(ovviamente il titolo è ironico)
Rieccomi, è tempo di parlare di cose serie, specifiche, fondamentali: come da titolo, roba da mangiare. Avevo scritto un post unico anche riguardante la roba da comprare, ma è risultato infinito, quindi lo dividerò in due puntate.
Se andrete in Giappone, mettetevela via: spesso, spessissimo, non avrete idea di quello che starete mangiando. La cosa meravigliosa è che nei menù ci sono praticamente sempre le foto del cibo, ma soprattutto nelle vetrine dei ristoranti ci sono le rappresentazioni in plastica dei piatti. In Giappone quella della creazione del cibo finto è una vera e propria arte, ci sono negozi specializzati solo in questo.
Però, lo stesso, troverete sempre nel piatto cose che BOH. Ma non avrà importanza, perché fondamentalmente è sempre tutto da buono a buonissimo. Mi è capitata solo una volta di prendere cibo così così ed è stato un bento comprato in saldo una sera alla stazione. Non ero troppo convinta, ho proprio sbagliato io.
A proposito di bento, anzi, per la precisione di ekiben: sono i pasti "in scatola" pronti che si comprano alla stazione e che si mangiano di solito durante un viaggio in treno. Ogni zona ha i suoi piatti tipici che vengono inscatolati in modo carinissimo e colorato. Bento ovviamente non è solo questo, i giapponesi li preparano anche da sè senza comprarli già pronti.
Dobbiamo parlare sicuramente di sushi, ne ho mangiato parecchio e non l'ho mai instagrammato. Mi dovrebbero chiudere d'ufficio il profilo. Comunque non mi pare il caso di partire col pippone "Ah che buono il sushi in Giappone", credo sia superfluo. Vi parlerò invece di quando sono andata a mangiare in un ristorante a Kyoto in cui, al posto del classico nastro trasportatore tipico dei ristoranti kaiten-zushi, i pezzi di sushi mi arrivavano in un modo estremamente sensato: con un piccolo treno shinkansen. E io lì a continuare a ordinare sushi a caso solo per saltellare sulla sedia e urlare "Il treno, arriva il treno, uiiii!".
Il sushi si poteva ordinare da uno schermetto senza alcun contatto con altri esseri umani QUESTA È CIVILTA'.
Trovare questo posto è stato un po' complicato perché non era in centro, ma un'altra sede dello stesso ristorante in centro a Kyoto non aveva il treno, che truffa.
Un'altra esperienza da fare è quella di andare a mangiare il ramen. Per prima cosa perché è buonissimo (almeno, nei due posti dove l'ho mangiato io) e poi perché è una prova di coraggio. La prova consiste nel resistere e non impazzire mentre ti trovi in mezzo a giapponesi che per tutta la durata del pasto non faranno altro che risucchiare rumorosamente spaghetti e zuppa e tirare su col naso. Risucchia - tira su col naso - risucchia - tira su all'infinito. Ma comunque ne vale la pena. Mi sogno ancora il ramen di Tokyo, grazie Iaia per il consiglio.
Altra cosa da dire è che ho finalmente capito come si sentono i tedeschi quando noi li guardiamo - giudicandoli - mangiare pasta bevendo cappuccino.
Io sono sicura, sicurissima, di aver fatto delle stronzate mangiando. Chissà quanto avranno riso di me. Ma non davanti a me, sono troppo carini ed educati. Anche solo per mangiare il tonkatsu (maiale fritto) sarò sicuramente riuscita a fare cose che non si dovevano fare. Ma, in fondo, chi se ne importa.
La cosa più strana che ho mangiato è stata di sicuro il già citato piatto a base di yuba (pelle di latte di soia), piatto tipico di Nikko.
Tra le altre cose che ho ingurgitato con gioia annoveriamo: l'okonomiyaki di Kyoto e quello di Hiroshima (con dentro anche yakisoba, una leggerezza che ciao), le crêpe sobrie e per nulla dolci di Harajuku, i buonissimi taiyaki (i pescetti ripieni di crema o fagioli azuki o cioccolato o altro) anche a forma di Hello Kitty, i takoyaki, le polpettine tipiche di Osaka con dentro il polpo, il (o la? boh) yakisoba, spaghettoni di grano saraceno saltati sulla piastra insieme a... roba, non so bene cosa, la tempura, presa nel locale più unto di Kyoto una sera che avevo la nausea (perché fare cose sensate MAI) ma eccellente, e poi, per concludere altrimenti continuerò a elencarvi piatti giapponesi per sempre, gelati, biscotti, cioccolato, bevande di Starbucks, té, Kit Kat, dolcetti e chi più ne ha più ne metta, tutto quello che ho trovato a base di matcha. Ho ancora due pacchetti di Oreo al matcha e non ho coraggio di aprirli, sennò li finisco in un attimo.
Bene, ho concluso. Adesso vado a piangere in un angolo perché non posso mangiarmi una ciotolona di ramen proprio qui, proprio adesso. Giappone, io ti amo in generale, ma ti amo ancora un po' di più per il tuo fantastico cibo.
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