mercoledì 27 giugno 2018

San Pietroburgo, la città degli Zar

Dopo sei anni dallo scorso post su Mosca, sono tornata con quello su S. Pietroburgo. Finalmente. Saranno i mondiali in Russia che mi hanno ispirato.

Mosca dista circa 700 chilometri da San Pietroburgo e grazie al treno Sapsan ci abbiamo messo un po' meno di 4 ore per arrivarci. Il treno era molto figo e molto puntuale, le poche fermate sono durate esattamente 60 secondi e ogni vagone aveva il suo responsabile che sorvegliava la situazione. E meno male, perché un simpatico pazzerello ha attaccato bottone con me e una delle mie compagne di viaggio e non ci mollava più. Il nostro accompagnatore ad un certo punto ha dovuto minacciarlo in russo di chiamare la polizia, che era comunque presente in ogni vagone. Ma la gioia.
A parte questo simpatico siparietto, dal finestrino ho visto passare tantissimi boschi di betulle, una volpe (!), le casupole di legno che vengono usate come residenze di campagna, laghi. Ho finalmente dato un senso alle parole tundra e taiga studiate alle elementari.

A San Pietroburgo il nostro hotel era in una posizione super centrale, all'inizio (o alla fine? boh) della Prospettiva Nevskij. Abbiamo fatto un primo giro della città a piedi, i fiumi e i canali erano tutti ghiacciati. Ho subito notato le differenze con Mosca, San Pietroburgo sembra più semplice, più a misura di turista.
La Prospettiva Nevskij
A cena ci hanno portato in un posto veramente assurdo, tra l'altro deserto, dove abbiamo assistito a uno spettacolo con canti e balli popolari russi. A me veniva abbastanza da ridere, sarò sincera.
La mattina successiva abbiamo fatto il benedetto giro panoramico della città in pullmino, meno inutile di quello di Mosca, ma se ne poteva fare benissimo a meno.
Abbiamo fatto tappa, tra le altre cose, in un punto panoramico sulla Neva ghiacciata e davanti all'incrociatore Aurora (passato alla storia perché ha dato il via all'assalto al Palazzo d'Inverno con un colpo di cannone durante la rivoluzione russa).
Alla Fortezza dei Santi Pietro e Paolo abbiamo appreso di come da lì sia iniziata la costruzione della città su ordine dello zar Pietro il Grande.
Abbiamo visitato la cattedrale che ospita le tombe degli zar e la nostra guida ha pensato bene di illustrarci la storia di TUTTI per filo e per segno. In realtà è stato molto interessante, c'erano anche le tombe degli ultimi Romanov. C'è anche Anastasia eh. Mancano invece Alessio e un'altra sorella. (Ma io ho letto in giro che pare li abbiano trovati.)

Nel pomeriggio è giunto il momento. Rullo di tamburi... ho finalmente visitato l'Hermitage. Credo sia uno dei pochi musei al mondo in cui l'edificio è quasi più importante delle collezioni che ospita. Anzi, vi dirò la verità, togliamo il quasi. Gli impressionisti li hanno spostati da un'altra parte (ci sono rimasta abbastanza male) e secondo me non è stata un'idea geniale.
Posso dire che mi ha impressionato di più il Palazzo d'Inverno in sè che la collezione di opere. Lo so, lapidatemi.
Comunque è stato fondamentale avere una guida. Il palazzo è sconfinato, la visita comprende anche altri edifici, è un attimo perdersi o perdere tempo a capire che percorso seguire.



Il giorno successivo siamo stati a Puskin, paesino poco fuori San Pietroburgo dove si trova quella robina semplice che è Carskoe Selo, la tenuta dove sorge, tra le altre cose, il Palazzo di Caterina che abbiamo visitato.
Gli interni sono stati restaurati e ricostruiti, il palazzo è stato gravemente danneggiato durante la Seconda Guerra Mondiale. Comunque l'opera di ricostruzione non è ancora terminata. È anche costata poco, come potete immaginare.
In una particolare sala del palazzo la nostra guida, con piglio decisamente sovietico, ci ha elencato tutti e sedici i tipi di legno utilizzati per costruire il pavimento. TUTTI E SEDICI.

La sala più famosa è la Camera d'ambra, misteriosamente scomparsa durante la Seconda Guerra Mondiale e mai ritrovata. I nazisti l'hanno smontata e portata chissà dove. Per fortuna l'hanno ricostruita (spendendo sempre pochissimo) in base ai frammenti recuperati e alle foto che erano state scattate. A proposito, non si possono fare foto all'interno della Camera d'ambra. Altrimenti il KGB ti porta via.
Il parco in estate deve essere stupendo, quando ci sono andata io era ancora pieno di neve.

Rientrati in città, io e altri due siamo entrati nella Chiesa del Salvatore sul Sangue Versato, chiamata così perché è stata eretta nel luogo dove è stato ucciso lo zar Alessandro II nel 1881. Maledizione a loro e al fatto che era mezza in restauro all'esterno.
All'interno è pazzesca, tutta ricoperta di mosaici.

Poi via a Palazzo Yussupov, residenza privata di una famiglia ricchissima (gli Yussupov, appunto) dove è stato ucciso quel birbante di Rasputin. Se non sapete la storia, vi consiglio una puntata di Ulisse in cui il supremo Alberto Angela spiega il tutto.
La casa è incredibile, al suo interno c'è anche un mini teatro. Peccato che non si potessero fare foto.
Ad un certo punto ho guardato fuori e... stava nevicando!

È stato stupendo girare con la neve, peccato che ha smesso dopo circa un'ora.
Abbiamo anche visitato la Cattedrale della Trinità con le sue cupole a stelline.
Finalmente c'è stato un po' di tempo libero così ho girato da sola per la Prospettiva Nevskij. E sono andata in posta a comprare i francobolli, un'avventura. Per fortuna mi avevano scritto un bigliettino in russo che spiegava cosa volevo, altrimenti addio. Ufficio postale stupendo comunque, con le piastrelle per terra tutte rotte, la gente in coda, io che non sapevo dove andare. Sono andata in uno sportello a caso e per fortuna ho indovinato. La tipa non solo non sapeva altro che il russo, ma si esprimeva a grugniti anche con le altre persone. Per fortuna ho preso quello che dovevo e sono fuggita.

L'ultimo giorno c'era un sole incredibile, i fiumi hanno iniziato a scongelarsi, c'era un vento che portava via. Ho girato tutta la mattina con la mia compagna di stanza e con il nostro accompagnatore, abbiamo fatto un po' di shopping, visitato la cattedrale di Kazan, visto il ponte con i leoni ma era in restauro (buuu), pranzato a un self service spendendo € 1,82 per un piatto di riso e una fetta di dolce (per davvero, lo giuro) e poi via in hotel a prendere le valigie.

E così abbiamo salutato la Russia con il suo gelo, il suo popolo che non sorride mai, la sua immensa sobrietà e la sua bellezza.
Da svidaniya!

(Ho degli appunti per un post con consigli utili per un viaggio in Russia, spero di riuscire a scriverlo, magari potrebbe tornare utile a qualcuno. Abbiate fede.)

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