lunedì 10 ottobre 2016

Il mio viaggio da sola: Kyoto - prima parte

Mi sono spostata a Kyoto a circa metà del mio viaggio, ovviamente con il treno shinkansen. Durante il tragitto si sarebbe dovuto vedere il Monte Fuji, ma in realtà nada de nada perché era nascosto dalle nuvole, la mia solita fortuna.
La prima foto fatta a Kyoto

Nella città di Kyoto ci si muove principalmente in bus. C'è anche la metro, ma ha poche linee e le fermate non sono comode. I bus invece arrivano veramente dappertutto e il biglietto giornaliero costa poco, 500 yen, circa 4 euro e rotti (una sola corsa ne costa 200). C'è però da dire una cosa: io odio i bus. Non so mai da che parte della strada devo prenderli, sbaglio, finisco in posti assurdi perché sono evidentemente stupida. Il primo giorno a Kyoto mi ha aiutato a trovare la fermata giusta una vecchina gentilissima che mi ha preso sotto il suo ombrellino parasole e mi ha portato nel posto corretto. Quanti cuori per la vecchina.

Il centro di Kyoto è dotato di comodissime tettoie che permettono di passeggiare riparati dal sole o senza prendere la pioggia. Accidenti giapponesi, quante ne sapete.

C'è un'altra cosa da dire su Kyoto: arrivando da Tokyo mi aspettavo di poter starmene in giro fino a tardi tranquillamente, entrare nei negozi, prendere i mezzi. NO. I negozi chiudono alle 21 o anche prima e i bus si fermano tra le 21.30 e le 22. Una sera mi è toccato farmela a piedi.
Dopo le 17 è un problema trovare cosa visitare perché i templi, tendenzialmente, chiudono tutti a quell'ora o comunque al tramonto. E i templi sono la maggiore attrattiva della città. Ce ne sono una marea, ovunque. Ma chiudono presto.

Nei miei precedenti post non ne ho parlato, ma qui non posso esimermi. A Kyoto faceva un caldo insensato. Un'umidità, un'afa, un sudore. Se ci penso ancora adesso mi viene male. Ma lo rifarei, nello stesso identico periodo e con lo stesso caldo? Certo, anche subito.
Ho sperimentato anche l'amico tifone! Una pioggia che non vi sto a dire, iniziata mentre ero sull'autobus per andare a cena. Sono scesa e avevo l'acqua alla caviglia. Avere i piedi nell'acqua con i tuoni e i lampi non è il massimo, ma sono ancora viva e non è successo niente di che.
Per visitare Kyoto ho avuto a disposizione due giorni pieni e due mezze giornate (le altre mezze le ho impiegate per gite fuori città). Ho corso abbastanza per vedere tutto ciò che volevo, ma ne è valsa la pena.

La prima sera sono stata nella zona di Gion, conosciuta anche come "il quartiere delle geishe". Per prima cosa ho visitato il tempio di Yasaka, che per fortuna era ancora aperto, nonostante fosse tardo pomeriggio.




Poi mi sono diretta verso la zona dove si possono avvistare le geishe e ho avuto la fortuna di vederne una (e fotografarla!).




Il giorno successivo, sempre di pomeriggio, di ritorno da Nara, sono stata a Fushimi Inari, il famoso santuario con la serie di torii lunga 4 chilometri.

C'era anche un ospite


Questi sono i prezzi per comprare un torii da mettere a Fushimi Inari

Dopo i primi ohooo e ahaaa ho iniziato a salire. E a sudare come mai nella vita, neanche al matrimonio dei miei amici quando c'erano 200 gradi e noi eravamo lì a saltare cantando "Tell mi uaaaiii iu uont lovvv".
Tu sali sali sali, sudi sudi sudi per un tempo che pare non finire mai. Pensi di essere a buon punto, poi trovi una cartina e SCOPRI DI NON ESSERE NEANCHE A METÀ. E lì allora tiri giù tutti i santi shintoisti del cielo (i notissimi santi shintoisti) e provi ad andare avanti. Sali sali sudi sudi ancora per un bel po' e trovi un'altra cartina. You are here. E PRATICAMENTE NON TI SEI NEANCHE MOSSO. E quindi fanculo la cima della collina, ho deciso che la cima era qui.

LA MALEDETTA CARTINA

Anche perché, a dire il vero, iniziava a diventare buio e col buio tutti quei torii in mezzo al bosco senza altre persone intorno sono leggermente inquietanti.

Molto interessante è il mercato coperto di Nishiki, in centro a Kyoto, dove vendono cose davvero assurde. Io ho pranzato prendendo cose a caso buonissime dai banchetti. Tipo il sashimi più buono della mia vita, servito da un tipo con le mani zozze e mangiato in piedi appoggiata ad un tavolinetto insieme a dei giapponesi.







Sempre in centro c'è Pont-cho, vicolo pedonale di locali e ristoranti che si anima la sera. Alcuni locali danno sul fiume e c'è una vista meravigliosa.




Uno dei templi più belli che ho visto è quello di Kiyomizu-dera. Uno spettacolo incredibile in mezzo alla natura. Anche qui è stata una sfaticata allucinante visto il caldo e purtroppo una parte era in restauro, ma lo stesso è stato fantastico. Ho anche bevuto l'acqua della longevità; tra quella e le uova nere, ormai sono immortale.






Fine della prima puntata dedicata a Kyoto, a breve (spero) la seconda. se vi siete persi i post precedenti potete trovarli cliccando sulla scritta "Giappone" che vedete qui sotto tra i tag del post. Correte, presto!

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