venerdì 10 luglio 2015

Sulle tracce di Meredith Grey - Viaggio a Seattle

Eccomi, ce la posso fare a raccontarvi del mio viaggio. È che non so da che parte cominciare. Che è stato fantastico mi pare di avervelo accennato su un social o due, ma anche su questo stesso blog.

Ho deciso di andare con ordine, quindi di iniziare con Seattle, la mia prima tappa.
La domanda più frequente è stata: che cavolo vai a farci a Seattle? A trovare Meredith Grey OVVIAMENTE. E invece mio cugino (mio cugggino) ci abita perché lavora ad Amazon e io sono andata a trovarlo. 
E com'è 'sta Seattle? Io l'ho trovata davvero una città carina, non troppo grande per gli standard americani (ha circa 650 mila abitanti) (e un solo Sephora) e in continua crescita. Del tipo che mentre ero lì qualche grattacielo in costruzione è cresciuto di un paio di piani. 
A Seattle si costruisce ovunque e si costruisce in fretta, perché molte aziende hanno la loro sede lì, sono in continua espansione e la gente continua ad arrivare. Abbiamo anzitutto Amazon (è ovunque in città, anche se di loghi non se ne vedono in giro), ma anche Uber, Microsoft, Starbucks, Boing.
Ci sono seri problemi di traffico perché ci si sposta solo su strada (e si fanno incidenti e si uccidono medici di serie tv che non dovrebbero morire), non c'è la metropolitana. I cittadini, non mi ricordo esattamente quando, hanno votato contro la sua costruzione affinché la città rimanesse piccola. Solo che poi hanno iniziato lo stesso ad arrivare le grandi aziende e ora muoversi è un problema. Ma non vi preoccupate, perchè c'è LA MONOROTAIA! (Qui entra Homer Simpson che canta "Monoraaail/Monoraaail/Monoraaail") Che in realtà è la cosa più inutile che abbia mai visto, dato che fa una fermata e il tragitto dura tipo 2 minuti. Anche meno. Ma i cittadini ne vanno molto orgogliosi. È stata costruita per l'Expo del 1962 insieme al famosissimo Space Needle.

Ma cos'ho visto a Seattle?
Ho visto il Chiuly Garden and Glass, in sostanza un museo del vetro soffiato. Io, che abito a circa mezz'ora da Venezia, sono andata a vedere vetro soffiato a Seattle. C'è dell'ironia in tutto questo. Ma devo dire una cosa: gli americani sanno fare le cose molto meglio di noi. L'anno scorso sono stata a Murano a vedere, appunto, il museo del vetro soffiato ed è stato di una tristezza indicibile. Mentre a Seattle... beh, giudicate voi.






Io sono rimasta a bocca aperta. Avrei duemila foto di quella mattina ma purtroppo non le posso mettere tutte. O per fortuna per voi.

Poi è stato il turno del museo di musica, pop culture e sci-fi (EMP Museum). Ossia "come creare quasi dal nulla un museo e renderti felice anche se hai pagato 22 dollari per entrare". Ho notato che gli americani hanno questo dono: prendere quel poco che hanno e ingigantirlo, presentartelo benissimo, ricamandoci sopra e facendoti girare la testa.
L'esterno del museo. In mezzo ci passa la monorotaia.
In questo museo quindi ho visto: una mostra sui Nirvana, e ci mancherebbe altro, il grunge è nato a Seattle grazie a Kurt Cobain.
Una mostra sull'evoluzione della chitarra (mio zio è impazzito), una piramide rovesciata fatta di strumenti musicali, una sala piena di videogiocchi Nintendo, uno schermo più grande di quelli dei cinema in cui proiettavano video musicali e ovviamente filmati su Macklemore (anche lui di Seattle), una sala fatta apposta per provare a suonare con strumenti con cabine singole e video con tutorial (io ho suonato la batteria), una mostra sui cartoni animati di Chuck Jones (per esempio Will E. Coyote e Beep Beep), una sala enorme dedicata allo sci-fi con costumi di film, pezzi di astronave, una sfera gigante che poteva diventare il tuo pianeta preferito e molto altro. La sala fantasy con i costumi de "La storia fantastica" (e soprattutto quello di Inigo Montoya), de "Il trono di spade" e di molti altri film, anche lì touch screen dove potevi creare il tuo mondo fantastico, filmati con commenti degli autori di libri fantasy, un drago gigante... insomma, un museo un po' folle, un accozzaglia di cose che mi hanno fatto perdere per un pomeriggio intero.

Che altro ho fatto a Seattle? Sono salita sullo Space Needle. Anche lì, touch screen a bizzeffe per farti perdere più tempo, foto gratuite in cui sono uscita che sembro una tossica, gadget con tocco vintage che mi hanno fatto spendere molti soldi.


Pike Place Market: un altro simbolo della città, un mercato bellissimo e incasinato, in cui la parte del leone la fanno il pesce (famoso il primo banco che si incontra entrando, dove i commessi vestiti da pescatori - o forse sono pescatori veri - si lanciano pescioni cantando) e i mega granchi. Ma c'è di tutto: fiori bellissimi, frutta (soprattutto le ciliegie gialle del Monte Rainer), vestiti, cosmetici bio, pasta strana...




Il primo Starbucks: la cosa è molto divertente, perché spacciano quello vicino al Pike Place Market come primo Starbucks, mentre invece il vero primo locale l'hanno chiuso 10 anni fa. Ma hanno riaperto dove si trova ora e hanno deciso che quello era il primo. E tutti ci credono. Io ovviamente la tazza l'ho comprata lo stesso e ho anche fatto la coda perché sono intelligente.
La partita di baseball: sono stata a vedere Seattle Mariners - Kansas City Royals. E ho scoperto che lo scopo principale, quando vai allo stadio del baseball, è mangiare e bere. La partita c'è, ok, ma potrebbe quasi non esserci. Anche perché è durata più di tre ore e il baseball non è come si vede nei cartoni animati o nei film, è uno sport abbastanza statico e non succede moltissimo. Poi i Mariners sono abbastanza brocchi, diciamolo. Comunque è stata una bella esperienza, io mi sono divertita. E ho mangiato tantissimo.

È già un post lunghissimo, magari ne farò un altro per concludere i miei pensieri su questa città. E poi devo raccontarvi del mio weekend a Orcas Island, un'isoletta ai confini col Canada. Ma per oggi basta così, dai.

6 commenti:

  1. Seattle mi attira moltissimo. Mi mordo le mani per non esserci stata quando sono andata a Vancouver.
    Le partite di baseball sono utili solo per fare gli scemi con l'inno, lo stretching time e per mangiare peanuts a hot-dog! Belle foto e bel viaggio!

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  2. Grazie!


    Io invece mi mangio le mani per non essere stata a Vancouver, ma mio cugino aveva già altri piani per il weekend. Mi toccherà tornarci.

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  3. il museo del vetro dev'essere stato una cosa stupenda *.* per me puoi farci un post dedicato :) concordo che in italia non ci sono i mezzi/capacità/non so cosa per farsi del marketing come si deve ^^ dico solo che anche la danimarca - secondo me- ci batte alla grande nel valorizzarsi...

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  4. Seattle sembra davvero una città interessante! A volte per andare a trovare qualcuno finisci in posto che di tuo non avresti visitato mai e te ne innamori pensando a cosa ti saresti perso se non avessi avuto quell'occasione. A me è capitato con Losanna, ad esempio. Poi le città più a misura d'uomo le vivo meglio delle grandi metropoli, ho meno l'ansia di dover vedere tutto, riesco a farmi più un'idea del posto in cui sono, e mi trovo più a mio agio, forse perché vengo da una piccola città.


    Comunque belle le foto, brava! Adesso attendo il post su Orcas Island, che da Instagram mi sembrava un posto bellissimo!!

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  5. Il post è lungo, sì, ma è molto scorrevole e scivola via in un attimo! Aspettiamo il continuo! Mi ha sempre ispirato Seattle, speriamo di avere tempo e money in futuro per fare un bel viaggio itinerante americano... bello il museo della musica, ci sarei andata volentierissimo anche io ;)

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  6. Oh, grazie, fa sempre piacere quando una lettrice silenziosa decide di commentare :)
    Poi sono contenta che ti sia piaciuto il post, a dire il vero ero un po' demoralizzata perché sembrava che non interessasse a nessuno, invece per fortuna qualche commento è arrivato.


    Mi toccherà proprio andare a Vancouver prima o poi allora, a quanto pare è bellissima. La metto nella lista dei miei futuri viaggi.

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