lunedì 7 maggio 2018

Il mio viaggio in Russia: Mosca

Eccoci qui, è tempo di parlare del mio ultimo viaggio. 
La Russia. Così vicina (alla fin fine in tre ore ci si arriva) ma così diversa. Diversissima. Con la gente che non ti sorride non perché sia maleducata, ma perché sorridere agli sconosciuti non è proprio previsto nella loro cultura. Col freddo e la neve ad aprile, i fiumi ghiacciati e i metal detector ovunque. Con i boschi infiniti di betulle, le casette di legno nella steppa e le cupole d'oro delle chiese.
  
È stato il mio primo viaggio di gruppo organizzato da un'agenzia. E con grande probabilità è stato anche il mio ultimo viaggio di gruppo organizzato da un'agenzia. 
Per chi lo volesse sapere, l'agenzia era Zeppelin.
È andata così male? No. Però questa è una modalità di viaggio che cozza un po' troppo con le mie abitudini. Non avere il controllo su tutto mi ha fatto agitare prima di partire più di quando sono andata in un altro continente da sola.
Un altro problema è stata la conformazione del gruppo: ero sensibilmente la più giovane, tutti gli altri erano più o meno sulla cinquantina. Una signora era addirittura sui 70 (e non fatemi dire altro su questa persona. Male. Malissimo.). Mi ero illusa di trovare se non miei coetanei, almeno persone sui 40/45, visto che non si trattava di un classico tour ma un viaggio più dinamico, e invece. Comunque almeno eravamo in pochi (in 7). Vorrei scrivere un post solo sui miei compagni di viaggio perché farebbe molto ridere, ma vorrei evitarmi una denuncia. Dirò solo che una si era portata il grana in valigia.
L'organizzazione dei tempi: non malissimo, ma neanche ideali. 
Mi consola solo il fatto che se non avessi optato per questo tipo di viaggio non ci sarei mai andata. Però conto di tornarci (magari in estate) ora che ho visto come funziona per recuperare tutto quello che mi sono persa.

Una cosa super positiva è stata la presenza di un accompagnatore italiano (giovane!) che vive da 9 anni a Mosca. Senza di lui non avrei mai scoperto tanti aspetti della vita in Russia, ristoranti assolutamente non turistici, non sarei mai riuscita a comprare dei francobolli in una posta di S. Pietroburgo. Ci ha facilitato tantissimo le cose, è stato pazientissimo e disponibilissimo. Tanti cuori per lui. 

Ma bando alle ciance, parliamo di quello che ho visto.
Siamo arrivati a Mosca e un pullmino ci ha portato in hotel, così abbiamo potuto avere un primo impatto con il grande protagonista del soggiorno in città: il traffico. A Mosca c'è una quantità di auto pazzesca e l'inquinamento è preoccupante, ma loro se ne sbattono abbastanza. Anche il carburante per le auto provoca più smog dei nostri, ma in fondo a loro che gli frega. Carburante che, per inciso, costa pochissimo, tipo 70 cent di euro al litro.
L'hotel era un po' decentrato, ma con la metro in 15 minuti si poteva raggiungere il centro. Quindi  siamo andati subito nella Piazza Rossa. E io sono rimasta a bocca aperta. È davvero pazzesca. 
Il museo storico, il Cremlino, i magazzini GUM e poi sbam la basilica S. Basilio. La vedi in tv un milione di volte e poi è lì, coloratissima, così bella da sembrare finta.
Penso di aver fatto un milione/un milione e mezzo di foto.


Poi siamo entrati nei magazzini GUM e anche lì bam alberi finti di ciliegio, lucine, fregi dorati, gallerie infinite di boutique. E lì ho capito che la parola d'ordine del viaggio sarebbe stata SOBRIETÀ.



E il Bolshoi! Ho provato a cercare un biglietto per un balletto, ma è stato impossibile.

Il giorno successivo abbiamo conosciuto la nostra guida russa Masha e trascorso la mattinata facendo un utilissimo giro panoramico con il pullmino. Vi ricordate cosa avevo detto prima del traffico? Ecco.
La guida ci ha dato un sacco di informazioni sulla città e abbiamo visto un po' di cose da fuori, passandoci davanti, tra cui la Lubjanka (famosa sede del KGB), il Cremlino, la casa di Tolstoj, quella di Bulgakov, la casa di Margherita de "Il maestro e Margherita" (ero l'unica che l'aveva letto), alcune delle Sette Sorelle (sette edifici sparsi per la città molto simili tra loro e voluti da Stalin per rappresentare il classicismo socialista).
Cremlino

Io. Faceva freddino.

Lubjanka. Dove c'era il simpatico KGB.

Una delle sette sorelle. Questa è una facoltà universitaria.
Abbiamo visitato la Cattedrale di Cristo Salvatore in cui stavano facendo la celebrazione della domenica delle palme con tanto di Patriarca (era il nostro giorno di Pasqua, quest'anno non è coincisa con quella ortodossa). Questa chiesa era stata abbattuta da quel simpaticone di Stalin che prima aveva progettato di costruirci sopra un edificio simbolo del comunismo, poi però non ce l'ha fatta e ha edificato la piscina aperta più grande del mondo, infine la chiesa è stata ricostruita negli anni '90 com'era prima della distruzione. Che delirio.


Nel pomeriggio abbiamo fatto il giro di alcune delle più belle stazioni della metro di Mosca. La costruzione è iniziata dal buon vecchio Stalin negli anni '30, ci hanno lavorato migliaia di persone in condizioni terribili. Come avrete capito, Stalin aveva dei gusti zembligi e quindi via con stucchi, mosaici, lampadari, marmi, statue, affreschi, vetrate, oro ovunque. Tutto rigorosamente a tema Grande Madre Russia e Grande Partito Comunista.
Le stazioni più belle sono una quarantina, poi è arrivato Krusciov e ha imposto a tutti di darsi una calmata, quindi altre linee sono più tranquille.





Siamo riemersi in via Arbat, una via pedonale lunga circa un chilometro nota per gli artisti di strada che vi si esibiscono e per la shopping. Moltissimi bah. Non è niente di che, piena di negozi di souvenir terribili.

Abbiamo concluso la giornata bevendo qualcosa al Caffè Puskin; stupendo, io non ci sarei mai entrata perché è tipo entrare al Quadri a Venezia in Piazza S. Marco (o almeno credo, non sono mai entrata al Quadri). Mille mila camerieri, cerimonie a non finire e alla fine per prendere qualcosa da bere ho speso una fesseria. Vale la pena entrare.
Usciti abbiamo girato seguendo il nostro fidato accompagnatore che ci ha portati allo Stagno del Patriarca (dove inizia "Il Maestro e Margherita", io mi sono un po' emozionata), in un cortile di una casa dove ci ha spiegato un po' come vivono i russi e in un supermarket pazzesco.
Lo Stagno del Patriarca ghiacciato. Ci si pattina, volendo.

Un supermercato tipo la coop sotto casa
Bene, chiudo qui questo primo post prima di scrivere un nuovo Guerra e pace. Tanto per stare in tema. Vediamo se riesco a scriverne un altro senza far passare un altro mese.
Alla prossima puntata, con la seconda parte della visita a Mosca. Poi toccherà a S. Pietroburgo.
Come si dirà "stay tuned" in russo? Chissà.

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