lunedì 31 marzo 2014

Spring wishlist

Fino a poco tempo fa pensavo che non avrei voluto niente di ciò che c'è nei negozi in questa primavera due-zero-uno-quattro. Invece, signori, MI SBAGLIAVO.
Voglio cose.
Voglio cose che poi non credo comprerò.
Ma intanto vi faccio una bella lista, perché a me piace fare liste.

- Felpa azzurra di Max & Co.
A quanto pare l'azzurro va un casino quest'anno. E a me l'azzurro sta da Dio. Quindi, convenite con me, dovrei assolutamente averla. Il fatto che costi novanta euro è assolutamente trascurabile. E poi, io non possiedo una felpa dal 1998. La trovate qui.

- New Balance

Ne possedevo un paio datate 2000 che, purtroppo, si sono aperte. Peccato, perché adesso le vendono IDENTICHE. Le mie erano blè, io le vorrei grigio chiaro, come queste qui sopra. Ovviamente sono quelle che costano di più al mondo, credo. 

- Gonna H&M

L'avrei voluta nera, ma non esiste più da nessuna parte.
Non troverò neanche questa.
E, se la troverò, mi starà male.
Garantito.

- Cose varie di Banana Republic
Peccato che sia solo a Milano e che abbiano un sito italiano schifoso, quindi non posso mostrarvi niente. Abbastanza utile questo punto, me ne rendo conto.

- Borsa di Marc Jacobs
Avrebbe anche una tracolla più lunga da attaccare.
E, a pochi chilometri da casa mia, c'è un outlet che la vende praticamente a metà prezzo. Ma io resisterò.
Comunque, non è bellissima?

- Borsa Longchamp grigia

Leggermente più affrontabile della precedente. Solo che ne ho già una. Però credo che non ci si possa fermare ad una sola Longchamp, giusto?

- Cose a righe e a pois
Cos
h&m

Perché, sinceramente, avremo mai troppe cose a righe o a pois nell'armadio.
Io non credo.

- Pantaloni
Ecco, mi servirebbero davvero. Perché, se l'anno scorso ho fatto la dieta ed ero magra fighissima, quest'anno i chili li ho ripresi e non mi entra più niente. La gioia insomma. Per questo motivo non vado nei negozi e non mi compro pantaloni perché non voglio vedere come mi stanno. Un genio insomma. Andò in giro in mutande.

Sentitevi liberi di aggiungere cose alla mia lista, cose che mi servono assolutamente.
Ho la sensazione che ci sia ancora un mondo che vorrei comprare là fuori.
Indicatemi la via.

lunedì 17 marzo 2014

Porte

Insomma, sabato c'è stata la temuta uscita con gli amiconi del corso di fotografia.
E' partita male, malissimo.
Arrivo al punto di ritrovo e iniziano a dire "Eh ma nel posto dove dobbiamo andare c'è nebbia, cambiamo." Ma porca miseria, abbiamo deciso di andare là facendo una fatica immane, ora voi volete cambiare? Ma vi ammazzo tutti!
Per fortuna uno era già lì, quindi siamo andati dove volevo io.
Sono capitata in macchina con la coppia e ho scoperto che sono le uniche due persone normali in mezzo ad un marasma di disadattati.

Comunque siamo arrivati e faceva un freddo barbino.
Hanno iniziato subito tutti a lamentarsi, così io ho preso e sono andata in giro per i fatti miei e ho fatto benissimo.

Non ha senso continuare a fare tanto la misteriosa.
Siamo stati a Caorle, un paesino di mare che a me piace molto.
Ci sono tutte queste casette colorate e a me è venuta l'idea di fotografare le porte.








Ne avrei altre eh, ma diamoci dei limiti.
Le mie preferite sono la porta viola col muro fuxia e questa qui sopra tutta rossa. Qual è la vostra?

giovedì 13 marzo 2014

La donna che faceva corsi

Allora, la situazione corsi si è evoluta.
Ora seguo non solo quello di fotografia, ma anche un corso per imparare a lavorare a maglia e a fare lo yarn bombing (che sembra una strana pratica erotica, ma vi assicuro che non lo è).

Corso di fotografia: facciamo il punto.
Sto per giungere al punto di non ritorno. Li odio tutti. Non li sopporto più. Lunedì sera sono tornata a casa dopo il corso con il bisogno impellente di prendere una mitragliatrice e sparare sulla folla.
Tu dici, fai un corso di qualsiasi cosa per rilassarti, per pensare a qualcos'altro che non siano i tuoi maledetti problemi, per farti passare l'ansia, NON PER FARTELA VENIRE.
Porca miseria.

Innanzitutto, se all'inizio dici che il corso finirà alle 22, poi non lo fai finire un'ora dopo, perché mi girano le palle.
Se dici che bisogna fare dei "compiti per casa" ogni volta, poi non può saltare fuori il genio che fa "Ah, io non ho mai fatto delle foto apposta per questo corso, ho usato sempre foto vecchie". E allora crepa. Sarò deficiente io che tutte le settimane divento scema per svolgere il compito.

Poi bisognava decidere dove andare in uscita. E quando. La morte nera. Erano ormai le 23, io stavo morendo di sonno, i ragazzi che vanno a scuola erano visibilmente devastati e nessuno proponeva niente. Allora io ho proposto non una, ma due alternative. E loro erano lì a non dire niente, ad ondeggiare sulle sedie con lo sguardo della mucca che vede passare il treno, oppure "Gnegnegne, ma son sempre gli stessi posti, ah ma io xxx non la conosco quindi no, ma di sabato c'è troppa gente" Ma vaffanculo? Ma proporre qualcosa voi? No. Hanno solo criticato quello che avevo detto io.
Alla fine, indovinate dove andremo? Nel primo posto che ho proposto io. Ma non si poteva decidere subito, no.

Quel simpaticone del nostro insegnante ci fa "Ma la facciamo una pizza di fine corso, vero?"
CONTACI.
Sono già lì.

Corso di maglia.
Tutta un'altra storia.
Siamo in dieci più l'insegnante e voglio bene a tutte.
Quasi, dai.
Comunque, si ride, si scherza, si annoda lana, si bevono tisane e si mangiano dolci.
Il paradiso in pratica.
A parte le due vecchie maledette che non capisco cosa vengano a fare dato che sanno già tutto.

Ah, vi spiego cos'è lo yarn bombing.
In sostanza è una street art, si rivestono gli arredi urbani (ma anche gli alberi, perché no) con un lavoro all'uncinetto o a maglia.
Pare una follia, ma a me piace tantissimo!
A fine corso parteciperò ad un evento del genere nella piazza del paesello, mi vien già da ridere.

Sì signori, c'è una pazza che ha rivestito un autobus DA SOLA

Vi terrò aggiornati, può darsi che uccida un paio di quelli del corso di fotografia prima della fine.
Nel caso, dite a quelli del tg che salutavo sempre.

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