giovedì 14 aprile 2016

Magone is back

Mercoledì 30 dicembre 2015 scrivevo questo:
"La seconda cosa enorme che è successa nel 2015 è che ho cambiato lavoro. Ed è come se mi avessero tolto un macigno dalle spalle. Anzi, due macigni. Anzi, una montagna. Quello nuovo non è un lavoro che durerà per sempre purtoppo, ma per il momento va bene così. Mi ha reso finalmente serena. A volte non mi sembra neanche vero.
Adesso vorrei trovarmi una casa mia. Sarebbe decisamente ora. Ma prima non potevo neanche pensarci. Ora sì."
E invece una fava.
Una fava lessa.
Lo sapevo che questo lavoro non sarebbe durato per sempre, ma almeno quattro anni dovevano essere sicuri. Erano questi gli accordi. E INVECE NO. "Ah, sai, ti avevamo detto così e invece non abbiamo i soldi".
Probabilmente da gennaio sarò disoccupata. Anche solo scriverlo mi fa venire il magone. Sempre che non decidano di lasciarmi a casa a giugno.
Iniziavo quasi a fare qualche progetto per me stessa, per una casa, almeno mi sono permessa di iniziare a pensarci. Invece niente. La gente si sposa, fa figli, compra case, affitta case. Io sono sempre ferma nello stesso posto. Immobile. Incollata con l'attack.

Adesso sto cercando di non perdermi d'animo, di mandare duemila CV ovunque, di pensare che comunque mancano 9 mesi. La vice della mia capa mi ha anche detto "Ma sai, forse ti terremo anche, ma non posso darti la certezza." E io cosa devo fare, aspettare la manna dal cielo nel frattempo?
Tra l'altro mi dispiace proprio, perché il lavoro mi piace.

Vabbè. Questo è quanto.
Nel frattempo, proprio perché il tempismo è tutto nella vita, mi sono anche dovuta comprare un'auto nuova. Ma questa magari ve la racconto un'altra volta e ci facciamo due risate. Che ce n'è proprio bisogno.

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