Per circa quattro giorni. Un pelo di più. (Ha piovuto parecchio, che culo, eh?)
E, siccome sono fortunella, non ho alloggiato in un hotel ma sono stata ospitata da veri lisbon(-esi? -iani? vabè, avete capito).
Sono scesa dall'aereo di sera, verso le 21 ora locale (da sola, anche se eravamo in tre ad arrivare dall'Italia, non siamo riuscite a sincronizzare i voli), sono saltata su un autobus e sono scesa a Cais do Sodrè, in pieno centro.
E via, a piedi verso l'appartamento di questi tre (due ragazze e un ragazzo, portoghesi) che mi hanno ospitato senza avermi mai visto prima, solo perché sono amica di una loro amica. Pazzesco, vero?
La casa era davvero carina, nonostante fosse al quinto piano senza ascensore. Immaginatemi mentre faccio un centinaio di scalini con la valigia. Fatto? Aggiungete un po' di insulti e poi avrete la me che arrivava lassù dopo 11 ore di viaggio (con scalo a Zurigo). Poi ho scoperto che non avere il riscaldamento non è una bella idea neanche in Portogallo, soprattutto di notte. Ho dormito con addosso tre maglioni. Farsi la doccia poi è stato divertentissimo.
Comunque la vista era meravigliosa, inizialmente credevo fosse il mare (ignorante in geografia forever), invece era la foce (immensa) del fiume Tago. E c'era il Cristo con le braccia aperte, come a Rio. E il Golden Gate, come a S. Francisco. Solo che si chiama Ponte del 25 aprile. Dettagli.
Primo giorno effettivo di vacanza: che bello, finalmente vedrò Lisbona alla luce del giorno! E invece no. Siccome le altre due "turiste" erano già state a Lisbona in passato e avevano già visto quasi tutto, mi portano a Sintra. Ok, d'accordo.
Nessuno mi aveva avvertito che a Sintra faceva un freddo maledetto. Un vento, un gelo. E io, vecchia volpe, avevo appena tirato fuori dalla borsa guanti e berretto "Perché a cosa vuoi che mi servano, qui fa caldo." Col cazzo.
In ogni caso, a parte il freddo, il Palacio da Pena è una meraviglia.
E' quasi completamente ricoperto di azulejos, le piastrelle dipinte a mano tipiche del Portogallo, quasi sempre decorate con il colore blu.
Dicono che, in questo castello, abbiano passato qualche notte Brad e Angelina.
'Sti stronzi.
Anch'io voglio giocare ad essere Isabella d'Aragona.
Poi, vuoi non mangiare una cosetta?
E allora via di polpette di bacalao (il baccalà è uno dei piatti fondamentali della cucina portoghese, lo preparano in duecento milioni di modi diversi), sangria e altre cose ovviamente fritte che ora non ricordo.
E il dolce? Via a mangiare il dolce tipico di Sintra di cui purtroppo non ho capito il nome (colpa della sangria? Noo.) e neanche la composizione, so solo che era di un buono sconvolgente. Pare che dentro ci fossero due uova intere.
Il giorno successivo sono finalmente riuscita a fare un giro nella zona di Belem, dove, fondamentalmente, ci sono le cose più importanti da vedere a Lisbona, a parte il castello di San Jorge, ossia:
il Monastero dos Jeronimos
Il Museu Berardo, un museo enorme gratuito di arte moderna e contemporanea che viene snobbato dai più, ma che contiene delle meraviglie (Picasso, Warhol, Braque, ecc.). Io sono appassionata d'arte e non volevo credere che non mi chiedessero dei soldi per entrare.
Il monumento che ricorda tutti i più famosi esploratori portoghesi, primo tra tutti Vasco de Gama
La torre di Belem
La pasticceria che produce le sole, le uniche, le inimitabili Pasteis de Belem.
Dovete sapere che questi dolci sono diffusi in tutta la città (non so se anche in altre zone del Portogallo), ma si chiamano ovunque pasteis de nata. Solo quelle che vengono prodotte nell'Antiga Confeitaria de Belem si chiamano "de Belem" e la loro ricetta è segretissima, la conoscono solo i padroni della pasticceria, non i dipendenti.
E' la mia nuova droga. Non credo di aver mai mangiato niente di così buono come le Pasteis de Belem appena fatte. Calde. Croccanti. Fredde non sono la stessa cosa purtroppo.
Fine prima parte.
La seconda arriverà. Forse. Speriamo.
Intanto, tenha um bom dia!
Qui ad Amburgo c'è un quartiere portoghese molto carino, pieno di posti che vendono quei dolcetti, che però qui chiamano semplicemente "natas", per i quali io ho sviluppato quasi una dipendenza. Non oso immaginare cosa siano mangiati lì, potrei non riprendermi mai...
RispondiEliminaChe meraviglia!
RispondiEliminaChe nostalgia!!!! ci sono stata quest'estate bellissima!!!! e che buoni i pasteis de belem ne mangerei a carrellate!!! purtroppo con il caldo torrido di agosto e la folla non me li sono goduti fino in fondo..
EliminaSono sacrilega ma non amante dei pasteis di Belem.. ma tornerei mooolto volentieri a Lisbona, non è che vogliono ospitare una lettrice di un'amica di una loro amica? :P
RispondiEliminache belle foto! e che acquolina quei dolcetti :D
RispondiEliminaSi nasconde una photoblogger in te.
RispondiEliminaMa magari!
EliminaFaccio quello che posso, dai.
E ti ringrazio per il complimento.
Io sono appena tornata da Lisbona, bellissima esperienza! (Ti seguo anche in IG come pellen88).
RispondiEliminaDi seguito ti lascio il link della mia esperienza "Lisbonese" nel caso volessi darle un'occhiata! http://ilmioangolonelweb.blogspot.it/2015/07/lisbona.html
Buona giornata,
Elena