mercoledì 22 luglio 2015

Da sola a New York #2

Il mio secondo giorno a New York mi sono diretta a Central Park. Immaginavo fosse grande, ma non pensavo fosse COSÌ grande. È immenso. Ci sono laghi, laghetti con le barche a remi, fontane, castelli, campi da baseball. E spose ovunque.





Ho visto Strawberry Fields dove c'era un ragazzo che suonava le canzoni dei Beatles con la chitarra. Ho visto tantissimi scoiattoli. E ho dormito un po' sdraiata sul prato.


Sono arrivata fino a circa metà del parco in lunghezza, ho raggiunto il Met e sono andata a visitarlo. No, non ho fatto la foto seduta sulle scale come Blair.
Il Metropolitan Museum of Art è immenso. Io mi sono diretta subito alla mostra China: Through the Looking Glass. Sì, proprio quella di Anna Wintour e alla cui inaugurazione c'era Rihanna vestita da frittata. Una meraviglia. Un meraviglia vera.

Poi ho ammirato gli impressionisti, ho visto una parte dell'esposizione riguardante l'arte giapponese, una mini mostra di Van Gogh. Bisogna porsi degli obiettivi precisi al Met, altrimenti ci si perde.

Uscita dal museo ho pensato bene di fare un saltino da Bloomingdale's, al cui interno c'è anche Magnolia Bakery. E vuoi non prendere un paio di cupcakes? Sì, sono buoni. Sì, sono burrosissimi.


Sono poi finita alla Gran Central Station. E mi sono sentita in un film.
Finalmente ho anche assaggiato il famoso hamburger di Shake Shack. Al riguardo dirò solo che dura troppo poco. Se passate per New York dovete andarci.
Il terzo giorno è stato un filino impegnativo.
Sveglia prestissimo per prendere il traghetto per Liberty Island in orario, pronta per salire su Lady Liberty. Io ho acquistato diversi mesi prima il biglietto, così sono riuscita a salire anche sulla corona. Attenzione, le scale sono davvero strette ed anguste, sia la salita che la discesa non sono semplicissime. Una volta arrivati su c'è pochissimo spazio, per questo i biglietti sono limitati.
Alcuni mi avevano detto di lasciar perdere la visita alla Statua della Libertà perché non ne valeva la pena. Io invece ve la consiglio. È vero, è più piccola di quanto ci si aspetti, paragonata anche ai grattacieli. Però è uno dei simboli della città e mi ha emozionato esserci salita.

Dentro alla corona

Una volta scesa ho ripreso il traghetto per Ellis Island, dove si trova il museo dell'immigrazione. Sfiga ha voluto che quasi tutti i reperti non fossero presenti a causa dell'uragano Sandy che nel 2012 ha provocato ingenti danni. La cosa simpaticissima è che ovunque giustificavano l'assenza dei reperti con "eh, sapete, non funziona la climatizzazione, la roba si rovina" e invece la temperatura era di -35. IL GELO. Comunque mi hanno fornito un'audioguida gratuita in italiano (come anche a Liberty Island) che mi ha spiegato come funzionava il processo di accoglienza degli immigrati che arrivavano a New York con la nave.


Tornata a Manhattan, mi sono diretta verso Wall Street (impossibile fotografare decentemente il toro, troppa gente).
Poi sono stata da Century 21, consigliato anche dalla Lonely Planet per i vestiti di super marche con grandi sconti. E ho comprato dei calzini. E basta. Non ce la posso fare in posti come quelli io, troppa roba, troppo casino.


Siccome non era ancora abbastanza, sono andata a Ground Zero.
L'emozione è stata tanta. Le due fontane che hanno costruito al posto delle Twin Towers distrutte sono impressionanti. Danno perfettamente l'idea di qualcosa che è lì per ricordare ciò che è successo ma trasmettono anche un senso di vuoto.


Lo staff del 9/11 Memorial mette quotidianamente una rosa bianca accanto ai nomi delle vittime che in quel giorno compiono gli anni

Il 9/11 Memorial & Museum è sotterraneo e ricostruisce tutto quello che è accaduto, ma soprattutto tiene viva la memoria di tutti quelli che l'11 settembre 2001 hanno perso la vita. In una zona in cui (giustamente) è vietato fare foto, le pareti sono coperte con i ritratti delle vittime e si sentono le voci registrate dei parenti che ricordano "my brother, my father, my daughter". Io ve lo dico, non ce l'ho fatta a rimanere in quella parte del Memorial per molto. Avevo un groppo in gola.
Il museo comunque è davvero immenso, ci ho messo più di due ore a vederlo tutto.

Una volta fuori ero leggermente stanchina, non so bene come ho fatto a tornare a casa.


Bene dai, facciamo finire anche questa seconda puntata. La prima la trovate qui.




9 commenti:

  1. Wow, che meraviglia Central Park! E che contrasto quei grattacieli sullo sfondo!

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  2. Mamma mia *__* Non sai quanta voglia di partire che mi stai mettendo! Leggo i tuoi post su questo viaggio e mi emoziono pensando "oddio, prima o poi ci andrò anche io". Mi piacerebbe tantissimo partire così, da sola, ma non so se ne avrò mai il coraggio...
    Aspetto le altri parti del racconto! :D

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  3. Si può fare Chiara!
    Ho avuto anche io un momento in cui ho pensato "Oddio, cosa sto facendo, da sola a New York, ma sono deficiente?" ma è passato subitissimo. Poi è stato tutto meraviglia, felicità e male ai piedi :)

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  4. Uffa, che voglia di tornare a New York!! Che bellissimo viaggio hai fatto!
    (PS: Shake Shack c'è anche a Londra!)

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  5. che bello grazie per aver condiviso con noi... davvero bisogna prenotarla con mesi di anticipo la Lady? mm allora inizio a darci un'occhio, io devo andare a Novembre ;) bello il memorial, posso solo immaginare come ti sia sentita.... un bacio

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  6. In realtà devi prendere il biglietto molto tempo prima solo se vuoi salire fino alla corona, altrimenti si arriva solo al piedistallo col biglietto normale. Comunque è bello anche solo il primo step, secondo me non è fondamentale arrivare fino in cima.

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  7. Non lo sapevo! Ma è fantastico!

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  8. Ma faceva caldo? Comunque non so perché ma sto tuo racconto mi fa tornare una voglia di tornare a New York.... Magari a Natale... Dicono che sia molto natalizia come città. Va beh intanto attendo la parte terza del tuo viaggio

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  9. Si stava bene, quasi sempre sole ma non troppo caldo.

    Eh, New York a Natale deve essere pazzesca.

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