giovedì 13 ottobre 2016

Il mio viaggio da sola: Kyoto - parte seconda

Ecco, parliamo ancora di Kyoto. Io pensavo che fosse una cittadina relativamente piccola, invece sbam, un milione e mezzo di abitanti. Più di Milano.
Comunque il primo giorno intero a Kyoto mi sono diretta verso Arashiyama, nella zona ovest della città.
Per prima cosa ho visto i giardini del tempio Tenryu ji, carini, ma mi aspettavo qualcosa di meglio.




E poi la meraviglia: la foresta di bambù di Arashiyama. È qualcosa di incredibile, impressionante. Il bambù di questi alberi serve a fare tazze, stuoie e anche tatami (pavimentazione tipica giapponese).



Dalla foresta si può accedere ad un parco (a pagamento) che si chiama Okochi Sanso, giardino (enorme) di una villa un tempo appartenuta ad un attore giapponese del cinema muto, Denjiro Okochi.
Compresi nel biglietto c'erano un dolcetto e una tazza di té matcha (bere té bollente con una temperatura esterna percepita di 56 gradi, ma che bella idea!) da consumare nella casa da té all'interno del parco.







Sempre lo stesso giorno mi sono recata a vedere un'altra attrazione molto umile e per niente impressionante della parte ovest di Kyoto, ossia il tempio Kinkaku ji, detto Golden Pavilion.
E, sì, quello è oro vero.

Sono rimasta a fissarlo credo per dieci minuti, incredula. È uno spettacolo pazzesco.



Il giorno successivo diluviava e sono andata al Ginkaku ji, ossia il Silver Pavilion. Ma perché silver se non è d'argento? Perché l'idea iniziale sarebbe stata di ricoprirlo di foglia d'argento, ma il progetto non è mai stato portato a termine.

Questa scultura di sabbia rappresenta il Monte Fuji

Purtroppo gran parte del parco del tempio era chiusa a causa del brutto tempo (il tifone! sì, proprio lui!). Peccato. Almeno però non si moriva di caldo.

Ho imboccato il Sentiero del Filosofo, una stradina che costeggia un fiumiciattolo incorniciato da alberi di ciliegio (in primavera deve essere uno spettacolo) così chiamato perché si dice che Kitaro Nishida, un filosofo della prima metà del '900, fosse solito passeggiare proprio lungo questa stradina mentre rifletteva.


Lungo questo sentiero ho visitato il tempio Honen-in. Non c'era praticamente nessuno, grazie tifone.

Alla fine della passeggiata c'era il tempio zen di Nanzen ji, c'era anche una parte di un antico acquedotto. Il complesso era enorme, io ho visto quello che ho potuto, ero un po' stanchina.







Bene, finisce qui la mia parte del racconto relativo alla città di Kyoto. È stato un luogo che mi ha molto affascinato, diverso da Tokyo in tantissimi aspetti. Non saprei dirvi quale tra le due città mi sia piaciuta di più, sono troppo differenti. Kyoto è più serena, meno frenetica, nonostante sia grande e piena di gente. L'ho amata molto. 

Siamo quasi arrivati alla fine eh, anche se devo ancora raccontarvi delle mie gite partendo da Kyoto e due altre cosette. Resistete. 

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