanzato

- guarda e commenta Uomini e donne tutti i giorni. (Dio, vi ucciderei. Ma non avete altro da fare a quell'ora?)

- sostiene di non piacersi, ma posta milletrecento foto di se stessa al giorno

Continuerò la mia indagine.
Qualcosa da aggiungere?

sabato 18 gennaio 2014

Tre

Sembrerà una stupidaggine, anzi, E' una stupidaggine. Ma io alle ricorrenze ci tengo.
Oggi questo blog compie tre anni.
E' pronto per andare all'asilo insomma.

Vorrei aggiornarlo di più, avere idee migliori, scrivere meglio.
Ma va bene così. Io ci sono sempre. Voi ci siete sempre (e la cosa non finisce mai di stupirmi).

Auguri The old pink room, chissà dove andremo a finire io e te.

venerdì 10 gennaio 2014

Lisboa meu amor

E così sono stata a Lisbona.
Per circa quattro giorni. Un pelo di più. (Ha piovuto parecchio, che culo, eh?)
E, siccome sono fortunella, non ho alloggiato in un hotel ma sono stata ospitata da veri lisbon(-esi? -iani? vabè, avete capito).
Sono scesa dall'aereo di sera, verso le 21 ora locale (da sola, anche se eravamo in tre ad arrivare dall'Italia, non siamo riuscite a sincronizzare i voli), sono saltata su un autobus e sono scesa a Cais do Sodrè, in pieno centro.
E via, a piedi verso l'appartamento di questi tre (due ragazze e un ragazzo, portoghesi) che mi hanno ospitato senza avermi mai visto prima, solo perché sono amica di una loro amica. Pazzesco, vero?
La casa era davvero carina, nonostante fosse al quinto piano senza ascensore. Immaginatemi mentre faccio un centinaio di scalini con la valigia. Fatto? Aggiungete un po' di insulti e poi avrete la me che arrivava lassù dopo 11 ore di viaggio (con scalo a Zurigo). Poi ho scoperto che non avere il riscaldamento non è una bella idea neanche in Portogallo, soprattutto di notte. Ho dormito con addosso tre maglioni. Farsi la doccia poi è stato divertentissimo.

Comunque la vista era meravigliosa, inizialmente credevo fosse il mare (ignorante in geografia forever), invece era la foce (immensa) del fiume Tago. E c'era il Cristo con le braccia aperte, come a Rio. E il Golden Gate, come a S. Francisco. Solo che si chiama Ponte del 25 aprile. Dettagli.
Primo giorno effettivo di vacanza: che bello, finalmente vedrò Lisbona alla luce del giorno! E invece no. Siccome le altre due "turiste" erano già state a Lisbona in passato e avevano già visto quasi tutto, mi portano a Sintra. Ok, d'accordo.
Nessuno mi aveva avvertito che a Sintra faceva un freddo maledetto. Un vento, un gelo. E io, vecchia volpe, avevo appena tirato fuori dalla borsa guanti e berretto "Perché a cosa vuoi che mi servano, qui fa caldo." Col cazzo.
In ogni caso, a parte il freddo, il Palacio da Pena è una meraviglia.
E' quasi completamente ricoperto di azulejos, le piastrelle dipinte a mano tipiche del Portogallo, quasi sempre decorate con il colore blu.




Dicono che, in questo castello, abbiano passato qualche notte Brad e Angelina.
'Sti stronzi.
Anch'io voglio giocare ad essere Isabella d'Aragona.

Poi, vuoi non mangiare una cosetta?
E allora via di polpette di bacalao (il baccalà è uno dei piatti fondamentali della cucina portoghese, lo preparano in duecento milioni di modi diversi), sangria e altre cose ovviamente fritte che ora non ricordo.
E il dolce? Via a mangiare il dolce tipico di Sintra di cui purtroppo non ho capito il nome (colpa della sangria? Noo.) e neanche la composizione, so solo che era di un buono sconvolgente. Pare che dentro ci fossero due uova intere.
Il giorno successivo sono finalmente riuscita a fare un giro nella zona di Belem, dove, fondamentalmente, ci sono le cose più importanti da vedere a Lisbona, a parte il castello di San Jorge, ossia:
il Monastero dos Jeronimos
Il Museu Berardo, un museo enorme gratuito di arte moderna e contemporanea che viene snobbato dai più, ma che contiene delle meraviglie (Picasso, Warhol, Braque, ecc.). Io sono appassionata d'arte e non volevo credere che non mi chiedessero dei soldi per entrare.
Il monumento che ricorda tutti i più famosi esploratori portoghesi, primo tra tutti Vasco de Gama



La torre di Belem
La pasticceria che produce le sole, le uniche, le inimitabili Pasteis de Belem
Dovete sapere che questi dolci sono diffusi in tutta la città (non so se anche in altre zone del Portogallo), ma si chiamano ovunque pasteis de nata. Solo quelle che vengono prodotte nell'Antiga Confeitaria de Belem si chiamano "de Belem" e la loro ricetta è segretissima, la conoscono solo i padroni della pasticceria, non i dipendenti.


E' la mia nuova droga. Non credo di aver mai mangiato niente di così buono come le Pasteis de Belem appena fatte. Calde. Croccanti. Fredde non sono la stessa cosa purtroppo.

Fine prima parte.
La seconda arriverà. Forse. Speriamo.
Intanto, tenha um bom dia!

mercoledì 8 gennaio 2014

Cose a caso

Rieccomi.
Ci sono ancora, eh.
Avrei davvero tante cose da raccontare, ma il tempo è pochissimo.
Vi faccio un riassuntone, sperando di riuscire poi a spiegare tutto con calma.

Pronti?
Via.

Due secondi dopo l'inizio delle vacanze mi sono ammalata, un raffreddore terribile.
Mi sono ubriacata col vin brulè a casa, la sera della vigilia.
Ho aperto i regali.
Ho fatto varie valigie.
Ho mangiato decisamente troppo e non entro più nei vestiti.
Sono partita per la montagna.
Ha nevicato e sono rimasta senza luce, riscaldamento e rete dei cellulari per due giorni e mi è sembrato un mese.
Sono tornata a casa.
Ho preso due aerei per andare a Lisbona.
Sono guarita dal raffreddore ma ho rischiato la broncopolmonite.
A Lisbona ha piovuto un sacco e non ho mai visto il sole.
A Capodanno, dopo tanti anni di schifo, mi sono divertita davvero tanto.
Ho mangiato bacalao, roba fritta, altra roba fritta, pasteis de Belem (il mio nuovo cibo preferito).
Ho scoperto che la mia amica andrà in cerca di fortuna a Malta (A MALTA??) e io spero che stia lì almeno fino a maggio così la vado a trovare.
Ho fatto shopping all'aeroporto alle 5.45 di mattina.
Sono tornata a casa senza perdere né l'aereo né la valigia.
Ho vinto un giro al pronto soccorso (ma non per me).
Ho preso un Kobo ed è ricomparsa in me la frenesia della lettura.
Sono stata a cena a casa di mia cugina Stronza e sono sopravvissuta.
Ho comprato un cappotto bellissimo.

E basta.
Ieri sono tornata in ufficio.
Queste vacanze sono passate in fretta, ma sono stata in giro, ho viaggiato, quindi mi sento rigenerata.
Anche se oggi ho un sonno porco perché sono rimasta sveglia fino a tardi a leggere. Potrei far finta di stare leggendo un libro super impegnato, ma la verità è che sto leggendo il secondo libro di Hunger Games e non riesco a staccarmene. Una bimbaminkia in pratica.

Nel post precedente vi ho chiesto che regali schifosi avete ricevuto.
La vincitrice potrebbe essere Luisa, a cui hanno regalato una pergamena con su scritta una dieta.
Ma anche qualcuno che ha ricevuto dal proprio fidanzato una CREMA ANTIRUGHE.
Bene, allora ci sentiamo presto.
Spero.
Intanto, anche se in ritardo, buon 2014!

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