domenica 25 novembre 2012

Vittorie: macarons

Ce l'ho fatta.
Al terzo tentativo ce l'ho fatta.
Ho fatto i marcarons.
E MI SONO VENUTI BENISSIMO.


Ladurée, suca.
Lo so che esistono dolci più buoni, più soddisfacenti e migliori, però avevo un conto aperto con 'sti cosi francesi.

Vi avevo narrato i miei fallimenti rovinosi e posso dirvi che l'errore di base che ho fatto è stato quello di scegliere la ricetta sbagliata. Ho voluto seguirne un paio di facili, approssimative, e quindi è stata la disfatta totale, Caporetto al confronto una lotta a cuscinate.
Quindi, io ve lo dico, Giallo Zafferano is the way.
Ho fatto ESATTAMENTE tutto quello che prevedeva quella ricetta e sono venuti. Ho perfino comprato un termometro per dolci. Che è fondamentale, mi dicono.
Però mi hanno spacciato la ricetta come a difficoltà bassa, tempo di lavorazione 40 minuti. 40 minuti?? TRE ORE!
La ricetta non sto a riscriverla, se la volete è questa.

Prima fase, bianchi montati a neve più sciroppo di zucchero (temperatura 118 gradi, mi raccomando):


Mischione di zucchero a velo e farina di mandorle:


E poi miliardi di palline sul coso apposito del kit che avevo comprato e sulla carta da forno.






E poi bisogna aspettare che si faccia il macaronage o come cavolo si scrive. In sostanza bisogna attendere finché la superficie non è più appiccicosa. Io all'inizio pensavo di aver aspettato a sufficienza. Invece no.


Disastro.
Quindi ho spento il forno e ho aspettato. Ancora e ancora. E sta maledetta pellicina si è formata. Era quasi una crostina. Più umidità c'è nell'aria, più bisogna aspettare.

Ma alla fine l'impresa è riuscita.
Ero quasi commossa.
Ho esultato come quando abbiamo vinto i mondiali.
Ma che fatica.
Ho fatto anche il ripieno, crema al limone.
Non ero mai arrivata a fare il ripieno.


Ecco, tutto sto tribolare, ma io sono a dieta.
Quindi non li mangio.
Che idiota, eh?
Lo so.



lunedì 19 novembre 2012

Ho capito tutto

Stavo pensando che c'è un motivo se io sono così fissata con i vestiti, le scarpe, le borse.
E' così evidente, eppure ci sono arrivata solo adesso.
Bisogna tornare alla mia infanzia, all'infanzia di tutte noi, agli anni '80.
E pensare a quelle tre parole magiche: GIRA LA MODA.


Pensateci bene. Siamo entrate nel tunnel dello shopping compulsivo ancora prima di rendercene conto. Tutti quei vestitini da disegnare, le fantasie degli abiti da colorare in modi sempre diversi... quel "Da grande voglio fare la stilista", poi ti rendi conto che non sai disegnare e allora bisogna risolvere in altra maniera e inizi a COMPRARE.

Per non parlare de LA MAGICA MAGLIERIA DI BARBIE.


Altro strumento del diavolo.
Ti prometteva di farti diventare la più figa delle stiliste, ti faceva credere di poter confezionare milioni di vestitini diversi per le tue Barbie, di poter fare sciarpe e miliardi di accessori per te. Sulla scatola c'era scritto "E' così facile!". E invece. 
Invece ti ritrovavi con una collezione sconfinata di TUBI di lana, perché si riusciva a fare solo quelli. Spesso avevano anche dei buchi. 
E la Magica Maglieria si incastrava. Si incastrava sempre. La lana si annodava. E tu, piccola bimba innocente, iniziavi ad aprire la mente ad espressioni che neanche nei peggiori bar di Caracas.
E quindi i vestitini per le Barbie e gli accessori per te li volevi comprare.
Dando inizio ad un circolo vizioso che ti avrebbe portato a possedere settantadue borsette prima dei sedici anni.

E a non uscire dal tunnel dello shopping MAI PIU'.


mercoledì 14 novembre 2012

E yoga fu

Sono andata a fare una lezione prova di yoga.
Ero curiosa, ma non sapevo bene cosa aspettarmi.
In realtà non lo so bene neanche adesso.


Comunque arrivo in palestra, aspetto di capire a chi chiedere informazioni, magari ad un'insegnante donna, piccolina, magrolina e molto figa. Invece. Invece mi trovo davanti un omaccione alto 1 e 90, mezzo calvo e piuttosto strano.
Eravamo in tre nuove, ci chiede i nomi e alle altre due domanda anche l'età "Perché si può ancora chiedere, vero?". A me no. Quindi io sono vecchia. Cominciamo bene.
Poi tutti avevano il tappetino. Lo sapevo, LO SAPEVO che mi mancava qualcosa. Ma me ne hanno prestato uno marcio in dotazione della palestra, evviva.
Oh toh, c'è anche qualche uomo. E diverse vecchie. E la figona di turno che vuole fare la prima della classe, già la odio.
Comunque, dopo che l'insegnante ha fatto una breve introduzione snocciolando parole incomprensibili in sanscrito (?), si comincia. Alza le braccia, inspira, piegati, espira, tirati su sulle punte inspira, torna giù, espira. Bon dai, ce la posso fare. Eh eh. Sì sì.
Per la seconda (posizione? movimento? oh, non lo so, sono una novizia) bisognava mettersi a coppie davanti al muro. Uno con i piedi divaricati, si torceva in modo da trovarsi con la testa in giù e la schiena schiacciata sul muro (i piedi sempre per terra eh). L'altro doveva comodamente dargli una palpata sul culo con tutte e due le mani e spingere. Alè. Benvenuta nel magico mondo dello yoga.
Dopo la posizione (?) della palpata a due mani la lezione è continuata abbastanza tranquillamente. A parte il fatto che stavo per rotolarmi per terra dal ridere quando mi sono resa conto che l'insegnante parla come Rocco Siffredi. O meglio, come l'imitazione che ne fa Nicola Savino di Rocco.
Altro momento di panico quando avevo gli occhi chiusi, mi son messa ad annusare l'aria... "Oddio, andiamo a fuoco, al fuoco, al fuoco!". INCENSO.
Abbiamo fatto altre fantastiche cose tipo il cane con la testa boh, il cane con la testa in un altro modo, il guerriero. Sono state dette molte altre parole in sanscrito.
Alla fine l'insegnate fa: "Copritevi, ora resteremo fermi per un po'". E tutti gli altri hanno tirato fuori LE COPERTE! Di lana, di pile. Ma è normale? Mi dovrò portare anch'io la coperta? E poi cosa, le pantofole Defonseca a forma di cagnone?
Alcune indossavano calzini antiscivolo. Io sto valutando, per la prossima volta, se portare i miei calzettoni antiscivolo con la pecora gigante.
Sì, penso che tornerò.
Sono disposta anche a rifare quella cosa delle mani sul culo, basta che mi mettano in coppia con il figone dell'ultima fila. Altrimenti nisba.

lunedì 12 novembre 2012

Fall/Winter

Le tendenze per questo autunno/inverno.
Parliamone.
Di alcune almeno.
(E forse alcune esistono solo nella mia testa).
Partiamo a bomba:

- Borchie
Sono sempre stata contraria. Non sono tipa da borchie io. Tranne un breve periodo nel 1998 in cui sono stata fieramente in possesso di una cinturona beige con tre file di borchie comprata su una bancarella. "No, no, per carità, non mi ci vedrei proprio, per l'amordiddio". Sì, appunto:


Però basta così.
No borchie a punta.
No collari da mastino.
No qualsiasi altra cosa che abbia le borchie.
Giuro.

- Colletti gioiello
Bingo. Questi sono ASSOLUTAMENTE da me. Ne ho comprati due. Per ora. Ho perfino pensato di farmeli da sola. Pensato, eh. Ho girato per la rete cercando DIY. Poi mi sono resa conto che, come dire, non so usare una macchina da curire.
Quindi ho preferito affidarmi a due vecchi amici, H&M ed Asos.com, e ad un'amica sempre sincera, la sobrietà.





- Slippers
Sono partita con "Oddio, bleah, che orrore, nononono non le vorrò mai".
Poi "Mmm. Dai, forse non fanno schifo".
Infine: "Penso proprio di volerle. Sì, le voglio." Colpa vostra, amiche di twitter, ve le siete comprate e adesso le voglio anch'io. Ma non così tanto. Nel senso che ne avrei trovate diverse paia che mi piacciono, ma sono rimaste al negozio. Principalmente perché in inverno io ho freddo ai piedi. Tanto freddo ai piedi. Mi diventano blu. E queste scarpe non mi sembra proprio che tengano caldo.



- Bordeaux
Aspettate, adesso non si chiama più così, si chiama burgundy. BURGUNDY? Ma davvero? Siete serie?
Comunque forse qui arrivo tardi, forse la moda del rosso bordò è già passata. In ogni caso, per me è tendenzialmente un no. Anzi, un sì, ma solo sulle unghie.
Ricordo ancora l'unica cosa che ho avuto di questo colore, cioè dei pantaloni a zampissima di Benetton, si parla del 2002 forse (aspettate, il 2002 è stato DIECI ANNI FA? No no, vi sbagliate. Non è possibile.). Ne andavo abbastanza fiera. Riguardandoli adesso provo lo schifo. Ma lo schifo proprio. Però erano di una taglia che mi fa venire da piangere. Del tipo che adesso non mi andrebbero più su della caviglia.

Oddio. Aspettate. Fermi tutti. Io ho qualcosa di questo colore anche adesso. Il mio cappello, comprato l'anno scorso. Ci ho anche scritto un post! Oddio, SONO FESCION!



- Parka
Lo so, LO SO che il parka piace a tutti. Che è comodo, che è caldo, che tutte cercano quello perfetto.
Ma a me fa disperatamente cagare.
Sarà il color verde marcio, sarà la forma, non lo so. Non ce la faccio proprio.


- Sneakers con la zeppa interna
Non serve neanche che ve lo dica, vero? VERO?
Guardate che se voi continuate a mettervele, io tiro fuori le mie Fornarina da battaglia, direttamente dal millenovecentonovantanove.



- Felpe
Forse sono io a non aver capito come funzionano.
Come si dovrebbero abbinare? Con i jeans farebbero subito Sharon Zampetti de "I ragazzi della terza C", quindi no. Ma quindi? Spiegatemi. Perché io non sono mica convinta.


Bene.
È tutto.

mercoledì 7 novembre 2012

La manicure definitiva


Dopo anni di ricerca, dopo che molto sudore è stato versato, dopo mille sacrifici, ci sono riuscita.
Ho messo a punto la combinazione perfetta, la manicure definitiva.
Sono finiti i tempi in cui mi ritrovavo con lo smalto sbeccato dopo mezza giornata. Oppure in cui rimanevo senza smalto sulle unghie perché non avevo tempo di metterlo.
Ora è semplice. Faccio la manicure il sabato mattina. E mi dura TUTTA LA SETTIMANA. E a volte è ancora perfetta. Cose dell’altro mondo insomma.

Alla base della svolta innanzitutto ci sono i prodotti Essie. Sono una bomba. Sono stati una scoperta fantastica per me, piccola drogata di smalti. Costano relativamente poco (11 euro) e durano per sempre.
Quindi ho deciso di prendere anche la base di questa marca, si chiama Rock Solid e serve a indurire le unghie e ad evitare che si spezzino. Beh, funziona. Io avevo tutte le unghie che si sfaldavano, ora non più.
Dunque la manicure definitiva ha inizio proprio con questa base.


Poi è il turno dello smalto. E ho trovato anche lo smalto definitivo: Sand Tropez, numero 79, sempre Essie. L’ho comprato quest’estate e ho già fatto fuori mezza boccetta. Non mi era mai capitato di usare così tanto uno smalto. Forse il Particuliere, toh. Ma neanche. Su twitter abbiamo fondato un club di drogate di Sand Tropez, ormai non so neanche più quante siamo.
Tra l’altro è molto simile al Frenzy di Chanel. Vira un pelo di più verso il beige. E dura il doppio di un vostro normale fustino. (Ah, se vi state chiedendo se ci serve il Frenzy, per me è un no).
Di Essie ho preso anche Madmoiselle (uguale a Ballerina di Chanel che avevo finito)(sì! Sono riuscita a finire uno smalto!), Navigate Her e Recessionista. Grandi acquisti. Durano perfino sulle unghie di Madre che è solita pulire e lavare la qualunque senza guanti.


Recessionista dopo QUATTRO giorni
Comunque, arriviamo al tocco finale, il top coat.
Qui cambiamo marca, si va su Essence. Non ci credevo neanche io, ma Better than gel è una bomba. Si asciuga in pochissimo tempo ed è lucidissimo.
Fa durare anche gli smalti peggiori.
E costa pochissimo, tipo 3 euro.
Per questo motivo è difficilissimo da trovare. 
Io tento invano di fare scorta da un po’, ma sembra scomparso. Mi auguro che non lo abbiano messo fuori produzione. Ho ucciso per molto meno.



Quindi ecco qua. Smalto perfetto per sette giorni. Non mi era mai successo prima, pensavo fosse una leggenda.

Adesso andate e diffondete il verbo. 

venerdì 2 novembre 2012

Una donna chiamata tisana


Sono a dieta.
Dieta vera.
Dieta con una dietologa che mi segue.
Ho preso il coraggio a due mani e il 25 ottobre sono andata.
Non tanto per dimagrire. Beh, in realtà anche per dimagrire. Ma comunque per darmi una regolata e mangiare decentemente, visto che movimento ne faccio abbastanza poco (male, molto male, lo so) e avevo iniziato a prendere sempre più peso.


Sono andata dalla dottoressa, mi ha pesato e non volevo guardare. In realtà è andata meglio del previsto.
Mi ha dato una dieta. Basata sull’indice glicemico dei cibi. “No, ma tranquilla, non faremo tante modifiche rispetto a come mangi adesso”. Ah beh, allora… Allora da una settimana sto facendo i conti con LA FAME NERA. (Potrebbe essere una nuova carta dei tarocchi. LA FAME NERA.)
E devo bere acqua. Tanta acqua, perché mi ha trovato molto disidratata. Io d’inverno non riesco a bere tanta acqua perché ho freddo. Sono già ghiacciata di mio, non posso abbassare ulteriormente la temperatura bevendo roba fredda, altrimenti mi spengo. Che fare? “Berrò delle tisane”. Quindi ora l’alimento base della mia dieta sono le tisane. Tipo un litro e mezzo al giorno. Se per caso mi facessi un taglietto non uscirebbe sangue, ma tisana al mirtillo. Ho anche comprato un thermos per poterle bere in ufficio. I miei colleghi crederanno che sia improvvisamente diventata incontinente, dato che vado in bagno ottantadue volte al giorno.
Poi la dottoressa mi ha detto che se sto proprio per morire di fame anche dopo aver fatto merenda, posso mangiare delle mandorle o delle noci. Ora, io sono un po’ perplessa riguardo questa cosa. Ho sempre saputo che la frutta secca ha un miliardo di calorie. Boh. Mi voglio fidare, ma boh.

Comunque è dura.
La gente mangia le castagne e io guardo e soffro.
Madre fa il purè e io muoio dentro.
Il pane… quanto mi manca il pane.
E sono passati pochi giorni.
Mah, speriamo che funzioni.
Io cercherò di tenere duro.
Speriamo bene.

LinkWithin

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...