giovedì 29 gennaio 2015

Un giorno a Murano e Burano

Dato che mi avete scritto nei commenti al contest del Coniglio Incazzoso che apprezzate i post in cui ci sono le mie foto, ho pensato di fare un paio di post con quelle che ho scattato quest'estate e non ho mai pubblicato.

Il giorno del mio compleanno sono stata in giro per le isole di Venezia, è stato un regalo della mia Amica Pazza. In realtà, oltre a Murano e Burano ho visitato anche Torcello, ma non sono state rinvenute foto al riguardo. Boh. Forse mi ero stufata.
E comunque la star è Burano. Se non sapete perché, state a vedere.

Prima tappa. Murano. L'isola del vetro.
Qui ci sono un milione di laboratori di vetro artistico e qui vengono prodotte le famose murrine.
Anticamente faceva comune a sè ed era piena di ville con orti e giardini, di cui ora purtroppo non resta traccia. L'industria del vetro è stata trasferita a Murano da Venezia nel 1291 per due motivi: per evitare i numerosi incendi che si verificavano nel centro della città a causa delle vetrerie (gli edifici erano quasi tutti in legno) e per controllare che i mastri vetrai non se la svignassero: la Serenissima ci teneva a nascondere per bene i segreti della lavorazione del vetro.
A Murano c'è anche il museo del vetro, io l'ho visitato.

Lampioni innamorati
Il tempo quel giorno non era proprio il massimo purtroppo. Ed era il 31 luglio eh.

Ed ecco Burano, also known as l'isola di instagram. Come dite? Sarebbe l'isola dei merletti? No, vi sbagliate. Mezza giornata a Burano e vincete l'instagram. Garantito.

Fatto sta che a Burano si lavora al tombolo per creare merletti complicatissimi (altro che uncinetto e ferri) che si possono ammirare anche all'interno del museo del merletto.
Leggenda vuole che le case siano state dipinte con colori così sgargianti per permettere ai pescatori di ritorno dal lavoro di riconoscere la propria casa anche in caso di nebbia fitta.

Un'improvvisa invasione di gatti


È il campanile che è storto, non la mia foto eh.
 


E, per concludere, un bel male agli occhi
Quindi, se vi capita di venire da queste parti, va bene Venezia, ma un saltino a Murano e Burano io lo farei. Ricordatevene.

martedì 27 gennaio 2015

And the Coniglio Incazzoso goes to...

Eccoci qua, è tempo di estrarre a sorte. Anche perché, se fosse per me, farei una trentina di Conigli Incazzosi e li spedirei a tutte. Però non ce la posso proprio fare. Mi è stato però fatto notare che potrei pubblicare lo schema e dare il via all'invasione mondiale dei Conigli Incazzosi. Provvederò in tal senso.
Il Coniglio Incazzoso Grigio comunque è pronto a partire. Non sta più nella pelle.
Guardate com'è felice!
Cosa ho capito dai vostri commenti?
Che ci sono persone che mi seguono proprio da sempre. Che ce ne sono altre che passano di qua da poco, ma che stanno amando questo posto. (E già qua ho quasi le lacrime agli occhi.)
Che vi piacciono molto i miei post di foto e questo non me l'aspettavo molto perché quei post non ricevono molti commenti e pensavo vi annoiassero.
Che vi piace farvi i fatti miei e vedere cosa compro. Approvo.
Che apprezzate la robaccia che produco io (incredibile ma vero). I quadretti, lo yarn bombing, il calendario.
Che adorate i post di viaggio. Eh, pure io. Fosse per me questo blog parlerebbe solo di viaggi. Chissà, magari in futuro...
Che all'inizio scrivevo meglio ed ero più simpatica. Beh, questo lo dico io, ma è la vera verità.
È stata un'estrazione old style
Ma basta con i discorsi, sembro Alessia Marcuzzi quando crea suspance prima di annunciare chi esce dalla casa del Grande Fratello. E poi lo so che nessuno ha letto quello che ho scritto sopra e che siete andate tutte giù a vedere se avete vinto. Vecchie volpi.

Quindi, the winner is...
Congratulazioni!
Si dia inizio ai festeggiamenti!
Si prepari il Coniglio Incazzoso per il grande viaggio!

Per tutte le altre, mi dispiace tanto, io vi voglio bene però, sappiatelo.
Fine momento strappalacrime.
E andiamo avanti per un altro anno.

domenica 25 gennaio 2015

Approved by Coniglio Incazzoso #1

Questa vorrebbe essere una rubrica settimanale, ma chissà se lo diventerà davvero?
Ci troverete video, foto, link, cose approvate per voi dal Coniglio Incazzoso. E voi sapete (e se non lo sapete, ve lo dico io) che il Coniglio Incazzoso non è facile da accontentare. Quindi se ha scelto qualcosa per voi dovete ascoltarlo.
(Il Coniglio Incazzoso è un figo e ha anche un suo logo, non è BELLISSIMO?)

Questa settimana il Coniglio Incazzoso approva questo video. È la storia dei caratteri. È una meraviglia vera, per me che sono appassionata di grafica, ma anche per tutti gli altri. È un video in stop-motion realizzato da uno studio di design canadese, Forrest Media.
Per realizzarlo ci sono volute 140 ore di lavoro, 2454 fotografie e 291 lettere ritagliate a mano.
Guardatelo, è il Coniglio che ve lo ordina.



A mezzanotte ci sarà lo "STOP ALLE TELEFONATE", avete ancora pochissimo per vincere l'altro Coniglio Incazzoso!

giovedì 22 gennaio 2015

Considerazioni poco serie su Anna Karenina

Premessa: non mi permetterei mai di fare un commento serio a questo libro, quindi sono qui solo per scrivere le mie solite stronzate e per dire che mi ero accorta che il personaggio di Levin è in realtà il buon Lev stesso medesimo (Lev-Levin, ci voleva tanto a capirlo, eh).
Ah, questo post contiene spoiler.

Quindi, Anna Karenina.
Ho iniziato a leggerlo perché su twitter è partito in modo del tutto spontaneo una specie di club del libro con Silvia, Iaia, Michela e Anna. Lo stavano leggendo loro, ma sì, lo faccio anch'io. Ultima a partire, prima a finire (cosa volete farci, non ho una vita sociale e durante le vacanze sono anche stata male).
Ecco i miei pensieri sull'opera del buon vecchio Lev Tolstoj.

I nomi
Mi imbatto per primo in Stepan Arkad'ic. Che è anche Stiva. Ma che è anche Oblonskij. Subito parte il grande, enorme sconforto e la certezza di non farcela ad andare oltre le prime 50 pagine senza farmi partire un embolo.
Poi, caro Lev, ma un po' di fantasia no?
Anna ha un marito. Si chiama Aleksej. Anna ha un amante. Indovinate come si chiama? Oh sì, Aleksej. Ad un certo punto se ne rende conto pure lei e dice "Cazzo, ma si chiamano anche nello stesso modo!" (ok, ho leggermente parafrasato).
E Anna avrà una figlia. Indovinate come la chiama? No, indovinate. Ma Anna ovviamente. Per gli amici Annie, non si sa mai che ci si confonda. Anna ha anche una ragazzina inglese sotto la sua protezione. Hanna.

Le paranoie
Pensate di essere campioni mondiali di viaggi mentali?
Credete che nessuno possa battervi quando vi fate dei film mentali leggeri come la corazzata Potemkin?
Beh, VI SBAGLIATE.
Nessuno, nessuno può battere i personaggi di questo romanzo quanto a paranoie.
Paranoie assurde, articolate, angosciose, che durano capitoli interi e basate assolutamente sul nulla.
"Non mi ama più, ah, lo so che non mi ama più, ho visto come ha abbassato le palpebre di un grado e mezzo in più del solito per guardare di sottecchi questo tizio che è arrivato in casa nostra da sei secondi e che fra altri sette secondi se ne andrà, quasi quasi mi uccido, anzi no, prima le faccio una scenata".
Tutti così. La follia vera.

Quanto ci piace falciare l'erba
Il co-protagonista del libro è tale Levin, di cui si parlava prima, una piaga vera di uomo.
E a lui gli piace falciare l'erba. Gli piace tanto. E ce lo racconta per tipo 50 pagine.
50 lunghissime pagine. Di sudore, erba, fieno, falci lunghe, falci da affilare, contadini, oh ma qui siamo già passati, aspetta che non ti sto dietro, va' che bravo quello falcia meglio di me.
E quando smettono di falciare vanno a caccia.
E via con altre 750 mila pagine sulla caccia in cui non succede NIENTE. E il cane, poi l'altro cane, ma siamo in tre siamo scomodi, ah ma io mi fermo qui per andare un attimo a puttane, ecco io invece mi alzo all'alba e prendo tutte le beccacce brutti stronzi, il freddo, il caldo, il tiepido.
Quando smettono di cacciare votano.
Per altre 640587267 mila pagine.
Questa parte non mi è chiarissima, ammetto di aver saltato dei pezzi. Comunque lo stesso Levin in sostanza non ha capito una beata fava e quando è il momento di votare va a caso. Dopo che tua moglie ha speso 80 rubli per farti fare l'uniforme e farti andare figo alle votazioni tu non capisci un cazzo? Sei veramente una persona orrenda.

Anna
All'inizio mi piaceva. Mi piaceva davvero un sacco.
Poi inizia a fare una stronzata dietro l'altra e, un po' alla volta, ad essere la madre di tutte le piaghe.
Lei è The Queen of Paranoia.
Tanto che, ad un certo punto, la vorresti proprio spingere tu sotto al maledetto treno.
Alla fine si butta, ma è sempre troppo tardi.
Io, quando è successo, ho applaudito mettendomi in piedi sul divano.

Parte ottava
È l'ultima del libro, ho scoperto che il buon Lev ha dovuto pubblicarla successivamente e a sue spese perché il governo russo non era d'accordo con quello che c'era scritto.
Ecco, Lev, potevamo seriamente farne a meno.
Anna si butta sotto al treno e fine. Bravi tutti.
Non c'era bisogno di tutta quella manfrina sulla guerra e sulla religione.
Che probabilmente è la parte più importante di tutto il romanzo, ma una palla che non sto qui a dirvi.

In conclusione, potrebbe sembrare di no, ma il libro mi è piaciuto.
Avrei solo preso a schiaffoni forti tutti i personaggi plurime volte.
Forse l'unico che mi è stato un po' simpatico è Stepan Arkad'ic, un bonaccione senza coscienza. Ma anche lui si sarebbe meritato una sana dose di schiaffoni eh.

Ora mi dicono che dovrei leggere Guerra e Pace.
Io penso che per un po' mi terrò su libri più leggerini.
O almeno credo.

domenica 18 gennaio 2015

Quattro

Oggi questo blog compie quattro anni.

Ne è passato di tempo. Pensate che quando l'ho aperto avevo addirittura un ragazzo. Ebbene sì, nella mia vita ho anche avuto qualche ragazzo. Diversi, a dire il vero. Son questi ultimi quattro anni che son stati il vuoto totale. Forse è il blog che porta sfiga. Pensiamoci.

Nonostante mi porti chiaramente sfiga, gli ho anche fatto un regalo (al blog, non al ragazzo eh), ha un bel dominio nuovo, ma sempre il solito nome deficiente scelto nel delirio della febbre proprio quattro anni fa.

C'è gente che passa di qua dall'inizio, persone che una volta c'erano sempre e ora sono sparite, nuovi affezionati (facciamo finta che ci siano anche degli uomini, dai), altri che passano per caso, lasciano un commento, ma anche no.

Bene, oggi è il mio blog-compleanno, quindi dovreste farmi dei regali. 
E invece ve ne faccio uno io.

Quindi via al contest VINCI ANCHE TU IL CONIGLIO INCAZZOSO!
Il Coniglio Incazzoso è comparso più di una volta nelle mie foto su Instagram e ha riscosso un discreto successo, quindi ho deciso di riprodurne uno per voi. 
No, non è rosa, lo so che il rosa piace quasi solo a me.
È grigio, che sta con tutto, ed è anche un po' più grande di The Original Coniglio Incazzoso. 
Cosa ve ne fate? Gli vorrete bene, gli darete un nome. Berrete insieme a lui la tisana al finocchio, gli farete guardare la tv (ma non Uomini e donne). Vi sottoporrete al suo sguardo minaccioso.
Gli farete le foto in ogni dove, come al nano di Amelie.
Il Coniglio Incazzoso accanto a una pianta grassa di forma sospetta
Il Coniglio Incazzoso in tazza
Il Coniglio Incazzoso insieme al suo amico, The Original Coniglio Incazzoso
Come fare a vincere tutta questa meraviglia? *risate registrate*
Commentate questo post lasciandomi una vostra mail e magari scrivendomi quale è stato il vostro post preferito tra quelli che ho scritto in questi quattro anni. Oppure no, vedete voi. Avete tempo fino a domenica 25 gennaio a mezzanotte.
E poi si estrarrà. (Ah, partecipate se avete un indirizzo in Italia a cui posso spedire il Coniglio Incazzoso che non siamo qua ad ingrassare le Poste Italiane.)

Se parteciperà una sola persona sarò contenta lo stesso e le vorrò più bene che a tutti quanti voi. Ecco.
Regolatevi.

Più Conigli Incazzosi per tutti.
E buon compleanno The Old Pink Room.

martedì 13 gennaio 2015

2014: libri

Da un'idea di Michela (da cui sto spudoratamente copiando prendendo spunto), ecco cos'ho letto nel 2014.
23 libri, sono abbastanza soddisfatta, ma avrei potuto leggere di più se qualcuno non mi avesse rotto il Kobo un mese dopo che l'avevo comprato. Qualcuno (MADRE) che ha avuto il coraggio di confessarmi il misfatto solo mesi dopo l'accaduto, lasciandomi credere che invece fosse un difetto di fabbricazione. Ma vabè.
Partiamo.

  1. La vendetta veste Prada - L. Weisberger: lo so, partiamo malissimo. Ma erano le vacanze di Natale ed ero davvero curiosa di vedere dove sarebbe andata a parare dopo Il diavolo veste Prada. Ovviamente è una porcheria.
  2. Hunger Games - S. Collins
  3. La ragazza di fuoco - S. Collins
  4. Il canto della rivolta - S. Collins: primi libri letti sul Kobo e finiti in pochi giorni. Trilogia partita benissimo per poi finire non dico in vacca, ma in modo frettoloso. Comunque mi è piaciuta.
  5. La principessa di ghiaccio - C. Lackberg: un giallo, carino, ma niente di che.
  6. 1Q84 (1) - H. Murakami
  7. 1Q84 (2) - H. Murakami
  8. 1Q84 (3) - H. Murakami: ho fatto molta, molta fatica a finire questi tre libri, ma volevo vedere dove cavolo voleva arrivare l'autore. In sostanza per un libro e mezzo non succede niente. Poi delirio senza senso. Per me sono un no. Forse però il problema sono io, non i libri.
  9. Open - A. Agassi: solo cuori per questo libro. Mi sono anche commossa in qualche punto.
  10. Fermate gli sposi! - S. Kinsella: era estate. Era gratis. Chiudiamola qui.
  11. Steve Jobs - W. Isaacson: la biografia del buon Steve. Era un pazzo vero. Libro molto molto interessante.
  12. Facing the music - N. Carter: sì, quello dei Backstreet Boys. Un libro di auto aiuto per gente che si droga/beve. Perché l'ho letto? Perché ero curiosa. Un filo ripetitivo.
  13. Colpa delle stelle - J. Green: ciao bimbiminkia, sono una di voi! Comunque non mi ha entusiasmato. Molto meglio Cercando Alaska, dello stesso autore.
  14. Divergent - V. Roth
  15. Insurgent - V. Roth
  16. Allegiant - V. Roth: uhm, mi sembra di averla già letta questa roba. Ah già, è Hunger Games. Praticamente identico, ma scritto peggio. Non ho visto il film, magari è migliore. Non che ci voglia molto.
  17. Il signore degli anelli - La compagnia dell'anello - J.R.R. Tolkien
  18. Il signore degli anelli - Le due torri - J.R.R. Tolkien
  19. Il signore degli anelli - Il ritorno del re - J.R.R. Tolkien: no, non avevo mai letto Il signore degli anelli. No, non mi è piaciuto. Non molto. Forse perché mi sono persa diverse volte con tutti quei nomi e quei popoli e quelle lingue. Forse perché ne ho letto un bel pezzo a Malta, di notte, con 40 gradi mentre non riuscivo a dormire. Chissà.
  20. Ragazzo da parete - S. Chbosky: un piccolo romanzo meraviglioso. Stupendo anche il film.
  21. I giorni dell'eternità - K. Follett: ultimo capitolo di una trilogia. Follett sarà anche banale per quelli che leggono davvero, ma io mi faccio sempre prendere dalle sue trame. Poi ho finalmente capito per bene come è iniziata e cosa è successo durante la guerra fredda grazie a questo libro. 
  22. Via col vento - M. Mitchell: pensate un po', esiste anche il libro. Ed è un bel mattone. Mi è piaciuto molto. Anche se avrei preso a schiaffoni Rossella plurime volte. Di gusto anche. Ci sono diverse differenze rispetto al film. Del tipo che Mizz Rozella ha figli da tutti i mariti. E c'è di mezzo il Ku Klux Klan, di cui facevano parte un po' tutti e gli piaceva anche parecchio.
  23. L'imprevedibile viaggio di Harold Fry: poetico. Ma forse mi aspettavo troppo, sono rimasta un po' delusa.
Ecco qua.
Lo so, leggo quasi solo puttanate. Accettatemi così come sono.
Però ho iniziato il 2015 a cannone con Anna Karenina. Ma di questo magari parliamo in un altro post.

venerdì 9 gennaio 2015

Cose che ci serviranno anche nel 2015


Perché vanno bene i buoni propositi (il mio è quello di non comprare più mutande o pigiami con animaletti sopra) (SPOILER: non ce la farò) ma parliamo di cose di cui avremo (avrò) ancora bisogno in quest'anno nuovo di zecca:

  • shampoo e balsamo Ultradolce alla lavanda
  • il coso per i piedi Dr. Scholl. Dai, quello col rullo che gira. Non mi ricordo il nome. 
  • le Yankee Candle, perché quando pensavo di essermene liberata, ecco che l'ossessione è tornata
  • il mio adorato Kobo che mi ha permesso di leggere tantissimo l'anno scorso
  • la lana Groovy DMC e i ferri di bambù numero 7, principalmente perché ho iniziato uno scalda collo e dovrò finirlo - si spera - entro il 2015
  • il rossetto Ruby Woo di Mac, perché un rossetto rosso serve sempre
  • i calzini con i cuori di Oysho
  • gli infusi Clipper e Løv
  • Peggy Journal, anche solo per le meravigliose foto
  • la mia agenda Filofax (che ho da tre anni, cioè before it was mainstream, oddio, precorro le mode, quanto mi sento figah)
  • Grey's Anatomy, ma solo perché voglio vedere dove saranno capaci di andare a parare
  • il siero Midnight Recovery Concentrate di Kiehl's, che devo ancora testare del tutto, ma per ora mi sta piacendo molto
  • l'app Citymapper perché mi ha salvato più volte dal perdermi in giro per il mondo. Scaricatela. Potrebbe sembrare, ma no, non mi pagano per rompervi le palle con questa app (anche perché, chi volete che mi paghi per scrivere, dai, siamo seri)
  • il top coat Better Than Gel di Essence, anche se tutte scrivono meraviglie di quello di Dior io resto fedele al mio alleato di mille battaglie che si asciuga subito, fa durare un sacco lo smalto e costa meno di 2 euro
  • i washi tape. Più ne possiedo, più sono felice.
  • gli smalti Essie, colori stupendi, durata ottima, prezzo accettabile
  • il mio fido leccapentole, amico di mille ricette

Per ora basta credo.
Se mi viene in mente altro vi faccio sapere.

A voi cosa servirà anche in questo nuovo anno?

lunedì 5 gennaio 2015

2015, be my guest


Rieccomi gente, buon anno!
Anche stavolta siamo sopravvissuti al capodanno e io, a dire il vero, l’ho fatto egregiamente. Cose bizzarre.
Mi sono aggregata a due balde giovini (Viola Polemica ed Elena) che mi hanno proposto di andare a Milano a teatro a vedere qualcosa di estremamente intellettuale e intimamente complesso: il musical Disney La Bella e la Bestia.
Ed è stato PAZZESCO.

Ma partiamo da lontano. Tipo dal freddo vero che c’è stato tutto il giorno del 31 e che mi ha fatto pensare ancor di più a quanta segatura ci sia dentro al cervello dei ragazzini che vanno in giro con le caviglie nude e le scarpe di tela con -3°. 
O dal fatto che, arrivate in hotel - sorpresa sorpresa – c’era il riscaldamento della stanza rotto. Potrei scrivere un manuale di auto aiuto: “Cominciare bene, how to”. Comunque ci è andata di culo perché al posto della tripla abbiamo usufruito di tre splendide singole.
Poi via nel gelo, guidate dall'app Citymapper (mai, mai, mai più senza).
C’è stato dello shopping, finalmente ho comprato delle mutande non antistupro, volevamo fare merenda da California Bakery ma era chiuso, maledizione a loro.
Abbiamo comprato una bottiglia di prosecco, Cipster e Tuc per fare l’aperitivo, dato che ops, non avremmo fatto in tempo a cenare. Così, come delle signorine per bene, dopo esserci (o almeno, io l’ho fatto) messe calze di cachemire (vabbè, col 7% di cachemire, grazie Calzedonia), canottiera di lana (e seta, pare ‘na schifezza ma merita, grazie Intimissimi e Mic per averla suggerita) e gonna strafiga che non indosso mai, abbiamo messo in borsa la bottiglia di prosecco e l’abbiamo bevuta strada facendo. (“Io ho ancora i Tuc!”)
Dopo aver fermato un taxi tipo Carrie in Sex and the City, abbiamo raggiunto il Teatro degli Arcimboldi che è tipo altrove.
Ci hanno munito di pacchettino con bicchiere e panettoncino e siamo andate ai nostri posti.
Ed è iniziata la meraviglia.
Tutto in inglese (ma ci sono i sottotitoli), perché è il musical originale di Broadway, i costumi stupendi, le scenografie pazzesche, i balletti, poi i cantanti non ne parliamo proprio. Sembravano finti. C’era pure l’orchestra vera.
Una magia.
(Ecco, magari il famoso vestito giallo di Belle sarebbe stato meglio farlo senza maniche a sbuffo, che mi sembrava Barbie Luce di Stelle direttamente dagli anni ’80)
Gran finale, brividoni giù per la schiena e mancano dieci minuti a mezzanotte.
Ci danno le bottiglie di spumante, il cast esce sul palco, conto alla rovescia, un signore apre la nostra e via, evviva, buon 2015.

Due minuti dopo “Scusate, c’è qui un ragazzo che deve dire una cosa importante”. E uno del cast chiama sul palco la sua ragazza.
“NO CAZZO, NON LE CHIEDERÀ MICA DI SPOSARLO, ADESSO MI BUTTO DI SOTTO”.
Discorsone strappalacrime ma anche un po’ divertente, “I love you” e il pubblico già urlava, poi si inginocchia, tira fuori il brillocco “Would you marry me?”, ovviamente lei dice di sì, il pubblico esplode mentre Bruno Mars dagli altoparlanti cantava “Hey baby, I think I wanna marry you”. E io con i lacrimoni.
Sembrava un film. Ma sul serio.
“Detto ciò, è meglio bere”, e ho trovato opportuno finire il prosecco rimasto tutto in un sorso, direttamente dalla bottiglia.
Prosecco che ci ha messo una discreta allegria addosso, del tipo che si è provato a fermare un tram mostrando le gambe e ci si è quasi riuscite.
Poi, come delle brave signore per bene, siamo andate a fare il cenone. Da Burger King. Alle ore 2.30. In mezzo ai ragazzini ubriachi.

Infine, il freddo ha avuto la meglio e abbiamo chiamato un taxi per tornare in hotel. Piccolo dettaglio, io ho dormito con il maglione sopra il pigiama e con le calze di lana sotto ai pantaloni. E tre coperte. Ho preso pochissimo freddo insomma.
Fatto sta che è stato un capodanno meraviglioso.
Andate a vedere La Bella e la Bestia se ne avete l’occasione.
E buon 2015.

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