martedì 4 ottobre 2016

Gite da Tokyo: Nikko e Hakone

Da Tokyo ho fatto due gite in giornata in treno.
La prima è stata quella a Nikko, città che si trova circa 140 km a nord di Tokyo e a cui si arriva comodamente in treno cambiando un paio di volte. Ci vogliono circa due ore per arrivare, ma ero talmente affascinata dai treni giapponesi (come vi ho già detto) che non mi sono neanche accorta del passare del tempo.
I templi e i santuari di Nikko sono stati dichiarati patrimonio dell'umanità dall'UNESCO. E, come dice la Fede, ci ha mai deluso l'UNESCO? No.
Infatti questa gita è stata una figata.





Deve essere la prima foto in cui ci sono io che pubblico in questo blog. Che emozione.
È stato strano trovarmi in mezzo ai boschi nel silenzio dopo tutto il rumore di Tokyo.
Alcuni templi purtroppo erano in restauro, ma è stato bellissimo lo stesso.
C'erano anche le famose tre scimmiette!


E le scale. Mamma mia quante scale.

Credo - anzi, ne sono sicura - che questi luoghi diano il meglio durante l'autunno, quando gli alberi si tingono di rosso, arancione e giallo.

Ho visto anche il famoso ponte rosso (purtroppo ero controluce per le foto, maledizione anche al sole), che sembra immerso nel verde e nel silenzio, invece è vicinissimo ad una strada molto trafficata. Quella è stata un po' una delusione.

L'idiozia della giornata è stata quella di mangiare il piatto tipico di Nikko, che è a base di yuba, cioè pelle del latte di soia. Sento già che vi viene l'acquolina. Mi ero fissata e l'ho voluto mangiare e, vi dirò, non era male. Solo un pochino indigesto.

Ah, vi devo raccontare un episodio che mi è capitato quando sono tornata a Tokyo la sera. Mi sono detta: "Dai, vado al Tokyo Government Building, sul sito c'è scritto che è ancora aperto e dicono che si goda di una bella vista dalle sue terrazze panoramiche". DIO MIO CHE BELLA IDEA.
Sono arrivata all'edificio e ho visto che c'era poca gente ma - ehi, su internet c'è scritto che chiudono più tardi e io ci voglio credere. Allora tranquilla vado in bagno. Esco e, ops,  hanno spento le luci e non c'è più nessuno. PORCA VACCA.
Corro per i corridoi finché non trovo un custode che ovviamente non capisce una parola di inglese, neanche exit. Allora provo con metro e questa la capisce o almeno sembra. Si mette a correre e mi fa segno di seguirlo. Trafelati arriviamo a una porta chiusa, scuote la testa un po' disperato perché mi parla e io, sai com'è, il giapponese non lo capisco, così MI FA INDOSSARE IL SUO AURICOLARE. Io ho pensato che finalmente qualcuno mi parlasse in inglese, INVECE COL CAZZO. Una voce di uomo anche un po' alterato che mi parlava in giapponese a raffica. Restituisco l'auricolare al povero custode sempre più avvilito.
Improvvisamente gli viene un'idea. Corre corre corre e io dietro senza fiato, prendiamo delle scale e ODDIO SIAMO FUORI.
Voi non capite che spavento che mi sono presa. Al buio, di notte, chiusa in un palazzo governativo giapponese. Vabbè, è finita bene dai.

Tornando a noi, la seconda gita che ho fatto da Tokyo è stata nella zona di Hakone, da cui si può vedere il Monte Fuji. Ho preso il treno shinkansen fino a Odawara e lì ho acquistato l'Hakone Free Pass (per 4000 yen, circa 35 euro) grazie al quale ho utilizzato un sacco di mezzi di trasporto diversi.
Prima il trenino, poi quello che credo si chiami treno a cremagliera per salire su per una montagna, funivia, nave dei pirati (non sto scherzando) e autobus.
La zona di Hakone è bellissima in ogni stagione: in primavera ci sono i ciliegi in fiore, in estate le ortensie, in autunno gli aceri rossi, in inverno la neve. Indovinate cosa c'era quando sono andata io? Proprio niente. La solita fortunella. Ma è stato bellissimo lo stesso.

Dalla funivia per arrivare a Owakudani, il punto più alto del mio giro, ho visto il Monte Fuji nascosto tra le nuvole. È stato un momento emozionante, lo confesso.
Il Monte Fuji. È lì, lo giuro.
La zona di Owakudani (che significa La Grande Vallata Bollente) è vulcanica e appena fuori dalla funivia dei tipi consegnavano degli asciugamani bagnati da mettere sulla bocca per proteggere le vie respiratorie dai gas tossici. Diciamo che è stato eccesso di zelo, si respirava benissimo, solo una forte puzza di zolfo.
Il panorama è pazzesco: la terra ribolle e fa uscire gas sulfurei e un gran caldo.


 Nell'acqua delle piscine all'interno dei crateri vengono cucinati i kuro-tamago, ossia le uova nere. È l'acqua sulfurea a far diventare nero il loro guscio. Si dice che chi li mangia allungherà la sua vita di sette anni.
Ovviamente ho preso le uova (e nel farlo mi sono schiantata per terra sbucciandomi un ginocchio, ma questa è un'altra storia).
Purtroppo il trail per andare a vedere le pozze e la zona vulcanica più da vicino era chiuso perché l'attività era troppo intensa, dunque era pericoloso avvicinarsi. Che peccato.

 



Ho quindi ripreso la funivia per scendere al Lago Ashi dove mi aspettava una nave dei pirati. Sì signori, proprio una nave dei pirati. Cosa ci faccia una nave dei pirati in mezzo ad un lago giapponese è una delle tante domande che resteranno senza risposta.



Con la nave sono arrivata a Motohakone dove ho visitato un tempio davvero bello con un torii nell'acqua.
Da lì ho preso l'autobus che mi ha riportato alla stazione.





Queste due gite mi hanno davvero soddisfatto e divertito, ve le consiglio se andrete in Giappone. Soprattutto quella nella zona di Hakone, mi aspettavo poco e invece mi è piaciuta tantissimo.

Bene, anche oggi ho concluso, ma ho ancora un sacco di cose da dirvi, eh. Se vi annoiate ditemelo. Io invece mi diverto :)

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