giovedì 22 settembre 2016

Da sola a Tokyo #1

Organizzare i miei giorni di vacanza a Tokyo non è stato tanto facile. Ho dovuto mettermi alla scrivania con la guida dopo aver letto due o trecento blog e scrivere l'itinerario giorno per giorno, cosa che non avevo mai fatto prima nella vita. Neanche per il viaggio a New York. Tokyo è talmente immensa che avevo paura di non fare in tempo a vedere tutto quello che avrei voluto. Quindi via con la programmazione, che mi è decisamente servita, anche se, alla fine, non ho seguito del tutto il programma.

Prima di partire mi spaventavano un po' la metropolitana e i trasporti all'interno della città, gestiti da diversi operatori anche privati, non da un unico gestore come in tutte le città che avevo visitato finora. In realtà non è così difficile spostarsi (grazie anche all'app Hyperdia di cui vi ho parlato nell'altro post).
Per quanto riguarda il pagamento dei biglietti bisogna partire dal presupposto che c'è la metro, gestita principalmente da Tokyo Metro e Toei, e c'è la rete JR (le ferrovie statali, che all'interno della città funzionano come se fossero metro). Per la metro io ho comprato all'aeroporto Narita un pass da tre giorni al costo di 1500 yen (attenzione, si può comprare solo in aeroporto) e ho preso una tessera ricaricabile, la Pasmo, per pagare le tratte gestite da JR. L'ultimo giorno avevo attivato il Japan Rail Pass, quindi la ferrovia per me era gratis. Seh, vabbè, gratis, l'avevo già pagata in abbondanza prima di partire.
Beh, dai, è semplice da decifrare.
Detto questo, partiamo con l'esplorazione.
Io ho alloggiato in un appartamento a 4 minuti di metro da Shinjuku, quartiere di luci pazze, locali e negozi (4 minuti sul serio, eh). È stato comodo per vedere la città e anche per visitare posti fuori. Il quartiere dell'appartamento (Nakano) era tranquillissimo nonostante fossi in centro. Un silenzio irreale. Una cosa simpaticissima che mi è capitata è stato un terremoto di benvenuto la prima sera mentre finalmente mi stavo addormentando, ma là ci sono abituati e nessuno si è scomposto. Io invece non l'ho presa proprio benissimo.
Ho fatto un primo giro a Shinjuku di sera, appena arrivata, ed è stato un impatto pazzesco con la città. Luci, rumori, tonnellate di persone ovunque, cibo strano. "Oddio, sono in Giappone. Per davvero."

Il giorno successivo sono stata al Parco di Ueno, dove ho visto il mio primo tempio con la sua pagoda, un mucchio incredibile di pazzi che giocavano col gioco dei Pokemon, dei pedalò un po' inquietanti a forma di cigno, i banchetti col cibo di strada e un'umidità che si tagliava col coltello. Sì, ho visto anche l'umidità.






Seguendo i consigli della Lonely Planet, sono uscita dal parco e mi sono diretta verso Yanaka, un quartiere per niente turistico dove si possono vedere vecchie abitazioni in legno e dove mi sono imbattuta in un matsuri. È stato bellissimo vedere dal vivo la festa.

Ho mangiato del sushi comprato praticamente per strada (e non l'ho instagrammato. Sono stata due settimane in Giappone e non ho mai instagrammato il sushi. Dovrebbero togliermi instagram.) e poi sono andata a Asakusa al tempio Senso-ji. Lì ho fatto un'offerta, ho scosso un contenitore mentre esprimevo un desiderio, ho visto il numero che mi è uscito e ho preso il foglietto corrispondente da un cassettino. Responso: BAD LUCK. Molto bene.

Sono infine andata al Tokyo Sky Tree e ho iniziato a farmi un'idea di come sono i centri commerciali in Giappone. Avrei dovuto prendere un tranquillante per rimanere calma.C'era anche il Kirby Cafè con la coda fuori per entrare. Che carini i charachter cafè.

Il giorno successivo sono stata al Museo Ghibli, nel quartiere di Mitaka. Bisogna prenotare l'ingresso con un certo anticipo, ora tra l'altro si può comprare il biglietto anche on line dal sito del Museo e costa poco, 1000 yen (circa € 8,50 col cambio che c'era quando l'ho comprato io). Il biglietto non si può comprare direttamente lì.




Il Museo non è gradissimo ma per i fan di Miyazaki vale la pena andarci. Già solo il biglietto è fighissimo (un pezzo vero di pellicola di un film). È curioso e divertente, poi c'è il Nekobus e ci si può salire e si può vedere un cortometraggio inedito! Peccato che non si possano fare foto all'interno.

Shibuya: un quartiere che mi è piaciuto tantissimo e ci sono andata solo una volta, mi dispiace proprio. Anche perché lì ho comprato davvero POCHE COSE e molto brutte. Tipo il già menzionato eyeliner di Sailor Moon.
Ho visto l'incrocio più affollato del mondo sbagliando clamorosamente orario, ma c'era abbastanza gente lo stesso. E la famosa statua del cane Hachiko, la sua storia non devo di certo raccontarvela io.



Visto che avevo girato poco, mi sono diretta ad Harajuku, un quartiere in cui il grande casino di Takeshita Dori - la strada dove i giovani di Tokyo fanno shopping, mangiano crepes pazze e fanno cose - si scontra con il silenzio dell'enorme parco Yoyogi (dove per la prima volta ho rischiato di rimanere chiusa dentro a qualcosa, ma di questo ne parleremo di nuovo più avanti).




Ecco qua, fine della prima puntata.
Sarà una lunga serie di post, io ve lo dico :)

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